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sabato 5 agosto 2017

Il direttore del Centro Nazionale di Sismologia esorta la popolazione a prepararsi a imminenti e forti terremoti.


Si tratta di una notizia recente che è stata pubblicata su quasi tutti i giornali, ma che praticamente è passata inosservata. Come si fa a prepararsi a un forte terremoto? La certezza non c’è e non si può mica piantare in giardino una tenda perché lo dice uno scienziato! Comunque esaminando il tutto con attenzione si rileva che l’avvertimento proviene da fonte autorevole e cioè dal direttore del Centro Nazionale di Sismologia dell'Università Autonoma di Santo Domingo, Eugenio Polanco. La Repubblica Dominicana si trova, infatti, nella zona di interazione delle placche nordamericana e caraibica che insieme alla faglia settentrionale sono le principali cause dei fenomeni tellurici nel territorio.
Riferendosi al sismo di 4,7° della scala Richter avvenuto questa settimana con epicentro a San José de Ocoa, il menzionato direttore sostiene che questa sismicità dimostra che queste faglie sono attive, vale a dire che i blocchi che la compongono si stanno muovendo uno rispetto all'altro e si sta accumulando energia. Questa energia si libera quando uno di questi blocchi si rompe. Eugenio Polanco ha segnalato che vista la situazione è importante che ognuno pianifichi con anticipo cosa fare durante e dopo un terremoto per salvare la sua vita. La Repubblica Dominicana ha una delle reti sismografiche più ampie dell’America Latina per controllare l'attività sismica con 47 stazioni installate a livello nazionale che forniscono informazioni in tempo reale.
La domanda è come dobbiamo fare a prepararci per un terremoto? C'è da dire che se non lo sappiamo noi che veniamo da un paese fortemente sismico come l’Italia non lo sanno sicuramente nemmeno i dominicani, di cui la maggioranza non ha esperienza diretta con questo tipo di fenomeni. Ma vediamo un po’ quali sono stati i peggiori terremoti di cui si ha memoria storica nel Paese.
Proprio ieri si è stato ricordato il terremoto del 4 agosto 1944 che provocò un maremoto che distrusse la cittadina di Matancita nei pressi di Nagua provocando nella zona della Bahia Escocesa la morte di 2.000 persone. Il terremoto del 4 agosto ebbe una magnitudo di 8ᵒ della scala Richter cui seguì il 7 agosto un altro terremoto di 7,6ᵒ della scala Richter. Le aree maggiormente danneggiate furono quelle settentrionali, da Samaná a Puerto Plata.
Altri terremoti nella storia:
Il 2 dicembre 1562, sempre a nord, furono distrutte Santiago, La Vega e Puerto Plata con un terremoto di 8ᵒ della scala Richter.
Nel 1673 un terremoto di 9ᵒ della scala Richter distrusse totalmente Santo Domingo. Lo stesso accadde il 9 novembre 1701.
Il 18 ottobre 1751 venne distrutta Azua, provocando seri danni anche a Santo Domingo.
Nel mese di maggio del 1842 successe una vera e propria catastrofe in tutta l’isola. La terra si aprì e richiudendosi provocò molte vittime.
Quelli sopraelencati sono i peggiori terremoti di cui si ha memoria, ma ce ne sono stati e ce ne sono ogni giorno tantissimi. Direi che l’avvertimento è giusto. Il menzionato direttore però avrebbe dovuto anche darci qualche dritta sul da farsi.

Da come ho visto costruire gli edifici vicino a casa mia, non credo che resti in piedi nessuno se il terremoto è forte. Speriamo bene, anche se incrociare le dita non basterà per avere una certa sicurezza, meglio anche fare qualche preghiera… non si sa mai!