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giovedì 28 febbraio 2019

Una connazionale da segnalare: Simona Cappelli Del Re



È di Varese, vive a Santo Domingo da diversi anni. La sua professione: il restauro e la conservazione di opere d’arte. È molto conosciuta nel paese che ci ospita e non solo per la sua preparazione e capacità, ma anche soprattutto per la sua etica professionale.
È una restauratrice che, al principio, ha contribuito con la collezione del Museo León Jimenes, ma si occupa anche di falsificazioni collaborando con la Spagna e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. “Lavoro molto con il patrimonio dominicano, ma ho anche la fortuna di avere tra i miei clienti vari appassionati di opere antiche. Quando sono arrivata in questo paese il mondo del restauro era un disastro mentre adesso i collezionisti si sono finalmente sensibilizzati e, qui, di collezionisti ce ne sono veramente tanti e a livelli alti”. Scrive e pubblica quando può delle sue esperienze professionali in Repubblica Dominicana, sempre con lo scopo di sensibilizzare verso la buona pratica, perché è importante ricordare che la scuola italiana nell’ambito del restauro è la migliore. Insegna e prepara opere che vanno in expo all’estero. Una vita poco noiosa. Non lo è mai quando c’è tanta passione. “Ringrazio molto la Repubblica Dominicana per avermi dato tutte queste opportunità. In Italia restauravo soltanto, regalando allo stato il 53% dei miei guadagni.




Simona ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e ha fatto specializzazioni nell’area del restauro. È docente nella facoltà d’arte dell’Università APEC del Distretto Nazionale, presso la quale ha anche conseguito un master.



mercoledì 27 febbraio 2019

Altro connazionale arrestatato a Las Terrenas. Sono gli effetti dei nuovi accordi sottoscritti di recente tra l'Italia e la Repubblica Dominicana



Massimo Ferrari il proprietario della pizzeria Da Max di Las Terrenas è stato arrestato su iniziativa dell‘Interpol. La notizia non è stata pubblicata dai media dominicani. L’operazione gestita dalle autorità locali è stata coperta da massimo riserbo. I motivi dell’arresto non sono stati resi noti. Il 52enne di Milano si era radicato alcuni anni fa a Las Terrenas e gestiva insieme alla moglie, anche lei italiana, la pizzeria Da Max in piazza Milano
Una vicenda che ha sconvolto la cittadina turistica sulla costa atlantica. Si tratta comunque dei primi effetti dell’entrata in vigore dell’accordo sull’estradizione sottoscritto di recente tra la Repubblica Dominicana e l’Italia. Dovremo abituarci agli arresti di italiani. Ormai la prassi per richiedere l’estradizione si è semplificata molto e non occorre nemmeno la presenza degli agenti italiani. I ricercati prima di essere estradati vengono trattenuti sul territorio per effettuare delle indagini. Desta perplessità il riserbo con il quale è stato eseguito questo arresto. Nemmeno alla Cestur di Las Terrenas sono state fornite spiegazioni.
Quando è stato sottoscritto l’accordo di estradizione tra i due stati pochi giorni fa, qualcuno ha detto che era finita la pacchia e a quanto pare aveva ragione.
Dovremo abituarci alle notizie di questo tipo. Comunque ho sempre sostenuto che la Repubblica Dominicana non è mai stata un vero e proprio paradiso per latitanti.
Ora con questo nuovo accordo diventerà a tutti gli effetti per chi ha debiti con la giustizia una trappola.

Massimo Ferrari aveva anche partecipato a un evento di Attenti agli Italiani. Si era sposato con una connazionale nel 2011, una donna comunque con la quale era legato sin dall'infanzia.

Arresto di un latitante italiano a Boca Chica condannato in Italia per un crac di 13 milioni di euro



È stato arrestato a Boca Chica Abele Chiarolini su segnalazione dell’Interpol che aveva diramato un’allerta rossa internazionale. Il 77enne lombardo di Boario in provincia di Brescia si era dato alla latitanza dopo la condanna definitiva a 8 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta emessa dalla Corte di Appello di Genova nel 2014. Il Chiarolini era amministratore unico della Colonia Arnaldi di Uscio, una nota casa di cura frequentata da scrittori, attori e politici in provincia di Genova, fallita verso la fine del 1999 con un passivo stimato di 13 milioni di euro.
Il giornale “Il Secolo XIX” aveva già denunciato nel 2015 la presenza dell’imprenditore italiano nel territorio della Repubblica Dominicana e in particolare nella zona est dove secondo quanto al tempo pubblicato aveva fatto investimenti e gestiva un’attività imprenditoriale. La sua localizzazione e il suo arresto si sono verificati però circa quattro anni dopo.
Era stato condannato con sentenza definitiva della Cassazione nel 2012 che venne però annullata per difetto di notifica. Il processo comunque si concluse poco prima del trascorrere dei 15 anni previsti per la prescrizione del reato di bancarotta fraudolenta.
Le autorità dominicane tratterranno ancora il latitante lombardo per indagare sulla commissione da parte sua di eventuali reati nel territorio nazionale. Quando queste indagini saranno concluse Abele Chiarolini verrà estradato in Italia.
In alcuni giornali dominicani sono state pubblicate foto che riguarderebbero il suo arresto. Invece queste si riferiscono all’ultimo caso di arresto di un latitante italiano nella Repubblica Dominicana, quello avvenuto il 20 ottobre del 2018 riguardante Marcello Battigaglia calabrese 75 enne, che si trovava in provincia di Monte Cristi e che era stato condannato in Italia a 16 anni e 10 mesi per traffico internazionale di stupefacenti.
Abele Chiarolini è stato per anni proprietario di uno dei più belli hotel di Boca Chica, l'hotel ristorane El Tula oggi Hotel ristorante Astoria che si trova nella via 20 dicembre n. 2.



lunedì 25 febbraio 2019

Tentativo di rapina a un italiano in un campo di tennis di La Romana con una bomba artigianale



L.C. è un italiano 69enne abruzzese. Trascorre sei mesi in Italia e sei mesi nella Rep. Dominicana. Un imprenditore edile di successo. Abita a Bayahibe. Giovedì della scorsa settimana si è recato a La Romana per giocare a tennis con un suo amico. Non è l’unica struttura tennistica che frequenta. Spesso è anche nella capitale, a Bayahibe e altrove e partecipa anche a tornei. Finito l’incontro, erano circa le 11 del mattino, mentre l’amico abbandonava il campo, il connazionale si attardò raccogliendo le sue cose. Non aveva fretta. Invece ai margini del campo da gioco due adolescenti di 13 e 15 anni circa sbraitavano e urlavano: “Vecchio esci”. L.C. li ignorò e non cercò nemmeno di capire perché lo invitassero a uscire con tanta insistenza. A un certo punto a circa due metri di distanza un grande botto, un rumore assordante e tanto fumo. I ragazzi se ne andarono di corsa. Avevano lanciato questa specie di petardo, pensò in un primo tempo, proprio a lui. Invece avvicinandosi al luogo dello scoppio trovò i resti di una bottiglia di plastica con ancora un tappo rosso attaccato. 

Non era un petardo. La sera si recò in un ristorante gestito da un suo amico italiano ed ebbe conferma che questo tipo di bomba artigianale si stava utilizzando sempre con maggior frequenza per rapinare la gente. Non è un ordigno che esplode quando si infrange come la bomba molotov. La bottiglia di plastica si gonfia ed esplode in questione di secondi. Bisogna liberarsene subito una volta che gli ingredienti sono stati messi a contatto: acido muriatico e carta stagnola con l’aggiunta di elementi di impatto come chiodi o pezzi di metallo. Una specie di granata. Quando il connazionale finì di giocare i due ragazzi pensarono che sarebbe uscito subito dal campo e mescolarono gli ingredienti e a seguito del suo ritardo se ne dovettero liberare subito lanciandogliela senza però raggiungerlo. Se L.C. non si fosse attardato alla porta d’accesso sarebbe stato colpito in pieno da questo ordigno con conseguente stordimento, bruciature per via dell’acido e ferite dovute ai chiodi. Con facilità gli adolescenti gli avrebbero potuto quindi togliere i due cellulari, i soldi, la pistola e magari anche le chiavi della sua Mercedes. O forse no, o forse in un momento di lucidità e di disperazione il connazionale avrebbe sparato ai due ragazzi. E allora sarebbe caduto dalla padella nella brace. Vi immaginate la notizia a caratteri cubitali sui giornali: Italiano uccide due adolescenti alla porta d’ingresso di un campo da tennis. I 20 anni di galera non glieli avrebbe tolti nessuno dopo un tedioso processo di mille udienze…

https://www.dailymotion.com/video/x54k2il

sabato 23 febbraio 2019

Resoconto di due esperienza recenti nell’ambasciata italiana e nell’ambasciata tedesca di Santo Domingo con riguardo in particolare all’obbligo di deposito del telefonino all’ingresso



Esperienza nell’ambasciata italiana

«Mi sono recato nella nuova sede dell’ambasciata, avevo prenotato il mio appuntamento. Ho atteso sul marciapiede 30 minuti perché all’interno degli uffici c’erano più di 10 persone. Quando il numero è diminuito mi hanno fatto entrare. Ho dovuto lasciare in deposito il mio cellulare all’ingresso. Questo mi ha recato non poco disagio perché avendo famiglia avevo bisogno di comunicare ed inoltre avevo dei dati che mi servivano nel telefono da comunicare allo sportello e quindi dovevo ogni tanto scendere giù aprire la cassetta di sicurezza prendere il telefonino e comunicare con la mia famiglia e memorizzare i dati necessari. Vorrei sapere qual é la legge che impedisce portare il cellulare con sé. Fatemi sapere che legge e, se é un abuso fatemelo sapere ugualmente!
Riguardo al cellulare ho chiesto informazioni all’impiegato che era alla porta e che dopo l’attesa sul marciapiede mi é venuto a prendere, non mi ha citato nessuna legge ma mi ha detto che non vogliono che sopra si facciano foto o filmati.
Allora gli ho risposto evidentemente avranno paura di qualcosa.
La sala d’attesa all’interno dell’ambasciata è disposta in uno stretto corridoio di fronte agli sportelli.
Sono stato dalle 10:30 alle 12:30. Due ore in cui mi é stato reso complicato comunicare con la mia famiglia (la mia compagna é incinta) e non conosco quale sia la legge che regola questa cosa. In Repubblica Dominicana ho appreso che si vive così... sotto abusi quotidiani.. vorrei avere spiegazioni sul perché devo sopportare abusi anche in territorio italiano, perché fino a quando non mi dicono secondo quale legge non posso comunicare con la mia famiglia io questo lo ritengo un abuso.»

Esperienza nell’ambasciata tedesca e telefonini

«Sono entrato nel consolato tedesco senza prenotazione né telefonica né tanto meno Online. Dovevo convertire la mia patente tedesca.
Non ho dovuto aspettare su un marciapiede, bensì comodamente seduto al 15esimo piano in una sala d'attesa climatizzata, guardando la televisione tedesca e ammirando dal 15esimo piano tutta la capitale, perché la sala d'attesa dà proprio sull'avenida Abraham Lincoln.
Non ho dovuto consegnare il mio cellulare, solo quando si passa il metal detector l’ho dovuto mettere dentro un contenitore tipo come si fa in tutti gli aeroporti del mondo.
Poi il resto, 15 minuti e ho ricevuto il documento che necessitavo per il cambio della patente: totale 1500 pesos e arrivederci.»

Conclusione

Ormai a 20 anni dall’inizio del secolo e dopo oltre 10 della diffusione degli smartphone certe misure di sicurezza dovrebbero essere riviste. Come vediamo l’ambasciata tedesca di Santo Domingo non trattiene in deposito i cellulari. Ormai sono uno strumento importantissimo, tanti dati sono archiviati e consentono una comunicazione immediata con altri componenti della famiglia. Non si capisce perché si insiste su un divieto che risale all’entrata in uso dei primi cellulari 30 anni fa. Alcune cose vanno adeguate ai tempi, prendendo esempio magari delle misure già adottate da altre ambasciate europee.

venerdì 22 febbraio 2019

Il Console Generale Onorario di Porto Principe è l’uomo più potente di Haiti e si chiama Sheriff Abdallah



Sheriff Abdallah è italiano. È nato a El Cairo nel 1958 da madre italiana e padre egiziano. Si è trasferito da piccolo con la famiglia nel Libano dove ha studiato nelle scuole francesi. Giunse in Haiti negli anni ’70 con la fidanzata figlia unica di una possidente famiglia haitiana, proprietaria delle Assicurazioni Leger.
Sheriff Abdallah è dal settembre del 2012 anche console onorario della Repubblica Italiana a Porto Principe. È stato nominato dal ministro degli esteri Giuliomaria Terzi di Sant’Agata del governo Monti.
Non è tanto noto al grande pubblico, ma pesa molto sulla vita quotidiana di un intero popolo. Agisce senza farsi notare. Da solo è in grado di affondare il paese in una crisi profonda in qualunque momento.
Ecco i quattro pilastri dello strapotere di Abdallah in Haiti:
Il gas
Attraverso la sua società Novum, azienda di distribuzione del gas, Sheriff Abdallah è il principale distributore di gas in Haiti. Fa di questo prodotto la sua arma più temibile. Se ne serve per ricattare tutti: il governo che resiste ai suoi capricci, gli imprenditori che consumano molto carburante, ecc. Controlla il mercato e i prezzi.
Il trasporto aereo interno delle autorità
Nove su dieci elicotteri che sorvolano il cielo di Haiti sono di proprietà di Sheriff Abdallah. È uno dei monopoli più redditizi del paese. Ogni ora di noleggio di un elicottero costa tra i 1200 e i 1600 dollari americani. E il principale cliente è lo stato haitiano. Quando il Palazzo Nazionale affitta un elicottero per un giorno, Abdallah deve ricevere 38.400 dollari in anticipo (1600 $ x 24 ore). Lo stato haitiano non ha elicotteri. Il Presidente della Repubblica e i membri del governo per i loro spostamenti sono obbligati ad affittarli ad Abdallah.
Assicurazioni
Arrivato nel paese negli anni '70, Sheriff Abdallah si è rapidamente appropriato dell'azienda delle assicurazioni Leger (ALSA) dei genitori della moglie Sabrina Leger.
Il controllo dei mercati
Il console onorario italiano di Port au Prince è il più grande distributore di prodotti ai supermercati. Questi sono tutti riforniti di prodotti da lui importati, il che gli attribuisce un grande potere. Può controllare l’offerta facendo aumentare quando vuole i prezzi dei beni di prima necessità diffondendo il panico tra la gente.
Sheriff  Abdallah si aggira con una scorta formata da quattro uomini armati di fucili di assalto Galil in una macchina sempre accodata alla sua limousine con targa diplomatica, vista la sua carica di console onorario italiano. Le sue guardie del corpo ogni tanto armi in mano si occupano di risolvere i problemi di transito per fare strada al loro capo in occasione di ingorghi impossibili che sono anche molto frequenti.
Di recente c’è stata un’incursione di manifestanti negli uffici del Consolato Onorario. Il fatto è stato attribuito alla sua amicizia con il presidente Jovenel Mose al quale ha finanziato la campagna elettorale con 4 milioni di dollari. Pochi danni e permanenza breve dei dimostranti all’interno degli uffici consolari. L’italo-egiziano è un uomo temuto e a ragione…
Questo è il nostro console onorario di Port au Prince!
Un consolato che contrariamente a ogni logica è rimasto legato a Panama anche dopo la riapertura della nostra ambasciata.

Laguna El Dudù: ultimissime informazioni con mappatura del fondo della laguna



Come si può vedere dall’immagine, il fondo della laguna El Dudù si divide in una parte denominata caverna e in un'altra denominata grotta, quest’ultima con un cartello all’ingresso che dissuade il sommozzatore di accedervi vista la pericolosità mortale del luogo. A 120 metri dal cartello c’è un cunicolo nel quale i due italiani si sono introdotti per cui questi hanno superato il cartello, hanno nuotato per 120 metri e poi si sono infilati in un cunicolo del diametro di 70 cm con sedimenti di roccia sciolti che intorbidiscono l’acqua immediatamente anche solo a seguito del contatto delle bollicine d’aria degli erogatori di ossigeno dei sommozzatori. La visibilità diventa nulla in questioni di secondi. Una trappola mortale! Si può vedere il luogo dove è stata individuata la prima vittima. Il suo corpo è rimasto incastrato nel tentativo di girarsi per tornare indietro. In effetti il cunicolo è a fondo cieco. La seconda vittima non è stata ancora rinvenuta per la mancanza di visibilità e perché il primo corpo è di ostacolo per la continuazione della ricerca.

Al riguardo riferendosi alla giornata di ieri giovedì il luogotenente dei carabinieri Sergio Cipolla in congedo ha dichiarato quanto segue: “Oggi abbiamo fatto un altro tentativo per recuperare i corpi, ma purtroppo non siamo riusciti nell’intento in quanto praticamente appena si entra nel tunnel piccolo, l’acqua diventa torbida immediatamente perché le bolle dell’erogatore quando si respira toccando il tetto del cunicolo fanno cadere tutta la sospensione e quindi dopo pochi secondi, cinque, massimo dieci non si vede più nulla. Pertanto lunedì si farà un altro tentativo con due subacquei speleologi sempre che verranno dalla Florida con delle apparecchiature a circuito chiuso. Praticamente questi autorespiratori non facendo bolle consentiranno una visibilità maggiore con maggiori possibilità di successo.”
All’operazione si sono aggiunti Franco Incarnato e Francesco Donatelli che facevano parte del nucleo sommozzatori di protezione civile Insieme nel Blu a Pescara e che si trovano in vacanza nel paese. Quindi sono quattro i sommozzatori italiani che partecipano all’operazione di recupero: Sergio Cipolla, Franco Incarnato, Francesco Donatelli e Luca Cipolla.
E sostiene ancora l’ufficiale in congedo: “Ogni volta che si entra là dentro l’acqua diventa torbida e quindi abbiamo dovuto sospendere le operazioni per consentire ai subacquei speleologi di poter entrare in totale sicurezza perché la prima cosa che ci interessa è la sicurezza dei subacquei”.
Il team di recupero si avvale della professionalità di Patrick Withman sommozzatore speleologo di fama mondiale che risiede in Messico.

giovedì 21 febbraio 2019

Storia di Franco, 62enne di Luino, da 28 anni nella Repubblica Dominicana




Vive nella provincia Santo Domingo nel quartiere Sabana Perdida. È arrivato nella Repubblica Dominicana 28 anni fa. Si chiama Franco ha 62 anni ed è di Luino in provincia di Varese.
“Vivo a Sabana Perdida. Sono iscritto all’AIRE. Ho 62anni. Di professione sono meccanico, ma per la vista non lo faccio più. Non riesco a vedere le parti piccole e poi ho anche la pancia. Ogni tanto lavoro da fattorino. Sto costruendo una moto per lavorare tutti i giorni. Sono partito da uno chassis vecchio, poi ho comprato tutti i pezzi e alcuni li ho fatti lavorare da un mio amico tornitore. Sono due anni che lavoro a questo progetto. Ci ho già speso 37.000 pesos, ma lo faccio anche per passione. “
Residenza nella Repubblica Dominicana
“Sono 28 anni che mi trovo nella Repubblica Dominicana. Avevo la residenza definitiva e quando hanno spostato Migración, tutte le residenze vecchie le hanno invalidate. Ho dovuto farla nuova. Scadeva due giorni dopo che me ne sono andato in Italia nel 2010. Quando sono ritornato nel 2013 non ero in grado di rinnovarla per mancanza di soldi, dato che mi volevano far pagare anche i tre anni in Italia. Così mi sono detto che non avrei rinnovato niente e mi sono messo a fare lavoretti.”
Come vive
“Ora nella miseria sopravvivo, la prendo con filosofia. Quando ho soldi compro riso pasta sardine tonno e li metto da parte per quando non trovo niente da fare. Almeno ho scorte per un paio di mesi. Quando non ne ho, mia figlia mi aiuta. Vivo così allegramente e mi arrangio senza chiedere niente a nessuno.”
“Ho una casa con il tetto di lamiera e ai 62 anni cerco di sopravvivere. Ho la fortuna di avere una salute di ferro. A volte mangio riso bollito e basta, aspettando che venga il momento di guadagnare qualcosa. Mi sento ricco e non ho niente. Non ho problemi, solo quello di mangiare, ma essendo grosso mi fa bene per la dieta. Prendo la vita allegramente fino a che Dio vorrà questa é la mia storiella.”
I tre anni in Italia
“Sono tornato in Italia nel 2010 e ho fatto diversi lavori, l’ultimo come camionista. Non mi hanno pagato. Sono andato dai sindacati e mi hanno fatto spendere 70 euro per iscrivermi. Ho parlato del mio caso e mi hanno risposto che costava di più l’avvocato di quello che avrei dovuto prendere. Sono andato a finire sotto i ponti e gli assistenti sociali mi hanno detto che per noi italiani non c’erano aiuti.
Quando é morta la madre di mia figlia sono impazzito e sono riuscito a racimolare 1500  euro. Ho pagato 1050 di viaggio e sono tornato con 450 euro e li ho spesi tutti per mia figlia che aveva 16 anni. Per fortuna ho trovato un lavoretto come autista. “
Cittadinanza della figlia
Ottenere la cittadinanza per sua figlia è il principale obiettivo che si è posto Franco al suo ritorno nella Repubblica Dominicana nel 2013. Non figurava come padre nel certificato di nascita. La madre non aveva mai voluto firmare. Dopo la morte di questa, ha dovuto procedere attraverso il tribunale e solo per l’esame del DNA ha speso 12.500 pesos. Non li aveva e per procurarseli ha venduto il frigorifero e la lavatrice. “Nel frattempo avevano chiuso l’ambasciata. Ho mandato le carte direttamente in Italia. Dopo, ancora altre carte. Adesso sto aspettando l’ultima. Mia figlia dovrà andare in ambasciata e pagare 300 euro di tassa perché è maggiorenne. È dal 2013 che sono in ballo, ma ho quasi finito. Mia figlia aveva al tempo 16 anni, ora ne ha 22, lavora e se ho bisogno mi aiuta. Mia figlia ha il suo lavoro e la sua vita.
Ritorno in Italia
Quando riuscirà a far avere la documentazione italiana a sua figlia aspetterà di raggiungere i 67 anni di età e se ne tornerà in Italia.

Michele Minghelli Vanni il cuoco di Parma deceduto a Santo Domingo alla vigilia di Natale del 2016. A seguire il caso è il noto avvocato Claudo Falleti


Torna alla ribalta dei media un caso di cui ci siamo già occupati. Si tratta di un cuoco morto alla vigilia di Natale del 2016. Michele Minghelli Vanni, 38enne di Ronco Campo Canneto in provincia di Parma. Il caso viene seguito dall’avvocato Claudio Falleti, legale della madre Stefania Boselli, che segue anche il caso delle famiglie Russo e Cimmino i tre cittadini napoletani venduti in Messico ad un gruppo di narcos il 31 gennaio 2018 e dei quali non si hanno più notizie. L’avvocato è riuscito a entrare in possesso della cartella clinica e del referto dell’autopsia che adesso verranno analizzati con cura. La signora Boselli aveva richiesto e pagato la documentazione senza ottenerla a causa della resistenza delle autorità locali. Ha ricevuto in consegna solo il corpo del figlio con un passaporto mortuario. Corpo trattato con formaldeide, svuotato degli organi e riempito di carta.
Michele era un ragazzo di sana e robusta costituzione senza problemi di salute. Si era diplomato come cuoco in un Istituto Tecnico Alberghiero di Parma. Conosceva bene la sua professione e il lavoro non gli mancava. Si era preso delle meritate ferie dopo un’intensa stagione estiva in Riviera. Un bravo ragazzo, sostiene la madre. Era già stato nella Repubblica Dominicana quattro anni prima ed era rimasto contento. È per questo che aveva deciso di ritornarci. È arrivato a settembre. A ottobre si è sentito male. Lo hanno ricoverato per anemia cronica. Ha riferito alla madre che probabilmente aveva bisogno di trasfusioni. Il 20 dicembre si è fatto sentire ancora una volta. La madre ha registrato la telefonata. Si sente che faceva fatica a parlare. Aveva infatti acqua nei polmoni, indossava la maschera di ossigeno. Aveva le gambe gonfie. Stentava anche con il suo italiano ormai, dopo così poco tempo, troppo inquinato di spagnolismi. Aveva deciso di rivolgersi all’ambasciata. Comunque al tempo eravamo senza ambasciata. Dipendevamo da Panama.
Michele aveva finito la stagione estiva prima di venire a Santo Domingo. Si suppone che avesse risparmiato qualcosa. A dicembre pensando di tornare in Italia si rivolge a un’ambasciata che al tempo non c’era e chiede a sua madre soldi per mangiare. La madre gli manda 200 euro. A ritirarli è una ragazza. Questo il giorno prima del suo decesso. Quindi in poco tempo aveva speso tutti i suoi risparmi. Le avvisaglie della malattia e il primo ricovero risalgono a ottobre. Ha trascorso tutto questo tempo in ospedale?
Ho sentito la registrazione dell’ultima telefonata di Michele a sua madre e da come parlava l’italiano dopo qualche mese di soggiorno qui non si direbbe che abbia frequentato tanti connazionali. Viveva immerso tra dominicani. Purtroppo ne sappiamo poco. Si trovava a Santo Domingo? Dove? In che ospedale è stato ricoverato? Chi lo ha ospitato? In che ospedale è morto? 
Tutte informazioni che ovviamente sono in mano all’avvocato.
La signora ha speso 6.000 euro per il rimpatrio della salma e per le altre spese.

sabato 16 febbraio 2019

Il marciapiede continua a essere, anche dopo il trasferimento nella nuova sede, la sala d'attesa dell'ambasciata italiana di Santo Domingo




Le installazioni erano obsolete ed è per questo che non si leggevano le e-mail. Le telefonate lasciamole perdere perché è ormai tradizione consolidata delle nostre ambasciate non rispondere ai numeri di telefono che figurano per il contatto con il pubblico. Le lamentele dei connazionali sono tante e si deve arguire che pur in presenza di installazioni nuovissime e moderne nulla è cambiato con il trasferimento alla nuova sede Ginaka 2.0 nel quartiere Bella Vista.
Per fortuna qui ci mette una pezza più di qualche volta la vocazione alla solidarietà del presidente del Com.It.Es. Paolo Dussich, che invita i connazionali a rivolgersi a lui in caso di impossibilità di contattare l’ambasciata e a tal fine fornisce il suo indirizzo e-mail: p.dussich@gmail.com.
Quindi il trasferimento nella nuova sede non sembra abbia giovato granché alla comunicazione tra utenti e ambasciata che continua ad essere una fortezza inaccessibile con un servizio Prenota Online che rassomiglia molto a una lotteria e che altrove è stato migliorato o addirittura eliminato, ma che da noi persiste alla vecchia maniera.
Pur essendo il Ginaka 2.0 un moderno edificio, gli assembramenti di italiani sul marciapiede antistante sotto la pioggia e il sole persistono con l’aggravante ora di un umiliante confronto. Solo gli italiani sono esposti alle non clementi intemperie dei tropici. Gli olandesi e i tedeschi, che hanno le loro ambasciate al quarto i primi e al quinto e al sesto piano i secondi, possono accedere liberamente alle loro sedi diplomatiche addirittura senza prenotazione.
Solo dieci persone sono ammesse all’interno degli uffici, gli altri attendono sul marciapiede, magari chissà derisi anche dagli altri europei più fortunati.
Una sala d’attesa sui generis che la dice lunga sulla considerazione di cui godono i connazionali ai vertici della nostra ambasciata. Mano a mano che fuoriesce dagli uffici della gente vengono accolti all’interno della sede nuovi utenti. Il “traghettatore”, un impiegato di nome Roberto. Gentilezza assoluta da parte del personale, una cosa che ho potuto constatare anch’io. Un importante punto a favore. Speriamo che un po’ alla volta se ne aggiungano degli altri.
Qualcuno si chiede che fine farà la sede di via Objio. La risposta me l’ha data lo scorso mese di ottobre il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo in persona: verrà ristrutturata e modernizzata e tornerà ad essere la sede della nostra ambasciata.

venerdì 15 febbraio 2019

La fondazione di solidarietà italiana funziona! Ed è una buona notizia anche se a qualcuno non piace...




C’è chi dedica il suo tempo e le sue risorse alla solidarietà e c’è chi calunnia…
La Fundacion Solidaridad Italiana ha avviato la sua attività pochi mesi fa e può già annoverare diversi interventi a favore dei connazionali in difficoltà. Altri casi sono stati esaminati e non sono stati ritenuti meritevoli di aiuto per diversi motivi. La Fundacion non è un ente erogatore di denaro a fondo perso, ma si prefigge di trovare soluzioni sostenibili per chi le si rivolge per un aiuto.
Tutto quello che si afferma deve avere delle basi credibili. Ho affermato che la Fundacion Solidaridad Italiana svolge un’attività di sostegno ai connazionali soggiornanti nell’isola senza scopo di lucro e questo lo ho anche dimostrato. Di solito anzi i membri della Fundacion ci rimettono oltre al tempo anche soldi di tasca loro per portare avanti le iniziative di solidarietà. Anche questo è facilmente dimostrabile.
Ora c’è chi continua a denigrare questa associazione, tacciandola di politica. Ad esempio c’è chi sostiene che La Fundacion Solidaridad Italiana sia un’emanazione del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero. Certo è facile emettere giudizi sulla base di niente. Chi lo fa però compromette la sua credibilità il che si ritorce in definiva su tutto quanto sostiene e propone nelle reti sociali. Questo se si tratta, come in questo caso di una persona presente nei gruppi di Facebook.
Si dice che la Fundacion Solidaridad Italiana sia un’emanazione del MAIE. Mi chiedo e perché non del M5S? E perché non del CTIM?
Ma queste cose chi accosta la Fundacion Solidaridad Italiana al MAIE le sa benissimo. Le sue accuse sono semplicemente campate in aria. Ma vediamo un po’ qual è la composizione della menzionata fondazione:
1. FLAVIO BELLINATO (presidente – lic. in “Diplomacia y Servicios Internacionales” e Segretario del Com.It.Es. - Comitato degli italiani residenti all’estero. Coordinatore Rep. Dominicana MAIE
2. LUCA PELLEGRINI (vicepresidente – Interprete Giudiziale e rappresentante del Patronato Encal-Impal Repubblica Dominicana), noto simpatizzante M5S
3. DIANA SPEDICATO (tesoriere – consulente per le questioni legali), non schierata politicamente
4. ALDO BURZATTA (Interprete Giudiziale e presidente dell’Associazione Emilia Romagna RD) non schierato politicamente
5. ANTONIO BAGNARA (commerciante), attivista M5S
6. IVO BELLACINI (pensionato y presidente dell’Associazione Pensionati RD), attivista M5S
7. AGOSTINO CITTI (amministratore alberghiero), simpatizzante M5S
8. PAOLO DUSSICH (imprenditore e presidente del Com.It.Es. - Comitato degli italiani residenti all’estero) presidente del CTIM
9. RICKY FILOSA (giornalista), coordinatore Centro e Nord America
10. EUGENIO NERI (pensionato), coordinatore MAIE
11. GIANCARLO SIGNORE (amministratore alberghiero), non risulta schierato politicamente
Tirando le somme, ci ritroviamo con tre consiglieri appartenenti al MAIE (Bellinato, Filosa, Neri), tre appartenenti al M5S (Pellegrini, Bagnara, Bellaccini), uno appartenente al CTIM (Paolo Dussich) e quattro indipendenti (Spedicato, Burzatta, Signore, Citti).
Vogliamo chiamare la Fondazione in questione come emanazione del MAIE? È bene che chi lo fa si dia una regolata. Innanzitutto è una squadra che non si è inventata l’altro ieri. Dussich, Burzatta e Bellaccini esercitavano la solidarietà verso gli italiani quando chi critica ora la fondazione non sapeva nemmeno dove si trovasse la Repubblica Dominicana. Bellinato, Pellegrini e Spedicato sono attivissimi e pronti sempre a fornire informazioni ai connazionali. Giancarlo Signore si era già dati da fare a Las Terrenas per risolvere problemi degli italiani colà residenti prima ancora che si parlasse di MAIE. Neri si rende utile nel settore delle pensioni rispondendo a quesiti posti dagli italiani nei gruppi di Facebook e Bagnara è un probabile candidato M5S alle prossime elezioni europee anche Citti ha partecipato a diversi eventi di promozione della nostra comunità.
Qualcuno sente allora invidia che altri dedichino il loro tempo e le loro risorse alla solidarietà e ricorre quindi alla calunnia per infangare il loro operato? Certo che la natura umana ha dell’incredibile! Si può sentire invidia anche nei confronti di chi ci rimette senza guadagnarci niente per offrire un servizio alla comunità!

mercoledì 13 febbraio 2019

Una visita promettente



Ecco il testo in italiano dell'articolo pubblicato oggi dal nostro ambasciatore Andrea Canepari sul giornale Diario Libre. 

"La visita di Sua Eccellenza il Presidente Danilo Medina all'Italia è parte di un’importante storia comune, ma soprattutto è un segno di un nuovo impegno da parte di entrambi i paesi volto a cogliere insieme nuove opportunità economiche e culturali atte a creare ponti viventi tra i due paesi.
Quest'anno celebriamo il centoventesimo anniversario dei rapporti diplomatici tra l'Italia e la Repubblica Dominicana, ma la nostra amicizia risale a molto tempo prima. Le antiche relazioni umane hanno dato seguito a relazioni commerciali, successivamente consolari e infine diplomatiche: è risaputo che il primo a giungere nell'isola fu il genovese Cristoforo Colombo, o Cristobál Colón. Dopo di lui, altri commercianti genovesi apportarono sviluppo a partire dal settore agricolo.
Ricordo il ruolo svolto dal commerciante genovese Juan Bautista Cambiaso, eroe dell'indipendenza dominicana e fondatore della Marina di guerra, oggi chiamata Armada Dominicana. È una storia che non tutti conoscono, ma che abbiamo commemorato insieme con l'allora Comandante Generale della Armada, Vice Ammiraglio Miguel Peña Acosta, in una cerimonia molto commovente nel Pantheon Nazionale il 21 giugno scorso. Ricordo anche l'emozione durante la cerimonia di inaugurazione della nave scuola, il 25 agosto scorso, che porta il nome dell’ammiraglio genovese Juan Bautista Cambiaso e alla quale era presente Sua Eccellenza il Presidente Medina.
Italiani e dominicani hanno creato insieme il giornalismo in questo paese, rafforzato le istituzioni ecclesiastiche, apportato tecnologia per lo sviluppo dell’allevamento di bestiame e dell'agricoltura, sviluppato l'industria del turismo e creato arte. Questi esempi di storia condivisa ci portano a considerare le nuove opportunità che possiamo creare, l'Italia e la Repubblica Dominicana insieme, nei settori dell'economia, della cultura e della cooperazione politica.
La grande comunità italiana delle prime emigrazioni si unisce ai numerosi connazionali che hanno deciso di scrivere una nuova pagina della loro vita in questo paese. Insieme ai tanti amici dell’Italia che annoveriamo, possono essere i catalizzatori di nuove opportunità a vantaggio di entrambi i paesi. In realtà, le nostre economie sono sinergiche e veramente credo che con la visita di Sua Eccellenza il Presidente Medina e con le conversazioni che avranno luogo con Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, la storia passata e il futuro si uniranno per dar luogo a un contesto di progresso comune.
La visita di Sua Eccellenza il Presidente Medina a Roma si svolge nell’ambito di un anno culturale attivo in cui centoventi eventi sono stati pianificati per rappresentare gli anni di relazioni diplomatiche: un’iniziativa inaugurata lo scorso giugno alla presenza di Sua Eccellenza la Vicepresidente della Repubblica Dominicana, la dott.ssa Margarita Cedeño. Ogni evento è stato realizzato con la collaborazione delle istituzioni dominicane, le università dei due paesi, i musei, i centri culturali, le organizzazioni comunitarie e le imprese che hanno creduto in questo progetto e che si sono impegnate a mettere in evidenza la storia che ci lega e a costruire insieme delle prospettive per il futuro. La moda italiana e la creatività dei due paesi si sono unite nello splendido Blue Mall, dove sono stati esposti un centinaio di abiti haute couture italiani e al quale hanno partecipato anche studenti di design dominicani.
Vale la pena ricordare la conferenza dello scorso ottobre sul contributo dell'Italia al diritto costituzionale in generale e anche a quello dominicano, tenuta dall'onorevole presidente della Corte costituzionale, il dott. Milton Ray Guevara. Va altresì evidenziato il grande interesse degli scienziati di entrambi i paesi a una collaborazione con il Ministerio de Educación Superior, Ciencia y Tecnología (MESCYT) con l'importante presenza dell’onorevole ministro Alejandrina Germán.
Da un punto di vista politico bilaterale, ricordo la decisione del presidente Dominicana pro tempore del SICA, di celebrare nello scorso mese di maggio a Roma la riunione dei Ministri degli Esteri del SICA, dove ha avuto luogo anche l'incontro di Sua Eccellenza il Ministro degli affari esteri, Miguel Vargas, con il collega italiano. Il Ministro Vargas ha anche partecipato, insieme all'Onorevole Sottosegretario degli Affari Esteri d'Italia, Ricardo Antonio Merlo, all'inaugurazione della nuova sede dell'Ambasciata italiana a Santo Domingo, un segno dell'impegno italiano per fornire servizi consolari più efficienti per la comunità e creare modi per collaborare meglio con la Repubblica Dominicana. Il Sottosegretario Merlo, il Cancelliere Vargas e l'onorevole Segretario Generale dell'Istituto Italo-Latino Americano (IILA) Donato Di Santo hanno anche inaugurato presso il prestigioso Centro de Convenciones de la Cancillería, la mostra fotografica per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’IILA, un’organizzazione creata per promuovere il dialogo tra l’Italia e la regione.
Questi eventi importanti che hanno avuto luogo in un tempo così breve sono il segno di una rinnovata attenzione da parte dei due paesi per ciò che hanno fatto e possono fare insieme. Sono convinto che la visita di Sua Eccellenza il Presidente Danilo Medina a Sua Eccellenza il Presidente Sergio Mattarella raggiunge l’apice del dialogo trai due Paesi e consentirà a rafforzare l’interesse nelle prospettive comuni."

martedì 12 febbraio 2019

Laguna Dudú: Carlo Basso, un sub esperto tradito forse da un’eccessiva sicurezza



Un ligure, Carlo Barbieri e un veneziano, Carlo Basso. Ecco spiegata la loro passione per il diving. Carlo Barbieri, di Levanto in provincia di La Spezia e Carlo Basso, veneziano di nascita, risiedeva a Lavagna in provincia di Genova.
Il 44enne veneziano Carlo Basso era arrivato a Santo Domingo nei primi giorni di febbraio, la prima vacanza che si concedeva dopo molto tempo in cui aveva dedicato la sua vita al lavoro. Nato alla Cipressina, un quartiere della terraferma veneziana, Basso si era trasferito in Liguria più di una decina di anni fa. Faceva l’istruttore subacqueo e gestiva un’attività con corsi di diving, garantendo immersioni in sicurezza.
Gli amici infatti lo ricordano come un professionista molto esperto e premuroso, anche per questo ha potuto immergersi nella laguna dove l’accesso è concesso solo in seguito alla presentazione di una certificazione che attesti l’addestramento idoneo e solo dopo il noleggio di un’attrezzatura particolare per quel tipo di immersioni.
L’eco della scomparsa è arrivato ieri anche a Mestre, tanto che in serata nella chiesa della Cipressina si è tenuta una veglia di preghiera organizzata dalla comunità che il mestrino frequentava prima di trasferirsi in Liguria.
Da giovane frequentava gli scout, giocava a football americano negli Islanders Venezia, aveva anche due figli, poi si è trasferito all’estero prima di ritornare in Italia. Negli ultimi mesi aveva cambiato attività e lavorava come collaudatore presso il Sundeck Yachts riuscendo così ad organizzare la tanto agognata vacanza assieme all’amico che viveva da tempo in Repubblica Dominicana dove faceva l’imprenditore edile.
Carlo Basso ha un fratello sacerdote della Diocesi di Venezia che opera da anni nella missione di Ol Moran in Kenya. «Mio fratello era un bravo istruttore, ma non conosceva la zona, forse è stato un azzardo immergersi in quel lago, almeno da quello che ci raccontano le autorità del posto», spiega don Giacomo dal Kenia. Le lagune infatti sono due, collegate da un circuito di tunnel in profondità, alcune sono particolarmente pericolose tanto che alla più grande è posto il divieto di avvicinamento a cinquanta metri.

lunedì 11 febbraio 2019

Due italiani scomparsi dopo un’immersione nella laguna Dudú del comune di Cabrera nella provincia María Trinidad Sánchez.



Carlo Barbieri, 57enne (di Novara?) imprenditore edile residente a Las Terrenas da diversi anni e Carlo Basso, 44enne (di Venezia?), giunto nella Repubblica Dominicana il 6 febbraio scorso. Entrambi appassionati di diving.
Sono partiti da Las Terrenas sabato scorso e presa a noleggio la necessaria attrezzatura hanno fatto un’immersione verso le ore 17 e non sono più riemersi. Questa laguna rientra nella proprietà di privati. Un tempo vi pascolava intorno il bestiame. Dal 1993 viene utilizzato per il diving.
Al suo interno ci sono dei tunnel e delle grotte. La sua profondità è di 22 metri. Nel fondo l’acqua si intorbidisce facilmente al passaggio dei sommozzatori per la presenza di una sostanza farinosa che impedisce la visibilità. Questo rende il diving pericoloso ed è il principale motivo per cui ancora i connazionali non sono stati trovati. L’acqua ci mette molto a riacquistare la sua trasparenza.
All’interno dei tunnel ci sarebbe anche una sacca d’aria. Per questo motivo non si è ancora persa la speranza di ritrovarli in vita. L’acqua in profondità è salata e la temperatura molto bassa per cui la permanenza in una di queste sacche non garantirebbe comunque la sopravvivenza.
Secondo il responsabile dell’attività del diving della laguna Dudú alla base di questo intrappolamento in profondità degli italiani ci sarebbe un loro comportamento imprudente. Comunque l’attrezzatura per il diving dovrebbe essere concessa solo a seguito della presentazione di una certificazione attestante un addestramento idoneo. Questo, secondo il regolamento del sito.
Probabilmente i due connazionali si sono sentiti molto sicuri e hanno rischiato più del dovuto. Le lagune sono due e sono collegate da un circuito di tunnel in profondità. Ci sono anche delle grotte e queste sono più pericolose. Alla più grande si vieta un avvicinamento superiore ai 50 metri.
Carlo Barbieri è ben noto nella comunità di Las Terrenas e partecipa attivamente alle iniziative cittadine. In particolare fa parte dell’associazione Mahatma Gandhi, un progetto di prevenzione e mitigazione dei disastri. È sposato con Carolina, perito agronomo, che collabora con la sua impresa edile. È atteso per oggi l’arrivo dei familiari di entrambi i connazionali scomparsi.
Ricordiamo che Cabrera è l’unico comune dominicano che ha come sindaco un cittadino italiano: Jorge Hugo Cavoli.

domenica 10 febbraio 2019

Lettera aperta del connazionale Fabrizio Ducci alla Comunità italiana nella Repubblica Dominicana e agli italiani in genere. Un invito alla solidarietà



Un’esperienza arricchente anche se fortemente negativa quella che ha avuto Fabrizio Ducci, di Roma, nella Repubblica Dominicana dove ha soggiornato per alcuni anni a San Fernando de Montecristi.
Le perdite patrimoniali subite e le condizioni di vita disagiate alle quali è stato costretto sono state compensate da un arricchimento interiore. E quindi oggi ci lancia questo bellissimo messaggio. Delle sue esperienze possiamo fare tesoro anche noi, preoccupandoci di meno di cose che in fin dei conti sono banali ed essendo più solidali con gli altri che è quello che conta.
«Tante persone che sento in giro e che vedo che vivono di paure: Equitalia, Agenzia delle Entrate e via dicendo. Forse gli farebbe bene vivere come ho vissuto io qualche anno fa in Rep. Dominicana dopo che sono stato truffato. Baracca di legno e lamiera, senza bagno, senza acqua, da mangiare un po' di riso con il pollo se si era fortunati o mango e avocado, lavandosi con secchi di acqua. La luce, tre lampadine, quando poi la luce ce l’avevi per qualche ora. Sperare di non contrarre il dengue tramite puntura di zanzare e rischiare la vita, non avendo 40 euro per curarsi…
Ma di che avete paura? Di perdere qualche centinaio di euro? O di perdere il vostro status? Ricordate che il bene più prezioso è la dignità, è essere positivi sempre, è essere solidali, è aiutare chi è in difficoltà… e grazie a voi vedere un sorriso nella persona che avete aiutato.
Invece voi pensate a Equitalia, pensate: “Oddio e se non pago la bolletta?” Vi fate prendere da ansie e da quel momento quindi smettete di vivere... o dite "Guarda, ho tanto da fare non ho tempo da dedicarti o per ascoltarti”, “Guarda, mi spiace ma ora non posso aiutarti"...
Sì, vi farebbe bene vivere come ho vissuto io e capireste che il vostro egoismo non serve a nulla perché il bene più prezioso non sono i soldi ma la solidarietà: vivere con il pensiero che qualcuno sta peggio di voi e che potete aiutarlo e guardarvi allo specchio, dicendovi "Sono felice di aver aiutato chi aveva bisogno e poco importa la paura di non poter pagare Equitalia o cose del genere, sono felice perché ho dato un sorriso a chi aveva bisogno e questo sorriso vale più di una rata da pagare, perché lo porterò sempre con me".
Morale: non vivete nell'egoismo e con le paure, vivete la vita! Oggi ci siamo, domani non si sa. Aiutate chi è in difficoltà, vivete il giorno che state vivendo come se fosse l'ultimo e aprite il cuore senza se e senza ma. Aiutare chi ha bisogno è la vera ricchezza, perché ricordate che le bare non hanno le tasche e se domani non ci sarete più, vi sarete privati di vedere il sorriso di chi avreste potuto aiutare.»
Fabrizio Ducci

sabato 9 febbraio 2019

LA IELLA, GLI IETTATORI E L'ETERE




È risaputo che noi italiani siamo fortemente superstiziosi. Almeno noi, quelli di una volta. Non so i giovani. Probabilmente questi ultimi non si sono mai posti il problema. Si tratta in fondo di generazioni cresciute davanti al televisore con tutti gli apparecchi elettronici di questo mondo e adesso anche con lo smartphone. Dubito che si siano mai posti il problema del malocchio o del gatto nero che ti attraversa la strada all'improvviso o della iella. Non si sono posti il problema, ma ne saranno sempre vittime...
Almeno noi reagiamo ancora prontamente a certe situazioni e ci muoviamo nel mondo con cautela. Streghe e stregoni involontari o meno, iettatori, consapevoli e non, ci sono in ogni angolo di strada. Pronti a rovinarti la vita!
Per fortuna è vero che siamo superstiziosi, noi della vecchia guardia, ma è anche vero che sappiamo come premunirci dalla malasorte e dai sortilegi di ogni tipo, nonché dalla terribile iella. Innanzitutto non beviamo caffè mai a casa della suocera. Elementare! E poi abbiamo l'occhio allenato per riconoscere lo sfigato porta iella. Noi "vecchi" italiani veraci abbiamo infatti sviluppato col tempo quella sensibilità che ci consente di capire quando una persona è uno iettatore. E non è che questa sia una cosa da prendere sotto gamba soprattutto oggi come oggi. La caratteristica principale dello iettatore sta nell'aspetto fisico, il colorito della faccia è o troppo pallido oppure grigiastro. Mai un colorito roseo alla Trump tanto per rendere un'idea. Quando parla sembra quasi che quel po' di vita che ha lo stia abbandonando. Mai una tonalità crescente, sempre un'esalazione costante e le ultime parole sono bisbigli. Se in qualche momento hai pensato di avere di fronte uno zombi, ecco allora che eri invece in presenza di un vero e proprio iettatore! Il morto che parla! È venuto in mente pure a te? Allora fratello da buon italiano conosci anche il numero al quale mi riferisco: il 47: "o muorto che parla".
Ti conviene darti subito alle gambe! Non dimenticando di stringere fortemente i tuoi attributi mentre corri e preghi. Dubiti che sia possibile, correre e tenere stretti gli attributi? Si può fare, dai retta a me! E si deve fare! Non c'è altra scelta... Le conseguenze della iella possono essere devastanti: si può trasformare subito in effetti negativi a livello economico, di vita privata, di lavoro e last but not least, sessuali, oltre che nella peggiore delle ipotesi a morte subita!

La grattata in quel posto che talvolta si avvicina a una quasi strappata a seconda della gravità del caso è la soluzione infallibile che ci è stata tramandata dalla generazione che ci ha preceduto e che non c'è più. E con lei se ne è andata tutta la scienza della iella e quel po' che rimane se ne andrà con noi, che sappiamo tanto e ignoriamo tantissimo.
Visto che siamo in pochi a saperle queste cose mi chiedo e vi chiedo cari giovani di una volta: secondo voi la iella si può diffondere anche con i mezzi televisivi e radiofonici? Attendo volentieri i vostri pareri. Comunque speriamo di no e teniamoci sempre pronta la mano destra per quella infallibile mossa scaramantica.

La paternità in caso di separazione è un’esperienza traumatica. Ecco cosa ci racconta il nostro connazionale Flavio Meluzzi.



Lui 50enne, italiano di Roma, lei 35enne, dominicana di La Romana, si sono sposati circa 10 anni fa e hanno avuto una bambina che ora ha 7 anni. Vivono separati ormai da diversi anni. Ecco cosa dichiara il connazionale in questione Flavio Meluzzi: “Questa donna mi ha dato le spalle e si è messa a cercare subito un altro uomo nel momento in cui la mia situazione è cambiata. Da allora sto passando un inferno tra i problemi economici, le liti e le inutili discussioni con la madre di mia figlia. Non mi viene permesso di portare la bambina in Italia dove potrei darle una vita migliore. Non mi posso permettere un avvocato e alla “Fiscalia” hanno dato ragione alla madre che ha diffamato me e la mia famiglia con menzogne di fronte al Giudice.
Dopo 28 mesi che ho trascorso in Italia per lavorare e fare sacrifici lontano dalla mia bambina, ingannato dalla madre che mi diede a intendere che era disponibile a stare con me. Invece quando me ne andai, approfittò per rifarsi una vita, provando con altri uomini. Nello stesso tempo mi è sempre stata negata la bambina. Per questo sono stato obbligato a fare grandi sforzi e ho dovuto tornare nella Repubblica Dominicana. Sono qui da 4 mesi per riabbracciare la piccola e stare con lei quanto più possibile. Nel frattempo ho esaurito di nuovo tutte le mie risorse e mi trovo in condizioni molto gravi senza un lavoro, che sto tentando di trovare, né aiuti economici da nessuna parte. La mia ormai ex moglie seguita a farsi la sua vita e seguita a far vivere mia figlia in condizioni bruttissime. E oltretutto mi chiede solo i soldi per il mantenimento della piccola e a questo ho sempre adempiuto puntualmente e fino a un mese fa le ho sempre dato quello che dovevo sia dall’Italia che poi qui. Ora sono solo e senza risorse né per mia figlia né per me. Ho tentato mille volte un dialogo con la madre anche coinvolgendola in un progetto di partenza per tutti e tre, ma non vuole saperne e solo offende e accusa. È malvagia, crudele, falsa, anche se agli occhi di molti appare il contrario. Voglio solo che si faccia luce sul mio caso e che qualcuno possa aiutarmi. Ho atteso mesi prima di pensare di rendere pubblica la mia storia, che pochi conoscono, perché mi vergognavo, ma arrivati a questo punto e per il bene di mia figlia non posso fare altro che chiedere aiuto. Grazie!”
Flavio Meluzzi vive a Bayahibe e lancia questo appello alla nostra comunità. È legalmente ancora sposato con la madre della bambina che è italiana e che ha già viaggiato insieme alla madre in Italia. Flavio è iscritto all’AIRE ma non ha la residenza dominicana. Vorrebbe trovare un lavoro per rimanere accanto alla bambina ed essere in grado di pagare un avvocato per ottenere il suo affidamento. Il suo sogno è tornare in Italia dove ritiene che lei crescerebbe meglio.
Una storia frequente purtroppo. Comunque nel 99% dei casi, i figli minori vengono affidati alla madre, ma la speranza è l’ultima a morire e Flavio Meluzzi non vuole allontanarsi di nuovo dalla sua adorata bambina.
A volte però bisogna imparare a controllare anche l’amore per i figli, soprattutto quando si vive separati dalla loro madre. Si soffre sicuramente di meno e poi non si va a sbattere la testa costantemente contro un muro.

giovedì 7 febbraio 2019

Alcuni aspetti dei rapporti con le banche dominicane, degli investimenti e dei trasferimenti di denaro dall’Italia verso la RD e viceversa.


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Aprire un conto presenta senz’altro dei problemi nella Repubblica Dominicana in tempi di caccia al riciclaggio, alla base della quale ci saranno sicuramente degli ottimi motivi, ma che rendono la vita difficile a chi si sposta da un paese a un altro e vuole avere la disponibilità dei soldi che ha in patria. Soprattutto quando non si è ancora legalmente residenti sul posto. Quattro sono le banche principali della Rep. Dominicana, Banreservas, Banco Popular, Scotiabank e BHD Leon. Ognuna loro è un mondo a sé stante e la procedura per l’apertura di un conto varia da banca a banca. C’è chi sostiene che il Banreservas sia il più accessibile, anche con il BHD l’esperienza per molti è stata positiva. Stiamo parlando di normali conti di risparmio sui quali non è possibile, tanto per intenderci, staccare assegni. I conti di risparmio possono essere in pesos, in dollari e in euro.
Se i fondi non vengono vincolati non producono interessi. Possono quindi essere vincolati attraverso certificati di deposito o attraverso certificati finanziari, la differenza tra le due forme di risparmio è la durata del vincolo e si può disporre dei fondi prima della scadenza, pagando una penale di cancellazione calcolata sul tempo mancante per la scadenza. Le penalità di cancellazione ammontano al 2% per i certificati in pesos, allo 0,4% per i certificati in USD e allo 0,03% per quelli in euro.
Il deposito a termine non prevede questa cancellazione anticipata e quindi frutta interessi leggermente più elevati. Gli interessi variano da banca a banca e anche a seconda della durata del vincolo. Per i certificati di deposito e finanziari e per i depositi vincolati in pesos i tassi si aggirano sul 7% annuo mediamente in pesos, sull’1,55% in USD e sullo 0,05% in euro.
Si possono acquistare sempre attraverso queste banche i certificati del Banco Central che hanno rendimenti anche superiori al 9%, ma la cui durata minima è di 7 anni.
Gli interessi in pesos devono essere confrontati con la somma del tasso d’inflazione, del tasso di svalutazione del peso rispetto alla moneta dell’investimento e del 10% che si prende la banca.
Il tasso di inflazione nel 2018 è stato dell’1,17% e la svalutazione rispetto al dollaro del 6%, mentre per l’euro non ci sono state variazioni.
Ne consegue che chi ha cambiato i suoi euro in pesos per usufruire dei migliori tassi ci ha guadagnato e chi invece ha investito in dollari non ha avuto alcun percepibile risultato positivo.
I trasferimenti dal conto italiano al conto dominicano sono possibili per le principali banche. Hanno la durata di un paio di giorni. Il conto di destinazione deve essere in euro per ridurre le spese e la perdita sui cambi. Il costo dell’operazione si aggira sui 20 euro e varia a seconda della banca intermediaria tra l’Italia e la Rep. Dominicana.
Il trasferimento verso il conto italiano è anche possibile e ha un costo fisso di circa 50 USD. Per il trasferimento alle banche dominicane bisogna essere a conoscenza dello Swift, per quello alle banche italiane serve l’IBAN.
Dall’Italia si possono trasferire non più di 10.000 dollari. Superato questo limite, tra l’altro annuale, bisogna essere in grado di presentare documentazione atta a dimostrare l’origine dei fondi.

La Repubblica Digitale, un importantissimo progetto di Danilo Medina che è quasi concluso


L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone sedute e folla

La Repubblica digitale è il nome della rivoluzionaria iniziativa del presidente Danilo Medina per l’uso e l’applicazione della tecnologia a favore dello sviluppo della Repubblica Dominicana. Si basa su quattro grandi pilastri
banda larga per tutti con l’abilitazione di numerosi punti di accesso a internet con WiFi gratuito in tutti gli spazi pubblici e zone strategiche dove esiste poca penetrazione di internet, promuovendo il calo dei prezzi della rete con un obiettivo di riduzione delle tariffe di un 30% e l’ampliamento dell’accesso a Internet fino a un 70% grazie tra l’altro alla rete nazionale di fibra ottica che si sta già installando;
un computer per ogni studente e per ogni maestro. Oltre un milione di computer verranno consegnati gratuitamente a studenti e maestri come strumento tecnologico ai fini dell’educazione, un tema tanto necessario per il paese;
il governo digitale per offrire ai cittadini i servizi amministrativi online insieme a una maggiore trasparenza nell’amministrazione pubblica;
la Repubblica digitale produttiva che cerca di dare alle aziende opportunità di reddito e di creazione di posti di lavoro, stimolando il commercio elettronico e lo sviluppo delle piccole e medie Industrie.
Tutto questo dovrebbe portare a un maggiore sviluppo della Repubblica Dominicana.
Intanto 89 dominicani su 100 hanno un telefono cellulare, l’equivalente a 9,3 milioni di persone. La maggioranza è anche collegata a internet il che è alla base della rivoluzione digitale in atto. L’entrata in vigenza della Repubblica Digitale avrà luogo il prossimo anno.
Cambierà tutto e ci sarà un effetto positivo per l’economia, l’educazione, la salute, lo sviluppo dell’infanzia e della gioventù. Aumenterà anche la capacità delle imprese di concludere affari. Ci saranno oltre 890 punti a livello nazionale nei quali sarà possibile per tutti i cittadini accedere a internet in modo gratuito ad esempio negli ospedali, nei parchi dei 222 distretti municipali, nelle 18 estensioni della UASD oltre che nella sede centrale. Una copertura nazionale all’accesso delle persone a internet e per di più in maniera gratuita.
Ogni 10% di incremento dei collegamenti a internet in un paese, il PIL aumenta di un 3% e diminuisce la disoccupazione di un 2%.