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giovedì 7 febbraio 2019

Una minaccia di Trump a Maduro che desta perplessità



Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invitato di recente Nicolas Maduro presidente in carica del Venezuela a ritirarsi in qualche isoletta dei Caraibi per godersi in santa pace (uragani permettendo) il resto della sua vita. L’alternativa sarebbe stata secondo allusioni non tanto velate il suo prelievo forzato da Caracas e l’incarcerazione a Guantanamo, l’enclave USA di Cuba.
Queste minacce del primo presidente arancione degli Stati Uniti ricordano l’incursione dei marines del 1989 a Panama che hanno concluso la carriera politica dell’allora presidente Manuel Noriega e iniziato un suo soggiorno carcerario negli Usa, in Francia e di nuovo a Panama dove è deceduto all’età di 83 anni.
Ma Trump parlava sul serio o scherzava?
Non sempre le invasioni USA negli stati dell’America Latina sono andate a buon fine. Nel 1964 l’invasione della Repubblica Dominicana costò al colosso americano la vita di molti soldati il cui numero preciso la storia non ci ha voluto ancora svelare. La caparbietà di un popolo ribelle per natura e i 100 uomini rana istruiti dall’ufficiale italiano della Decima Flottiglia Mas, Ilio Capozzi hanno dato filo da torcere ai gringos che da queste parti ci penseranno due volte prima di ritornarci senza chiedere permesso.
Vuoi che sia vero che l’uomo arancione vociferante del nord intenda prelevare Maduro da Caracas stile Noriega? Qualche dubbio è lecito. L’esercito venezuelano è uno dei più preparati e armati del continente e poi ci sono i russi e i cinesi…
C’è chi vuole la guerra civile, chi vuole l’intervento americano, chi un altro Vietnam, un’altra Siria, un altro Irak in Venezuela. Di solito questi soggetti aizzanti si trovano a sicura distanza dal paese sudamericano. Non temono per le loro vite e nemmeno per quelle delle loro famiglie. Vogliono un intervento, una rimozione definitiva e immediata di Maduro. Certo non tengono conto che dei conflitti simili hanno provocato centinaia di migliaia di morti e che non sempre si sono conclusi positivamente, cioè come si voleva, come invece è avvenuto in Libia e in Irak con la morte dei presunti dittatori invisi all’America. In Siria ad esempio il dittatore è ancora in carica più potente e armato che mai e penso che nel Venezuela sarebbe anche difficile una definizione veloce e di successo a favore dei gringos.

Comunque è di moda gridare all’intervento, al riconoscimento del nuovo presidente a livello internazionale e chi non si aggiunge al coro non è gradito. Per fortuna l’Italia non si è accodata agli interventisti, perché riconoscendo Guaidò l’avrebbe fatto. In fondo la situazione del Venezuela si può risolvere a tavolino senza il ricorso alle armi. Basta un po’ di buona volontà!