Cerca nel blog

giovedì 7 febbraio 2019

Alcuni aspetti dei rapporti con le banche dominicane, degli investimenti e dei trasferimenti di denaro dall’Italia verso la RD e viceversa.


Nessuna descrizione della foto disponibile.
Aprire un conto presenta senz’altro dei problemi nella Repubblica Dominicana in tempi di caccia al riciclaggio, alla base della quale ci saranno sicuramente degli ottimi motivi, ma che rendono la vita difficile a chi si sposta da un paese a un altro e vuole avere la disponibilità dei soldi che ha in patria. Soprattutto quando non si è ancora legalmente residenti sul posto. Quattro sono le banche principali della Rep. Dominicana, Banreservas, Banco Popular, Scotiabank e BHD Leon. Ognuna loro è un mondo a sé stante e la procedura per l’apertura di un conto varia da banca a banca. C’è chi sostiene che il Banreservas sia il più accessibile, anche con il BHD l’esperienza per molti è stata positiva. Stiamo parlando di normali conti di risparmio sui quali non è possibile, tanto per intenderci, staccare assegni. I conti di risparmio possono essere in pesos, in dollari e in euro.
Se i fondi non vengono vincolati non producono interessi. Possono quindi essere vincolati attraverso certificati di deposito o attraverso certificati finanziari, la differenza tra le due forme di risparmio è la durata del vincolo e si può disporre dei fondi prima della scadenza, pagando una penale di cancellazione calcolata sul tempo mancante per la scadenza. Le penalità di cancellazione ammontano al 2% per i certificati in pesos, allo 0,4% per i certificati in USD e allo 0,03% per quelli in euro.
Il deposito a termine non prevede questa cancellazione anticipata e quindi frutta interessi leggermente più elevati. Gli interessi variano da banca a banca e anche a seconda della durata del vincolo. Per i certificati di deposito e finanziari e per i depositi vincolati in pesos i tassi si aggirano sul 7% annuo mediamente in pesos, sull’1,55% in USD e sullo 0,05% in euro.
Si possono acquistare sempre attraverso queste banche i certificati del Banco Central che hanno rendimenti anche superiori al 9%, ma la cui durata minima è di 7 anni.
Gli interessi in pesos devono essere confrontati con la somma del tasso d’inflazione, del tasso di svalutazione del peso rispetto alla moneta dell’investimento e del 10% che si prende la banca.
Il tasso di inflazione nel 2018 è stato dell’1,17% e la svalutazione rispetto al dollaro del 6%, mentre per l’euro non ci sono state variazioni.
Ne consegue che chi ha cambiato i suoi euro in pesos per usufruire dei migliori tassi ci ha guadagnato e chi invece ha investito in dollari non ha avuto alcun percepibile risultato positivo.
I trasferimenti dal conto italiano al conto dominicano sono possibili per le principali banche. Hanno la durata di un paio di giorni. Il conto di destinazione deve essere in euro per ridurre le spese e la perdita sui cambi. Il costo dell’operazione si aggira sui 20 euro e varia a seconda della banca intermediaria tra l’Italia e la Rep. Dominicana.
Il trasferimento verso il conto italiano è anche possibile e ha un costo fisso di circa 50 USD. Per il trasferimento alle banche dominicane bisogna essere a conoscenza dello Swift, per quello alle banche italiane serve l’IBAN.
Dall’Italia si possono trasferire non più di 10.000 dollari. Superato questo limite, tra l’altro annuale, bisogna essere in grado di presentare documentazione atta a dimostrare l’origine dei fondi.