L.C. è un italiano 69enne abruzzese. Trascorre sei
mesi in Italia e sei mesi nella Rep. Dominicana. Un imprenditore edile di
successo. Abita a Bayahibe. Giovedì della scorsa settimana si è recato a La
Romana per giocare a tennis con un suo amico. Non è l’unica struttura
tennistica che frequenta. Spesso è anche nella capitale, a Bayahibe e altrove e
partecipa anche a tornei. Finito l’incontro, erano circa le 11 del mattino,
mentre l’amico abbandonava il campo, il connazionale si attardò raccogliendo le
sue cose. Non aveva fretta. Invece ai margini del campo da gioco due
adolescenti di 13 e 15 anni circa sbraitavano e urlavano: “Vecchio esci”. L.C.
li ignorò e non cercò nemmeno di capire perché lo invitassero a uscire con
tanta insistenza. A un certo punto a circa due metri di distanza un grande
botto, un rumore assordante e tanto fumo. I ragazzi se ne andarono di corsa.
Avevano lanciato questa specie di petardo, pensò in un primo tempo, proprio a
lui. Invece avvicinandosi al luogo dello scoppio trovò i resti di una bottiglia
di plastica con ancora un tappo rosso attaccato.
Non era un petardo. La sera si
recò in un ristorante gestito da un suo amico italiano ed ebbe conferma che
questo tipo di bomba artigianale si stava utilizzando sempre con maggior
frequenza per rapinare la gente. Non è un ordigno che esplode quando si
infrange come la bomba molotov. La bottiglia di plastica si gonfia ed esplode
in questione di secondi. Bisogna liberarsene subito una volta che gli
ingredienti sono stati messi a contatto: acido muriatico e carta stagnola con l’aggiunta
di elementi di impatto come chiodi o pezzi di metallo. Una specie di granata.
Quando il connazionale finì di giocare i due ragazzi pensarono che
sarebbe uscito subito dal campo e mescolarono gli ingredienti e a seguito del suo ritardo se ne dovettero liberare subito lanciandogliela senza
però raggiungerlo. Se L.C. non si fosse attardato alla
porta d’accesso sarebbe stato colpito in pieno da questo ordigno con
conseguente stordimento, bruciature per via dell’acido e ferite dovute ai
chiodi. Con facilità gli adolescenti gli avrebbero potuto quindi togliere i due
cellulari, i soldi, la pistola e magari anche le chiavi della sua Mercedes. O
forse no, o forse in un momento di lucidità e di disperazione il connazionale
avrebbe sparato ai due ragazzi. E allora sarebbe caduto dalla padella nella
brace. Vi immaginate la notizia a caratteri cubitali sui giornali: Italiano
uccide due adolescenti alla porta d’ingresso di un campo da tennis. I 20 anni
di galera non glieli avrebbe tolti nessuno dopo un tedioso processo di mille
udienze…