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sabato 16 febbraio 2019

Il marciapiede continua a essere, anche dopo il trasferimento nella nuova sede, la sala d'attesa dell'ambasciata italiana di Santo Domingo




Le installazioni erano obsolete ed è per questo che non si leggevano le e-mail. Le telefonate lasciamole perdere perché è ormai tradizione consolidata delle nostre ambasciate non rispondere ai numeri di telefono che figurano per il contatto con il pubblico. Le lamentele dei connazionali sono tante e si deve arguire che pur in presenza di installazioni nuovissime e moderne nulla è cambiato con il trasferimento alla nuova sede Ginaka 2.0 nel quartiere Bella Vista.
Per fortuna qui ci mette una pezza più di qualche volta la vocazione alla solidarietà del presidente del Com.It.Es. Paolo Dussich, che invita i connazionali a rivolgersi a lui in caso di impossibilità di contattare l’ambasciata e a tal fine fornisce il suo indirizzo e-mail: p.dussich@gmail.com.
Quindi il trasferimento nella nuova sede non sembra abbia giovato granché alla comunicazione tra utenti e ambasciata che continua ad essere una fortezza inaccessibile con un servizio Prenota Online che rassomiglia molto a una lotteria e che altrove è stato migliorato o addirittura eliminato, ma che da noi persiste alla vecchia maniera.
Pur essendo il Ginaka 2.0 un moderno edificio, gli assembramenti di italiani sul marciapiede antistante sotto la pioggia e il sole persistono con l’aggravante ora di un umiliante confronto. Solo gli italiani sono esposti alle non clementi intemperie dei tropici. Gli olandesi e i tedeschi, che hanno le loro ambasciate al quarto i primi e al quinto e al sesto piano i secondi, possono accedere liberamente alle loro sedi diplomatiche addirittura senza prenotazione.
Solo dieci persone sono ammesse all’interno degli uffici, gli altri attendono sul marciapiede, magari chissà derisi anche dagli altri europei più fortunati.
Una sala d’attesa sui generis che la dice lunga sulla considerazione di cui godono i connazionali ai vertici della nostra ambasciata. Mano a mano che fuoriesce dagli uffici della gente vengono accolti all’interno della sede nuovi utenti. Il “traghettatore”, un impiegato di nome Roberto. Gentilezza assoluta da parte del personale, una cosa che ho potuto constatare anch’io. Un importante punto a favore. Speriamo che un po’ alla volta se ne aggiungano degli altri.
Qualcuno si chiede che fine farà la sede di via Objio. La risposta me l’ha data lo scorso mese di ottobre il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo in persona: verrà ristrutturata e modernizzata e tornerà ad essere la sede della nostra ambasciata.