Torna alla ribalta dei media un caso di cui ci siamo
già occupati. Si tratta di un cuoco morto alla vigilia di Natale del 2016.
Michele Minghelli Vanni, 38enne di Ronco Campo Canneto in provincia di Parma.
Il caso viene seguito dall’avvocato Claudio Falleti, legale della madre
Stefania Boselli, che segue anche il caso delle famiglie Russo e Cimmino i tre
cittadini napoletani venduti in Messico ad un gruppo di narcos il 31 gennaio
2018 e dei quali non si hanno più notizie. L’avvocato è riuscito a entrare in
possesso della cartella clinica e del referto dell’autopsia che adesso verranno
analizzati con cura. La signora Boselli aveva richiesto e pagato la
documentazione senza ottenerla a causa della resistenza delle autorità locali.
Ha ricevuto in consegna solo il corpo del figlio con un passaporto mortuario.
Corpo trattato con formaldeide, svuotato degli organi e riempito di carta.
Michele era un ragazzo di sana e robusta
costituzione senza problemi di salute. Si era diplomato come cuoco in un
Istituto Tecnico Alberghiero di Parma. Conosceva bene la sua professione e il
lavoro non gli mancava. Si era preso delle meritate ferie dopo un’intensa
stagione estiva in Riviera. Un bravo ragazzo, sostiene la madre. Era già stato
nella Repubblica Dominicana quattro anni prima ed era rimasto contento. È per
questo che aveva deciso di ritornarci. È arrivato a settembre. A ottobre si è
sentito male. Lo hanno ricoverato per anemia cronica. Ha riferito alla madre
che probabilmente aveva bisogno di trasfusioni. Il 20 dicembre si è fatto
sentire ancora una volta. La madre ha registrato la telefonata. Si sente che
faceva fatica a parlare. Aveva infatti acqua nei polmoni, indossava la maschera
di ossigeno. Aveva le gambe gonfie. Stentava anche con il suo italiano ormai,
dopo così poco tempo, troppo inquinato di spagnolismi. Aveva deciso di
rivolgersi all’ambasciata. Comunque al tempo eravamo senza ambasciata.
Dipendevamo da Panama.
Michele aveva finito la stagione estiva
prima di venire a Santo Domingo. Si suppone che avesse risparmiato qualcosa. A
dicembre pensando di tornare in Italia si rivolge a un’ambasciata che al tempo
non c’era e chiede a sua madre soldi per mangiare. La madre gli manda 200 euro.
A ritirarli è una ragazza. Questo il giorno prima del suo decesso. Quindi in
poco tempo aveva speso tutti i suoi risparmi. Le avvisaglie della malattia e il
primo ricovero risalgono a ottobre. Ha trascorso tutto questo tempo in
ospedale?
Ho sentito la registrazione dell’ultima
telefonata di Michele a sua madre e da come parlava l’italiano dopo qualche
mese di soggiorno qui non si direbbe che abbia frequentato tanti connazionali.
Viveva immerso tra dominicani. Purtroppo ne sappiamo poco. Si trovava a Santo
Domingo? Dove? In che ospedale è stato ricoverato? Chi lo ha ospitato? In che
ospedale è morto?
Tutte informazioni che ovviamente sono
in mano all’avvocato.
La signora ha speso 6.000 euro per il
rimpatrio della salma e per le altre spese.