Il comunismo non nasce da libere elezioni, ma viene
imposto con le armi. Cuba è comunista, il Venezuela no. Alla base del movimento
bolivariano c'è il populismo. Quindi un’espressione estrema di democrazia in
cui gli elettori si ribellano allo status quo, abbandonano i vecchi partiti e
politici e si affidano a personaggi completamente nuovi che godono della loro
fiducia. Come un sasso che cade nell’acqua cristallina, la muove, la
intorbidisce e l’effetto dura per un po’, ma poi con il tempo tutto torna alla
normalità. Vogliamo sapere come nasce, si sviluppa e muore il populismo? Il
Venezuela docet. La protesta contro la corruzione e contro il malgoverno delle
solite facce provoca la rivolta sui seggi. Ma gli spiazzati, si danno da fare
subito per recuperare il terreno perso e alla fine ce la fanno. In Italia abbiamo
un governo populista. Questo è innegabile. Ma l’avvertimento dai vertici dell’UE
è arrivato senza ritardo: insegneremo agli italiani a votare. Una frase che è
tutto un programma. Non c’è fretta. Il popolo ha la memoria corta e i signori
di sempre hanno tanta pazienza. Ecco allora spiegato perché l'Italia non ha
riconosciuto Guaidò come presidente. E’ stata consapevole dell’affinità che
lega due governi populisti. Ci mancherebbe! Cane non mangia cane! Si fa per
dire. Alla base della miseria del Venezuela ci sono le sanzioni americane. Oggi
noi non le dobbiamo temere perché in qualche modo in Europa facciamo il gioco
di Trump. Ma se alle prossime non lontane elezioni americane ritornasse la
linea Obama Clinton a governare gli USA, le cose cambierebbero. E non sarebbero
i pentastellati ad attirarsi le ire dei padroni del mondo ma i leghisti con il
loro presunto razzismo che tale non è, ma che come casus belli andrebbe più che
bene. E allora ne seguirebbe un embargo e la strada in discesa verso
un'indecorosa, sempre lo è, fine del populismo italiano sarebbe segnata. Ha
fatto bene quindi il governo italiano a non schierarsi sul Venezuela, in fondo
cane non mangia cane!