Aprire un conto presenta senz’altro dei problemi
nella Repubblica Dominicana in tempi di caccia al riciclaggio, alla base della
quale ci saranno sicuramente degli ottimi motivi, ma che rendono la vita
difficile a chi si sposta da un paese a un altro e vuole avere la disponibilità
dei soldi che ha in patria. Soprattutto quando non si è ancora legalmente
residenti sul posto. Quattro sono le banche principali della Rep. Dominicana,
Banreservas, Banco Popular, Scotiabank e BHD Leon. Ognuna loro è un mondo a sé
stante e la procedura per l’apertura di un conto varia da banca a banca. C’è chi
sostiene che il Banreservas sia il più accessibile, anche con il BHD
l’esperienza per molti è stata positiva. Stiamo parlando di normali conti di
risparmio sui quali non è possibile, tanto per intenderci, staccare assegni. I
conti di risparmio possono essere in pesos, in dollari e in euro.
Se i fondi non vengono vincolati non producono
interessi. Possono quindi essere vincolati attraverso certificati di deposito o
attraverso certificati finanziari, la differenza tra le due forme di risparmio
è la durata del vincolo e si può disporre dei fondi prima della scadenza,
pagando una penale di cancellazione calcolata sul tempo mancante per la
scadenza. Le penalità di cancellazione ammontano al 2% per i certificati in
pesos, allo 0,4% per i certificati in USD e allo 0,03% per quelli in euro.
Il deposito a termine non prevede questa
cancellazione anticipata e quindi frutta interessi leggermente più elevati. Gli
interessi variano da banca a banca e anche a seconda della durata del vincolo.
Per i certificati di deposito e finanziari e per i depositi vincolati in pesos
i tassi si aggirano sul 7% annuo mediamente in pesos, sull’1,55% in USD e sullo
0,05% in euro.
Si possono acquistare sempre attraverso queste
banche i certificati del Banco Central che hanno rendimenti anche superiori al
9%, ma la cui durata minima è di 7 anni.
Gli interessi in pesos devono essere confrontati con
la somma del tasso d’inflazione, del tasso di svalutazione del peso rispetto
alla moneta dell’investimento e del 10% che si prende la banca.
Il tasso di inflazione nel 2018 è stato dell’1,17% e
la svalutazione rispetto al dollaro del 6%, mentre per l’euro non ci sono state
variazioni.
Ne consegue che chi ha cambiato i suoi euro in pesos
per usufruire dei migliori tassi ci ha guadagnato e chi invece ha investito in
dollari non ha avuto alcun percepibile risultato positivo.
I trasferimenti dal conto italiano al conto
dominicano sono possibili per le principali banche. Hanno la durata di un paio
di giorni. Il conto di destinazione deve essere in euro per ridurre le spese e
la perdita sui cambi. Il costo dell’operazione si aggira sui 20 euro e varia a
seconda della banca intermediaria tra l’Italia e la Rep. Dominicana.
Il trasferimento verso il conto italiano è anche
possibile e ha un costo fisso di circa 50 USD. Per il trasferimento alle banche
dominicane bisogna essere a conoscenza dello Swift, per quello alle banche
italiane serve l’IBAN.
Dall’Italia si possono trasferire non più di 10.000
dollari. Superato questo limite, tra l’altro annuale, bisogna essere in grado
di presentare documentazione atta a dimostrare l’origine dei fondi.