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domenica 23 ottobre 2022

Il nuovo governo italiano non sarà un governo del cambiamento ma delle piccole riforme

 


Per tutto c'è una ragione. Basta pensarci un po'. Ad esempio, abbiamo assistito nelle elezioni del 25 settembre scorso a una rimonta senza precedenti del partito FdI: dal 4% del 2018 è passato al 26%. E’ diventato il primo partito a livello nazionale e leader della coalizione di centro-destra che ha ottenuto la maggioranza assoluta e che quindi si appresta a governare nei prossimi cinque anni.

Quali sono stati i meriti di questo erede della fiamma tricolore, di destra (la stampa estera parla di estrema destra)?  Non c’è stata da FdI una posizione convinta contro tutto ciò che viene considerato all'origine dei nostri mali: la posizione verso la pandemia, l'obbligo vaccinale, l'euro, l'appartenenza all'Unione Europea e alla Nato compreso l'invio di armi all’Ucraina e le sanzioni autolesionistiche alla Federazione Russa.

Il solo merito di FdI è quello di essere stato l'unico partito delle due camere del parlamento a non aver aderito al governo Draghi.

Nulla cambia, e non potrebbe essere altrimenti, sul piano Euro, EU, Nato, inflazione, fattura energetica e guerra in Ucraina.

Forse, viste le recenti rivelazioni della Pfizer, ci sarà un riposizionamento nel settore sanitario. E’ certo l’allontanamento immediato di ogni velleità di imporre l'ideologia di genere. E qui chi ha figli può tirare un sospiro di sollievo. La famiglia, infatti, e tutti i suoi membri, anche la figura del padre e della madre è al centro dei tradizionali valori di destra e questo non si discute nemmeno.

Si suppone che cesserà l'invasione dei clandestini e che verrà revisionato il reddito di cittadinanza.

Non si tratta quindi di un governo di cambiamento radicale, e non potrebbe essere altrimenti, ma di piccole riforme, e questo è già fortemente positivo.

La sudditanza dei nostri governi all’élite globalista, che dura da tantissimo tempo nella Repubblica Italiana, in  particolare dagli eventi di Mani Pulite, non scomparirà da un giorno all’altro. Un governo che rappresenta per quanto possibile i valori della destra sarebbe già tanto.

A questo punto per migliorare la situazione potremmo anche rivolgere con maggiore fede e frequenza le nostre preghiere all’Onnipotente.

Non è nemmeno escluso che arrivi il giorno in cui con  la benedizione del presidente Mattarella venga insediato l’ennesimo governo tecnico.

Attendiamo, tuttavia, fiduciosi soprattutto gli eventi che possono minare la posizione dell’élite come, ad esempio, le elezioni di medio termine che si terranno negli Stati Uniti a inizio novembre, nelle quali il partito di governo in carica, se non riuscirà a imporsi con i brogli, subirà una sconfitta schiacciante.

Nel frattempo, in questi pochi giorni che ci separano da queste elezioni, staremo a vedere se l’élite, che trascina anche il popolo americano verso il baratto, se la sentirà di dare inizio a un conflitto nucleare. Se decideranno di non farlo, la loro fine sarà sicura o sarà solo perché non saranno certi di sopravvivervi. In definitiva lo scopo è svuotare il mondo di esseri umani diversi da quelli prediletti da un dio minore.