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lunedì 10 ottobre 2022

La Russia inizia una nuova fase nella missione militare in Ucraina

 



Dopo l’attacco al nuovissimo ponte che collega la Crimea con la terraferma russa sono stati decisi dallo stesso Putin interventi mirati con missili di precisione nelle principali città ucraine. Sono state colpite Kiev, Leopoli, Dnipro, Odessa, Saporisia, tra le altre. Mosca ha lanciato 80 missili dei quali 43 sono stati intercettati e 24 droni di cui 13 sono stati intercettati.

Mosca sembra avere due obiettivi: uno più psicologico mirato a colpire obiettivi civili e la vita quotidiana dei cittadini ucraini e l’altro più strategico per via degli attacchi ad infrastrutture cruciali, come la centrale termoelettrica di Kiev o il ponte Klitschko. Il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha parlato di undici infrastrutture colpite in otto regioni del Paese. Le forze russe hanno così risposto all’attacco subìto nel fine settimana al Ponte di Crimea, sebbene questo non sia stato rivendicato ufficialmente da Kiev. Inoltre i bombardamenti seguono la recente nomina del generale Sergej Surovikin a nuovo comandante dell’operazione speciale russa in Ucraina, disposta dal ministero della difesa. Surovikin è stato in precedenza a capo della missione militare russa in Siria, per poi essere spostato al comando del fronte meridionale nella campagna in Ucraina.

I raid russi producono effetti anche a livello economico per Kiev, costretta a sospendere le sue esportazioni di energia elettrica all’Unione europea.  Una decisione presa per “stabilizzare” il sistema energetico nazionale dopo i recenti attacchi da parte di Mosca. Il tutto mentre l’ambasciata statunitense a Kiev invita i connazionali a lasciare il Paese “utilizzando trasporti di terra disponibili e sicuri”.