Ormai è chiaro che
nella Repubblica Dominicana bisogna convivere con la delinquenza. Ogni giorno
c'è un rione diverso del Gran Santo Domingo in cui i residenti fanno sapere ai
media che vengono flagellati costantemente da furti e rapine.
Per il momento non
esiste una soluzione plausibile a questo problema. Si deve arguire che siamo in
presenza di un male sociale cronico e voluto. Una specie di strategia della tensione diffusa
soprattutto in Occidente destinata a raggiungere le imprese, le famiglie e le
vittime di ogni “povero Cristo”.
Prima di uscire da
casa, quindi, dovremmo soffermarci sempre un attimo su questo e prendere delle
precauzioni. Esiste di fatto la probabilità che qualcuno per strada,
minacciandoci con una pistola o con un pugnale, si appropri di quanto ci
portiamo dietro compresi il telefonino e il portafoglio con soldi e documenti.
Finché questo
succede nei pressi della propria abitazione o in posti dove conosciamo delle
persone in qualche modo si risolve. Invece, l'eventualità di essere derubati di
tutto lontano da casa è preoccupante.
È successo ieri a
uno dei miei figli. Era nella centrale Avenida Máximo Gómez all'altezza del Teatro
Nacional. Nella fretta, visto che si tratta di una zona molto frequentata, i
rapinatori non si sono accorti che mio figlio aveva anche un telefonino e si
sono portati via soltanto il portafoglio con soldi e documenti. Il suo ritorno
a casa è stato quindi organizzato immediatamente.
Altra cosa: non bisogna
mai resistere al rapinatore perché non ci penserebbe un attimo ad ammazzarti. Si
può dire che ogni rapinatore ha sulla coscienza qualcuno, come del resto ogni
magistrato che lo ha rilasciato in libertà quando è stato arrestato. Si può dire
che ormai difficilmente un rapinatore finisce in galera né qui né in Italia né
in tanti paesi attualmente sotto il giogo delle élite mondialiste.