Il presidente Luis
Abinader ha dichiarato ieri a Dajabón che non accetterà rifugiati haitiani
nemmeno per ragioni umanitarie. Ha annunciato inoltre l’acquisto di
attrezzatura bellica, tra cui anche carri armati da schierare al confine con
Haiti per tenere sotto controllo l’attraversamento della frontiera da parte degli
immigrati clandestini. Almeno in apparenza sembra proprio che il relativamente
giovane presidente dominicano sia disposto a sparare sugli immigrati spinti ad
abbandonare il loro Paese dalla fame e dalla delinquenza dilagante.
Abinader ha
assicurato che in nessun modo accetterà l’invio di profughi da quella nazione,
nemmeno per ragioni umanitarie. Ha annunciato inoltre che l’equipaggiamento
bellico che arriverà presto nel paese rappresenta il più grande acquisto a
questo titolo fatto dalla Repubblica dominicana dal 1961 e che include carri
armati di fabbricazione spagnola dotati di armi automatiche di ultima
generazione, sei elicotteri, dieci aerei e diversi veicoli militari e
attrezzatura di difesa a terra.
Il presidente ha
definito "sensata, logica e patriottica" la decisione del governo
haitiano di chiedere l'intervento di una forza armata internazionale di fronte
alla grave crisi a tutti i livelli che colpisce il Paese vicino.
Ha assicurato che
la Repubblica Dominicana fornirà "tutte le strutture" in campo
diplomatico per il lavoro dell'eventuale forza armata internazionale che Haiti
ha richiesto.
“Comprendiamo che
questa forza internazionale avrà i metodi per prevenire una massiccia
migrazione di cittadini haitiani nel nostro Paese, perché noi, in tal caso,
bloccheremmo il confine (...) è molto pericoloso ricevere profughi in massa.” Ha
avvertito Abinader.
Ha ammesso che il
suo Paese "non ha mai avuto una politica di immigrazione definita" e
ha affermato che "qui c'è molta ipocrisia con le persone che parlano di
controllo dell'immigrazione", ma che in seguito, ha assicurato, si
oppongono quando i loro interessi sono compromessi.
Centinaia di
migliaia di haitiani risiedono nella Repubblica Dominicana, la maggior parte
con status di migrante irregolare.