DENUNCIA DI UN’INVESTIGAZIONE INFANTILE DEFICIENTE E
UMILIANTE SU UN POSSIBILE OMICIDIO
AL DIRETTORE DELLA POLIZIA NAZIONALE
ALL’AMBASCIATA D’ITALIA DI SANTO DOMINGO
OGGETTO: NUOVA INVESTIGAZIONE DEL CASO RELATIVO ALLA
MORTE DEL CITTADINO ITALIANO ALESSANDRO GRANDIS A BAVARO
DATA: 27 APRILE 2017
Lo scorso 27 aprile del presente anno il cittadino
italiano Alessandro Grandis di 28 anni, di professione farmaceutico, è stato
trovato morto ai bordi di una piscina nel complesso turistico Cocotal Bavaro. Da
quel momento la polizia nazionale e la Procura della Repubblica del posto hanno
iniziato le loro indagini.
I resoconti degli interrogatori che ci sono stati
forniti, cinque in totale, rappresentano l’obbrobrio più infelice che
conosciamo. Infatti, non sono state poste le domande necessarie nel momento
opportuno in presenza di risposte piene di contraddizioni.
Inoltre non sono stati interrogati gli attori
fondamentali, come gli addetti alla sicurezza, ai quali il cittadino haitiano
che ha trovato il cadavere si è rivolto e che avevano trascorso sul posto tutta
la notte per cui è logico che avessero sentito nel cuore della notte il rumore
della caduta del corpo da un terzo livello.
Non si è proceduto nemmeno a interrogare i condomini
per sapere se avessero sentito o visto qualcosa. A chi ha condotto l’investigazione
non è interessato interrogare nessuno di loro su un aspetto così importante.
Non è stata fatta nemmeno un’investigazione
minuziosa all’interno dell’appartamento per stabilire se c’era alcun indizio di
litigio, sangue nelle pareti, pavimenti o mobili che potesse svelare la
possibilità di un omicidio. Allo stesso modo si ignora o non si rivela se c’era
una telecamera nel posto e nella via di accesso nell’area di ingresso al
residenziale.
Una vera e propria parodia di interrogatorio: è
stato fatto prima alla cittadina polacca Patrzcja Borzecka e tre giorni dopo al
cittadino haitiano Simphat Siffol, e quest’ultimo è stato il primo a trovare
senza vita Alessandro Grandis.
Dappertutto nel mondo la polizia stabilisce che le
prime 48 ore sono fondamentali nelle indagini relative a un possibile omicidio.
La polizia di Bavaro nonostante fosse arrivata sul posto subito nella mattinata
del 27 aprile, ha iniziato gli interrogatori soltanto il giorno 30 aprile vale
a dire 72 ore dopo e sei giorni dopo ha interrogato il cittadino haitiano che è
stato il primo a trovare il cadavere.
PATRZCJA BORZECKA
Patrzcja si contraddice per la prima volta con il
signor José Bladimir Jesús relativamente all’ora di arrivo all’appartamento
dall’aeroporto. Mentre lei afferma che erano le 18:30, il sig. Jesús dice che
erano le 20:40. Seconda contraddizione: ora con il cittadino haitiano, ha detto
che ha chiesto alla signora Patrzcja Borzecka se aveva qualche ospite e lei ha
risposto di no. Nel suo interrogatorio invece lei ha sostenuto che l’haitiano
le aveva detto che c’era una persona morta nella piscina. Terza contraddizione:
la polacca ha riferito che Alessandro le aveva chiesto, mentre lei gli stava
mostrando l’appartamento, se poteva lanciarsi dal balcone verso la piscina, al
che lei ha risposto immediatamente che questo non era possibile dato che ci si
trovava in un terzo livello.
È evidente che esiste una contraddizione, che il
cittadino haitiano e la polacca si sono messi d’accordo e che questo non è
venuto alla luce vista la mancanza totale di professionalità nella conduzione
delle indagini da parte della polizia nazionale e del pubblico ministero che
lascia aperto ogni tipo di interrogativo, confondendoci e portandoci a credere che
si è trattato di un suicidio e non di un omicidio.
Si rende quindi necessario ordinare una nuova
investigazione sul caso, partendo da zero e che questa si svolga secondo
procedimenti scientifici, cercando di porre rimedio alla vergogna e al disonore
a livello nazionale e internazionale dell’investigazione già fatta.
In attesa che si faccia giustizia si porgono
distinti saluti.