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mercoledì 13 dicembre 2017

Bavaro: Alessandro Grandis, un omicidio rimasto impunito che si voleva far passare per suicidio. Ecco l’esposto rivolto anche alla nostra ambasciata



DENUNCIA DI UN’INVESTIGAZIONE INFANTILE DEFICIENTE E UMILIANTE SU UN POSSIBILE OMICIDIO
AL DIRETTORE DELLA POLIZIA NAZIONALE
ALL’AMBASCIATA D’ITALIA DI SANTO DOMINGO
OGGETTO: NUOVA INVESTIGAZIONE DEL CASO RELATIVO ALLA MORTE DEL CITTADINO ITALIANO ALESSANDRO GRANDIS A BAVARO
DATA: 27 APRILE 2017
Lo scorso 27 aprile del presente anno il cittadino italiano Alessandro Grandis di 28 anni, di professione farmaceutico, è stato trovato morto ai bordi di una piscina nel complesso turistico Cocotal Bavaro. Da quel momento la polizia nazionale e la Procura della Repubblica del posto hanno iniziato le loro indagini.
I resoconti degli interrogatori che ci sono stati forniti, cinque in totale, rappresentano l’obbrobrio più infelice che conosciamo. Infatti, non sono state poste le domande necessarie nel momento opportuno in presenza di risposte piene di contraddizioni.
Inoltre non sono stati interrogati gli attori fondamentali, come gli addetti alla sicurezza, ai quali il cittadino haitiano che ha trovato il cadavere si è rivolto e che avevano trascorso sul posto tutta la notte per cui è logico che avessero sentito nel cuore della notte il rumore della caduta del corpo da un terzo livello.
Non si è proceduto nemmeno a interrogare i condomini per sapere se avessero sentito o visto qualcosa. A chi ha condotto l’investigazione non è interessato interrogare nessuno di loro su un aspetto così importante.
Non è stata fatta nemmeno un’investigazione minuziosa all’interno dell’appartamento per stabilire se c’era alcun indizio di litigio, sangue nelle pareti, pavimenti o mobili che potesse svelare la possibilità di un omicidio. Allo stesso modo si ignora o non si rivela se c’era una telecamera nel posto e nella via di accesso nell’area di ingresso al residenziale.
Una vera e propria parodia di interrogatorio: è stato fatto prima alla cittadina polacca Patrzcja Borzecka e tre giorni dopo al cittadino haitiano Simphat Siffol, e quest’ultimo è stato il primo a trovare senza vita Alessandro Grandis.
Dappertutto nel mondo la polizia stabilisce che le prime 48 ore sono fondamentali nelle indagini relative a un possibile omicidio. La polizia di Bavaro nonostante fosse arrivata sul posto subito nella mattinata del 27 aprile, ha iniziato gli interrogatori soltanto il giorno 30 aprile vale a dire 72 ore dopo e sei giorni dopo ha interrogato il cittadino haitiano che è stato il primo a trovare il cadavere.
PATRZCJA BORZECKA
Patrzcja si contraddice per la prima volta con il signor José Bladimir Jesús relativamente all’ora di arrivo all’appartamento dall’aeroporto. Mentre lei afferma che erano le 18:30, il sig. Jesús dice che erano le 20:40. Seconda contraddizione: ora con il cittadino haitiano, ha detto che ha chiesto alla signora Patrzcja Borzecka se aveva qualche ospite e lei ha risposto di no. Nel suo interrogatorio invece lei ha sostenuto che l’haitiano le aveva detto che c’era una persona morta nella piscina. Terza contraddizione: la polacca ha riferito che Alessandro le aveva chiesto, mentre lei gli stava mostrando l’appartamento, se poteva lanciarsi dal balcone verso la piscina, al che lei ha risposto immediatamente che questo non era possibile dato che ci si trovava in un terzo livello.
È evidente che esiste una contraddizione, che il cittadino haitiano e la polacca si sono messi d’accordo e che questo non è venuto alla luce vista la mancanza totale di professionalità nella conduzione delle indagini da parte della polizia nazionale e del pubblico ministero che lascia aperto ogni tipo di interrogativo, confondendoci e portandoci a credere che si è trattato di un suicidio e non di un omicidio.
Si rende quindi necessario ordinare una nuova investigazione sul caso, partendo da zero e che questa si svolga secondo procedimenti scientifici, cercando di porre rimedio alla vergogna e al disonore a livello nazionale e internazionale dell’investigazione già fatta.

In attesa che si faccia giustizia si porgono distinti saluti.