Non ci sarebbe niente
da ridire. Un testamento è la cosa più normale che esista. Singolare è però che
venga fatto all’età di 44 anni ancora non compiuti e che poco tempo dopo il suo
redattore muoia in circostanze misteriose nel paese e nella casa dell’erede
designato.
La domestica presso
la cui famiglia il connazionale era ospite ha prontamente avvertito l’amministratore
di sostegno del decesso del suo tutelato.
Sostiene una persona
che lo conosceva bene:“Vincenzo Aguzzi non era del tutto normale. Aveva dei
limiti sin dalla nascita. Pur non essendo interdetto o
inabilitato era ingenuo come un ragazzino. Non lavorava perché viveva di
rendita grazie a un consistente patrimonio ereditato dai genitori, deceduti qualche
anno fa a distanza di poche settimane l’uno dall’altra. “
Aveva una zia che si occupava di lui, ma con la
comparsa nella sua vita della domestica dominicana di nome Ana, già colf della
famiglia quando i genitori dell’Aguzzi erano ancora in vita, c’è stato un suo progressivo
allontanamento da questa sua congiunta.
Vincenzo sosteneva, infatti, ultimamente, di avere
una sola famiglia, quella di Ana, una signora sposata dal 1993,
ultraquarantenne. I familiari veri vista la situazione fecero nominare un amministratore
di sostegno, quello appunto al quale la signora Ana si rivolse per comunicare
il decesso. Contro questo provvedimento l’Aguzzi si appellò, ma il giudice
tutelare non venne rimosso. Quando decise di partire in vacanza per Santo
Domingo l’Amministratore di sostegno e il giudice tutelare furono di parere
contrario, ma l’avvocato del defunto si presentò con due certificati medici che
attestavano l’idoneità al viaggio. Vincenzo soleva affermare che con i suoi
soldi poteva fare quello che voleva. Di fatto non si contano i viaggi in giro
per l’Italia con la famiglia di Ana, spese tutte a suo carico, come del resto
anche il viaggio a Santo Domingo.
Il giornale di Pavia
di ieri riporta quanto segue: «Vincenzo Aguzzi viveva a Pavia, in un
appartamento vicino al collegio Cairoli, ed era conosciuto in città, tra le
altre cose, in quanto socio del Tennis club di San Lanfranco. Era benvoluto da
tutti quelli che lo conoscevano. In passato, in base alle poche informazioni
che sono circolate ieri, non avrebbe mai sofferto di malattie che potessero
avere un improvviso esito letale. Aveva solo dovuto affrontare una dieta per
smaltire alcuni chili di troppo e, di recente, aveva raggiunto un peso
compatibile con una vita sana. Al Tennis club si recava molto spesso, non tanto
per giocare, quanto per scambiare quattro chiacchiere con i frequentatori dei
campi in zona San Lanfranco. Era molto amato, soprattutto dai soci più giovani
che lo chiamavano, affettuosamente, “il principe”.»
E ancora: “Nel
momento in cui arriverà il nulla osta dalle autorità dominicane, il feretro
verrà rimpatriato e al seguito della bara dovrebbe essere anche la domestica
dominicana con la quale il 44enne aveva deciso di concedersi una vacanza.” Ma
la signora Ana sostiene che l’Aguzzi voleva essere sepolto a Santo Domingo!
Chissà poi se la salma arriverà davvero mai a Pavia…
Sostiene poi il
giornale di ieri: “A fare completa chiarezza sull’episodio, comunque, sarà il
referto dell’autopsia alla quale, per legge, devono obbligatoriamente essere
sottoposti gli stranieri deceduti nella Repubblica Dominicana. In attesa del
rimpatrio, i parenti si sarebbero già rivolti alla Farnesina, in modo che le
autorità diplomatiche seguano l’iter della vicenda.”
Per esperienza non
farei tanto affidamento sul referto dell’autopsia del medico forense
dominicano. Comunque se arriverà mai la salma a Pavia l’autopsia potrebbe
essere rifatta. Sorprende che a distanza di 20 giorni non ci sia ancora un
referto, ma sono state interpellate la Farnesina e l’ambasciata. E quindi si
spera che tutto sia sotto controllo.
Intanto l’avvocato di
Ana ha già informato tutti dell’esistenza di un testamento! Un vero e proprio
giallo a puntate!