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venerdì 29 dicembre 2017

Si infittisce il mistero della morte del turista italiano Vincenzo Aguzzi. Ora spunta anche un testamento



Non ci sarebbe niente da ridire. Un testamento è la cosa più normale che esista. Singolare è però che venga fatto all’età di 44 anni ancora non compiuti e che poco tempo dopo il suo redattore muoia in circostanze misteriose nel paese e nella casa dell’erede designato.
La domestica presso la cui famiglia il connazionale era ospite ha prontamente avvertito l’amministratore di sostegno del decesso del suo tutelato.
Sostiene una persona che lo conosceva bene:“Vincenzo Aguzzi non era del tutto normale. Aveva dei limiti sin dalla nascita. Pur non essendo interdetto o inabilitato era ingenuo come un ragazzino. Non lavorava perché viveva di rendita grazie a un consistente patrimonio ereditato dai genitori, deceduti qualche anno fa a distanza di poche settimane l’uno dall’altra. “
Aveva una zia che si occupava di lui, ma con la comparsa nella sua vita della domestica dominicana di nome Ana, già colf della famiglia quando i genitori dell’Aguzzi erano ancora in vita, c’è stato un suo progressivo allontanamento da questa sua congiunta.
Vincenzo sosteneva, infatti, ultimamente, di avere una sola famiglia, quella di Ana, una signora sposata dal 1993, ultraquarantenne. I familiari veri vista la situazione fecero nominare un amministratore di sostegno, quello appunto al quale la signora Ana si rivolse per comunicare il decesso. Contro questo provvedimento l’Aguzzi si appellò, ma il giudice tutelare non venne rimosso. Quando decise di partire in vacanza per Santo Domingo l’Amministratore di sostegno e il giudice tutelare furono di parere contrario, ma l’avvocato del defunto si presentò con due certificati medici che attestavano l’idoneità al viaggio. Vincenzo soleva affermare che con i suoi soldi poteva fare quello che voleva. Di fatto non si contano i viaggi in giro per l’Italia con la famiglia di Ana, spese tutte a suo carico, come del resto anche il viaggio a Santo Domingo.
Il giornale di Pavia di ieri riporta quanto segue: «Vincenzo Aguzzi viveva a Pavia, in un appartamento vicino al collegio Cairoli, ed era conosciuto in città, tra le altre cose, in quanto socio del Tennis club di San Lanfranco. Era benvoluto da tutti quelli che lo conoscevano. In passato, in base alle poche informazioni che sono circolate ieri, non avrebbe mai sofferto di malattie che potessero avere un improvviso esito letale. Aveva solo dovuto affrontare una dieta per smaltire alcuni chili di troppo e, di recente, aveva raggiunto un peso compatibile con una vita sana. Al Tennis club si recava molto spesso, non tanto per giocare, quanto per scambiare quattro chiacchiere con i frequentatori dei campi in zona San Lanfranco. Era molto amato, soprattutto dai soci più giovani che lo chiamavano, affettuosamente, “il principe”.»

E ancora: “Nel momento in cui arriverà il nulla osta dalle autorità dominicane, il feretro verrà rimpatriato e al seguito della bara dovrebbe essere anche la domestica dominicana con la quale il 44enne aveva deciso di concedersi una vacanza.” Ma la signora Ana sostiene che l’Aguzzi voleva essere sepolto a Santo Domingo! Chissà poi se la salma arriverà davvero mai a Pavia…
Sostiene poi il giornale di ieri: “A fare completa chiarezza sull’episodio, comunque, sarà il referto dell’autopsia alla quale, per legge, devono obbligatoriamente essere sottoposti gli stranieri deceduti nella Repubblica Dominicana. In attesa del rimpatrio, i parenti si sarebbero già rivolti alla Farnesina, in modo che le autorità diplomatiche seguano l’iter della vicenda.”
Per esperienza non farei tanto affidamento sul referto dell’autopsia del medico forense dominicano. Comunque se arriverà mai la salma a Pavia l’autopsia potrebbe essere rifatta. Sorprende che a distanza di 20 giorni non ci sia ancora un referto, ma sono state interpellate la Farnesina e l’ambasciata. E quindi si spera che tutto sia sotto controllo.

Intanto l’avvocato di Ana ha già informato tutti dell’esistenza di un testamento! Un vero e proprio giallo a puntate!