Esiste una classifica dei passaporti a livello
mondiale. Si basa sul numero di paesi ai quali si può accedere con il
passaporto senza visto d’ingresso. Il primo posto in assoluto lo occupa la
Germania con 158 paesi accessibili. Singapore, la rivelazione del 2017 è al
secondo posto con 157 paesi. Al terzo posto gli Stati Uniti con 156 e al quarto
l’Italia con 155.
Un passaporto importante quindi, bisogna ammetterlo.
Dobbiamo ritenerci soddisfatti in un certo senso, soprattutto perché abitiamo
in un paese con il cui passaporto si può accedere senza visto di ingresso a una
ventina di paesi. Quelli tra noi che si sono naturalizzati non lo hanno fatto
sicuramente pensando alla prospettiva di sostituire il passaporto italiano con
quello dominicano. Il problema è soprattutto l’impossibilità di avere la
certezza di essere in grado di rinnovare la residenza con un passaporto scaduto
o quasi.
Un passaporto che non si riesce a
rinnovare in tempi normali perché i consolati non sono in grado di farlo. Si
parla di mancanza di personale dovuta all’esiguità delle risorse per esigenze
di risparmio. Invece succede che all’interno della Farnesina si fanno delle
scelte, le risorse vengono lesinate alla rete diplomatica e vengono assegnate
generosamente ai paesi del terzo mondo, anche ai più corrotti, otto su dieci
dei paesi più corrotti del mondo ricevono soldi a palate dal MAECI, Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La Farnesina rende difficile quindi il rilascio dei
passaporti ai cittadini italiani residenti all’estero.
E fin qui niente di nuovo.
La novità è che con l’accoglienza dei profughi
islamici a centinaia di migliaia e la concessione facile di cittadinanze aumenta
fortemente il rischio che un “italiano” sia di fatto un terrorista.
Il generale John Kelly, segretario alla Homeland
Security, ha annunciato un riesame del cosiddetto "visa waiver"
(esenzione dal visto) che gli Stati Uniti concedono a chi proviene per esempio
da Italia, Francia, Germania e Regno Unito a scopi turistici. Secondo Kelly con
la sconfitta definitiva dello Stato Islamico, aumenterà il numero di terroristi
in fuga dalla Siria che cercherà di colpire l'America. Una parte di questi
jihadisti, i cosiddetti "foreign fighters", ha la cittadinanza
europea, passaporti italiani o belgi, francesi o tedeschi o inglesi.
Questo facilita il loro ingresso sul territorio
americano, con il sistema semplificato Esta: una procedura online che non
consente controlli approfonditi da parte delle polizie e dell'intelligence Usa.
"Quelli vogliono venire qui - ha detto Kelly riferendosi ai jihadisti -
perché colpire l'America è come vincere il Super Bowl per i terroristi”.
Ora che sono stati sconfitti, molti di loro
torneranno nelle loro case europee e da lì cercheranno di raggiungere gli Stati
Uniti.
Se al "riesame" annunciato da Kelly
dovesse seguire la decisione di ripristinare i visti anche per i turisti europei,
si tornerebbe indietro di molti decenni e il disagio sarebbe enorme.