Sono momenti importanti per tutti gli italiani. Un ex
magistrato (ancora) concepisce un nuovo partito. Si tratta del presidente del
senato Pietro Grasso, la seconda carica dello stato. Dovrebbe attingere ai voti
del PD in disfacelo post renziano.
Certo una faccia più pulita di così è difficile da trovare,
l’è diura, direbbero in Lombardia. Un magistrato è un magistrato! E poi era
amico di Borsellino e di Falcone. Quelli sono morti però, davano fastidio. Lui
invece è vivo! Bene questo è senz’altro un punto a suo favore!
Pietro Grasso si definisce “un ragazzo di sinistra”.
Importante saperlo! Di fatto a più di qualcuno non sarebbe mai venuto in mente.
Con i suoi 72 anni fa pensare piuttosto a una cariatide di sinistra (?), ma si
vede che ha tanta autostima.
Comunque la creazione della nuova forza politica dal punto
di vista dell’originalità è stata un po’ deludente per il nome scelto. Questo a
meno di clamorosi ripensamenti dovrebbe essere: “Libertà e Uguaglianza”.
L’erudito ex magistrato è andato a pescarsi il nome niente meno che copiando
praticamente lo slogan della Rivoluzione Francese. Quando si dice che la
mediocrità non ha limiti a volte si pensa che non sia vero, invece... E poi c'è
una preoccupante attinenza con i più importanti principi propugnati dalla
massoneria. Un motivo di riflessione?
Che riesca a togliere voti al PD? Qui si sbaglia domanda,
non si tratta di togliere, ma di attirare a sé coloro che stanno pensando di
andarsene per votare magari M5S. I voti comunque li avrà, c’è sempre qualcuno
che subisce il fascino degli ex magistrati.
Tutto questo sia ben chiaro non riguarda noi italiani
all’estero, ragazzo o cariatide di sinistra, ex magistrati, ex cavalieri, ex
puttanieri, ex secessionisti, ex dipendenti di Wall Street non fanno per noi
una grande differenza.
Vogliamo persone che
si battano per i nostri interessi, e questi si limitano fondamentalmente al
diritto di continuare a essere italiani e di tramandare ai nostri figli la
cittadinanza e allo svolgimento di tutte quelle pratiche anagrafiche
indispensabili per vivere come italiani senza essere costretti a ricorrere ad
altre cittadinanze o, peggio, a diventare apolidi.