Si parla di guerra russo-ucraina.
L'Occidente non ha il minimo dubbio al riguardo: si
tratta di una guerra, una guerra di aggressione, avente fini espansionistici.
La Russia però parla di operazione militare speciale.
La Russia ha dimostrato ampiamente in Siria di
essere in grado di colpire con i suoi missili obiettivi a migliaia di
chilometri di distanza con precisione millimetrica.
Se Putin avesse deciso di fare una vera guerra, a
quest'ora Kiev sarebbe un cumulo di macerie. Invece, ci troviamo di fronte a
una situazione particolare: i capi di Stato e i funzionari dell'Unione Europea
si recano a Kiev a parlare con il presidente Zelinsky e passeggiano con lui per
le strade con la massima tranquillità.
Dopo due mesi dall’inizio del conflitto, solo ora la
Russia ha dichiarato che considererà azione di guerra la fornitura di armi all’Ucraina
e di recente è stato abbattuto un aereo che trasportava materiale bellico.
Si potrebbe dire che se per l’Occidente questa è una
guerra, per i russi evidentemente non lo è ancora. Per loro si tratta di un’operazione
militare speciale. E cosa si intenda per “operazione speciale”, lo ha già chiarito
con poche parole lo stesso Vladimir Putin: ”Denazificare l’Ucraina”.
La Russia viene accusata di commettere genocidi e di
massacrare civili ucraini. Tanti pensano, però, che a uccidere i civili siano
gli stessi ucraini. E si sostiene che starebbero prendendo due piccioni con una
fava. Questo paese, infatti, di 43 milioni di abitanti circa, ha una minoranza russa
di otto milioni di cittadini che si dichiarano russi e non semplicemente
russofoni perché questi ultimi, che parlano russo nelle loro case, rappresentano
il 43% della popolazione.
L’ex premier ucraino, Iulia Timoshenko, nel 2014
dichiarava "Cosa fare con questi otto milioni di russi che sono rimasti in
territorio ucraino? Bisogna tirargli una bomba atomica".
Esiste in Ucraina quindi evidentemente un problema
etnico del quale i media praticamente non parlano. Noi sappiamo però che Andriy
Shevchenko, il famoso calciatore del Milan è nato nelle vicinanze di Kiev e,
pur avendo allenato la nazionale del suo paese, non ha mai imparato la lingua
ucraina che non è in grado di parlare. Domina perfettamente quattro lingue ma
non l’ucraino.
Tornando al genocidio dei russi, forse è il caso di affrontare
il tema come pulizia etnica eseguita dagli ucraini. Organizzano un massacro di
cittadini di nazionalità russa, portando avanti una sorta di pulizia etnica
mascherata dalla quale traggono anche profitto, denunciando i russi al
Tribunale dei Diritti Umani e chiedendo l'aiuto dell'Occidente con forniture di
armi e di fondi.
Apprendiamo, inoltre, un po’ alla volta che
l’ideologia nazista non è diffusa soltanto tra i membri del battaglione Azov,
ma in tutto l’esercito ucraino. Anche questo aspetto dà ulteriore supporto alla
tesi della pulizia etnica. Del resto negli ultimi otto anni ce ne sono stati
diversi massacri di cittadini della minoranza russa, si parla di circa 14.000
vittime, sempre a mano dei nazisti.
E poi ormai le argomentazioni del presidente
ex-comico stanno diventando sempre meno credibili. Persino Macron in questi
giorni ha “deluso” Zelinsky con il suo rifiuto a recarsi a Kiev “per vedere di
persona come stanno le cose” e con il suo invito, in relazione alle denunce dei
genocidi russi, a controllare le parole.