Questa è
sicuramente una leggenda metropolitana che ogni tanto qualcuno racconta qua e
là. Soprattutto i due ultimi ambasciatori, quello attuale, Stefano Queirolo
Palmas e quello precedente Andrea Canepari. Le origini di questa tesi risalgono
ai tempi della chiusura della nostra ambasciata otto anni fa. Si diceva che dai
registri immobiliari risultava che il numero dei cittadini italiani risultanti
dai titoli di proprietà del Tribunal de Tierras era molto superiore a quello
degli iscritti AIRE. Ovviamente la Farnesina non teneva conto di questa
argomentazione e anzi se la rideva sotto i baffi (che non aveva) il viceministro
agli esteri Mario Giro.
La nostra
ambasciata è stata nel frattempo riaperta e l’ambasciatore Andrea Canepari si è
afferrato a questa storia dei 50.000 dei quali 40.000 non si iscrivono per esortare
gli italiani residenti a iscriversi all’AIRE il che avrebbe consentito di
ottenere dalla Farnesina maggiori risorse in termini di fondi e di funzionari e
avrebbe alleggerito gli arretrati dei servizi consolari.
In pratica il
messaggio era il seguente: è anche colpa di chi non si iscrive all’AIRE se il
consolato non funziona come dovrebbe. La stessa “leggenda” è cara anche all’attuale
ambasciatore Queirolo Palmas che la ribadisce in ogni intervista che rilascia
alla stampa locale. Certo un’ambasciata con 50.000 cittadini che risiedono
nella Repubblica Dominicana sarebbe sicuramente una delle più importanti.
Ora ci sono delle
iniziative in corso per promuovere l’iscrizione all’AIRE dei renitenti.
Sostiene il capo della cancelleria consolare locale: “l’iscrizione è
obbligatoria ma non ci sono sanzioni a carico degli inadempienti.”
Ma siamo sicuri che
ci siano decine di migliaia di italiani che secondo quanto prevede la legge
dovrebbero iscriversi all’AIRE? Da dove viene questa certezza nell’anno 2023?
Senza attendere una risposta a questa domanda, si potrebbe arguire che in
qualche modo la certezza c’è perché è impensabile che tanta gente di riguardo
affermi cose senza fondamento. E allora teniamo presente che: “I soggetti che
non decidono di iscriversi spontaneamente all’AIRE, pur essendo in possesso dei
requisiti, possono essere iscritti di ufficio. Questo nel caso in cui gli
accertatori comunali, o l’Agenzia delle Entrate si rendano conto del fatto che
sussistono le condizioni idonee all’iscrizione.”
Se così stanno le
cose dovrebbe essere un gioco da ragazzi iscrivere all’AIRE gli italiani
renitenti che sono anche proprietari di immobili nella Rep. Dominicana.
Comunque quella dei
tanti che non si iscrivono all’anagrafe degli italiani residenti all’estero
nella Rep. Dominicana è senza ombra di dubbio una leggenda metropolitana che
aggiunge importanza senza aumentare la mole di lavoro ai diplomatici in carica.
Per quel che riguarda il personale in più che si otterrebbe con un maggior
numero di funzionari, la domanda che ci si pone è dove intenderebbero
sistemarli. Nella sede attuale dell’ambasciata non entra più neanche uno spillo.