Qualche giorno fa,
l’on. Andrea Di Giuseppe (FdI) eletto nella nostra ripartizione ha ricevuto il
Premio Legalità nella quarta edizione dell’evento “Piazza Italia” organizzato
dal suo partito, al quale era presente anche il ministro degli Interni Matteo
Piantedosi.
Andrea Di Giusepe,
secondo quanto riferito da chi conduceva l’evento, “ha dimostrato di incarnare
i valori di questa Piazza sulla legalità e sulla trasparenza. Quindi siamo
onorati di consegnargli questo premio come Piazza Italia. Siamo onorati di
poterlo fare alla presenza del ministro Piantedosi.”
Al riguardo l’onorevole
Di Giuseppe ha esposto quanto segue: “Cinque mesi fa sono stato avvicinato da
personaggi che hanno tentato di corrompermi per sostanzialmente poter far
pressione sulle nostre unità consolari e ambasciate, soprattutto del sud del
mondo per poter vendere con più facilità i visti di ingresso turistici e di
lavoro. Questa storia, ripeto, sono cinque mesi che dura e probabilmente durerà
ancora per molto. L’ipocrisia sapete qual è? È quella che i cittadini sanno
parzialmente. Voi dovete sapere che i numeri che vediamo in televisione dell’immigrazione
sulle barche, gli scafisti, sfruttatori di esseri umani e quant’altro, sono
minimali rispetto a quelli che arrivano con l’aereo. Sapete qual è la cosa più
brutta, infamante? È che gli scafisti in questo caso sono degli italiani cioè
sono dei funzionari di alcune nostre ambasciate e consolati. Allora. ministro,
la legge è uguale per tutti. Secondo me i reati devono essere puniti in maniera
differente, cioè devono essere puniti al doppio. Chi è servitore dello stato
deve avere il doppio della pena perché questo è infamante, è alto tradimento.”
Andrea Di Giuseppe
ha aperto un vaso di Pandora. Diversi funzionari del MAECI si prestano alla
corruzione nelle erogazioni dei visti e chiede per loro il raddoppio della pena
prevista dalla legge. Se questo è vero per i visti con ogni probabilità è vero
anche per altri servizi, in particolare passaporti e acquisizione della
cittadinanza. A questo riguardo il sistema Prenotami, con le sue maglie larghe,
a occhio e croce si presterebbe benissimo a business vari. Del resto il sito
web del Consolato di Caracas riporta quanto segue: “l’attuale gestione ha
definitivamente stroncato l’annoso fenomeno della vendita di appuntamenti. L’offerta di servizi consolari soddisfa
pienamente ed immediatamente l’intera domanda in ogni settore.”
Il sistema
Prenotami non serve a ottimizzare l’erogazione dei servizi evidentemente e allora
a cosa serve? E perché nessuno degli attori del settore ne parla? La risposta
forse alla romanesca potrebbe essere che se tutto funziona alla perfezione, non
ci sono tempi lunghi di attesa ecc. “nun c’è trippa per gatti”. Lascio all’immaginazione
del lettore chi fa qui la parte del gatto…