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lunedì 31 luglio 2023

Racket di visti, di cittadinanze, di passaporti e di appuntamenti: la corruzione dilaga tra i funzionari dello Stato

 



Non si tratta di un’accusa nei confronti di nessuno, sia ben chiaro. I burocrati, tra l’altro ottimamente retribuiti, soprattutto quelli che lavorano all’estero, dovrebbero ritenersi al di sopra di ogni sospetto. Invece, il denaro facile e abbondante che la corruzione consente senza tanti rischi perché tutto finisce sempre a tarallucci e vino e una pacca sulla schiena, attira evidentemente più di qualcuno per non dire molti.

Visti e cittadinanze sono nell’occhio del ciclone. Per i primi è già partita un’ispezione del Ministero degli Esteri dopo le segnalazioni dell’on. Andrea Di Giuseppe. Per le cittadinanze, invece, si scopre che la ricostruzione dell’albero genealogico per lo ius sanguini genera un business dai 6.000 ai 10.000 euro, talvolta fino a 20.000 euro, con il coinvolgimento di funzionari pubblici, dirigenti ecc., che incorrono in reati come la falsità ecologica, la falsificazione di documenti pubblici e le dichiarazioni di residenza fittizie o false.

Sostiene l’On. Roberto Menia in una sua recente lettera ai ministri degli esteri e dell’interno: “L’aumento vertiginoso del rilascio di passaporti italiani, principalmente in alcuni Paesi dell’America latina, mette a dura prova il Visa waiver program (VWP), che consente di recarsi per turismo o affari negli Stati Uniti d’America in regime di esenzione del visto per viaggi brevi di cui godono i cittadini italiani ed altri Paesi dell’Unione europea. Non si può escludere che in futuro possa verificarsi una sospensione o una limitazione dell’electronic system for travel authorization (noto come ESTA), il sistema elettronico per l’autorizzazione al viaggio senza visto del Governo americano.”

Non è una novità per nessuno che la richiesta della cittadinanza italiana iure sanguini è spesso finalizzata unicamente all’ottenimento del passaporto italiano per i vantaggi che ne discendono, da utilizzare altrove, soprattutto negli Stati Uniti e Canada ma anche in Spagna dove ad esempio nell’AIRE di Barcellona la metà degli iscritti sono di origine latino-americana.

Per il momento si parla solo di un racket di visti e di cittadinanze. Restiamo ora in attesa che venga seriamente affrontato il problema degli appuntamenti. In fondo se esiste una propensione alla corruzione dei burocrati del Ministero degli Esteri per certi servizi, probabilmente questa esiste anche per altri. Del resto la piattaforma Prenota@mi ha le maglie larghe e si presta a delle irregolarità lucrative per gli operatori.