Il motivo ufficiale
della chiusura della nostra ambasciata è stato la spending review. Si doveva
risparmiare e quindi si è pensato di chiudere la sede diplomatica tra l’altro
esistente da ben oltre un secolo con diversi immobili di proprietà tra cui gli uffici
dell’ambasciata e la residenza dell’ambasciatore. Inoltre aveva in forza in
larga maggioranza dipendenti a contratto e quindi poco costosi. Nonostante
tutto questo si ritenne che chiuderla avrebbe rappresentato un risparmio.
Questa tesi è stata sostenuta dalla Farnesina anche nei processi amministrativi
presso il TAR del Lazio e presso il Consiglio di Stato.
L’altro motivo
proveniva da voci di corridoio romane e dominicane e si basava su un
clamoroso traffico di visti. Anche oggi se si chiede a qualcuno il motivo per
cui l’ambasciata di Santo Domingo è stata chiusa nel 2015, con ogni probabilità
farà riferimento a questo traffico, che però non è mai stato dimostrato.
Il tempo risolve
tutto e anche l’enigma circa i motivi della chiusura della nostra sede
diplomatica non sfuggono a questa regola.
La tesi della
spending review è falsa.
Una volta riaperta
l’ambasciata, con l’assunzione dell’incarico come ambasciatore del dott. Andrea
Canepari è partito il progetto nuova sede per l’ambasciata e nuova residenza
per l’ambasciatore.
Il giorno
10/01/2018 è stato sottoscritto il contratto di affitto della sede della Nunez
De Caceres per il canone annuale totale di USD 192.087 e il 04/02/2018, il
contratto di affitto della residenza dell’ambasciatore al canone totale annuale
di USD 120.000. Entrambi con scadenza 31/12/2021. Totale complessivo
annuale USD 313.080. Totale complessivo dopo 4 anni circa USD 1.252.000.
Ai canoni di
affitto vanno aggiunte le centinaia di migliaia di dollari spese per i lavori
interni, l’acquisto di attrezzature e mobilio e tutti i servizi connessi.
La tesi del
traffico dei visti non è mai stata dimostrata e solo per questo dovrebbe essere
ritenuta falsa.
E allora perché è
stata chiusa l’ambasciata di Santo Domingo? La risposta ce la danno i lunghissimi
tempi di attesa per avere oggi un appuntamento per il disbrigo della pratica di
rinnovo del passaporto. Nel 2013 mi sono recato in ambasciata senza
prenotazione di sorta e ho ritirato il giorno dopo il mio passaporto. Il tutto quindi
in tempo reale. Non poteva andare bene, c’era chi aveva in mente qualcosa di
diverso cioè la situazione attuale.
Ma il traffico
visti? Vogliamo confrontare un “traffico visti” mai dimostrato con un sistema
di appuntamenti pieno di lati oscuri che aprono la porta ai business più loschi
e al traffico di influenze?
Ci hanno chiuso l’ambasciata
perché era troppo efficiente e ci hanno inviato diplomatici che si sono dati da
fare perché questa efficienza non si ripristinasse mai più.
Ricordo a questo
punto quanto ha scritto l’anno scorso il giornalista Ennio Marchetti:
“Stavamo meglio
quando stavamo peggio. Così, forse, si potrebbe definire l’attuale situazione
del rinnovo dei passaporti all’Ambasciata di Santo Domingo. Stavamo meglio, per
esperienza personale, quando la Repubblica Dominicana gravitava sotto
l’Ambasciata di Panama e in 15 giorni abbiamo potuto rinnovare il nostro,
comodamente attesi nel Consolato onorario dell’allora Console Dina, con il
funzionario itinerante. Ora invece, che finalmente gli italiani della
Repubblica Dominicana hanno potuto riavere la loro rappresentanza consolare a
Santo Domingo, gli appuntamenti non ci sono, oppure bisogna cercarli e
trovarli, se si è fortunati, con il cosiddetto “lanternino”, magari
approfittando della disdetta di qualcun altro.”