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mercoledì 12 luglio 2023

Tra i motivi che hanno portato alla chiusura della nostra ambasciata, uno ufficiale e l’altro no, ora spunta un terzo

 



 

Il motivo ufficiale della chiusura della nostra ambasciata è stato la spending review. Si doveva risparmiare e quindi si è pensato di chiudere la sede diplomatica tra l’altro esistente da ben oltre un secolo con diversi immobili di proprietà tra cui gli uffici dell’ambasciata e la residenza dell’ambasciatore. Inoltre aveva in forza in larga maggioranza dipendenti a contratto e quindi poco costosi. Nonostante tutto questo si ritenne che chiuderla avrebbe rappresentato un risparmio. Questa tesi è stata sostenuta dalla Farnesina anche nei processi amministrativi presso il TAR del Lazio e presso il Consiglio di Stato. 

L’altro motivo proveniva da voci di corridoio romane e dominicane e si basava su un clamoroso traffico di visti. Anche oggi se si chiede a qualcuno il motivo per cui l’ambasciata di Santo Domingo è stata chiusa nel 2015, con ogni probabilità farà riferimento a questo traffico, che però non è mai stato dimostrato.

Il tempo risolve tutto e anche l’enigma circa i motivi della chiusura della nostra sede diplomatica non sfuggono a questa regola.

La tesi della spending review è falsa.

Una volta riaperta l’ambasciata, con l’assunzione dell’incarico come ambasciatore del dott. Andrea Canepari è partito il progetto nuova sede per l’ambasciata e nuova residenza per l’ambasciatore.

Il giorno 10/01/2018 è stato sottoscritto il contratto di affitto della sede della Nunez De Caceres per il canone annuale totale di USD 192.087 e il 04/02/2018, il contratto di affitto della residenza dell’ambasciatore al canone totale annuale di USD 120.000. Entrambi con scadenza 31/12/2021. Totale complessivo annuale USD 313.080. Totale complessivo dopo 4 anni circa USD 1.252.000.

Ai canoni di affitto vanno aggiunte le centinaia di migliaia di dollari spese per i lavori interni, l’acquisto di attrezzature e mobilio e tutti i servizi connessi.

La tesi del traffico dei visti non è mai stata dimostrata e solo per questo dovrebbe essere ritenuta falsa.

E allora perché è stata chiusa l’ambasciata di Santo Domingo? La risposta ce la danno i lunghissimi tempi di attesa per avere oggi un appuntamento per il disbrigo della pratica di rinnovo del passaporto. Nel 2013 mi sono recato in ambasciata senza prenotazione di sorta e ho ritirato il giorno dopo il mio passaporto. Il tutto quindi in tempo reale. Non poteva andare bene, c’era chi aveva in mente qualcosa di diverso cioè la situazione attuale.

Ma il traffico visti? Vogliamo confrontare un “traffico visti” mai dimostrato con un sistema di appuntamenti pieno di lati oscuri che aprono la porta ai business più loschi e al traffico di influenze?

Ci hanno chiuso l’ambasciata perché era troppo efficiente e ci hanno inviato diplomatici che si sono dati da fare perché questa efficienza non si ripristinasse mai più.

Ricordo a questo punto quanto ha scritto l’anno scorso il giornalista Ennio Marchetti:

“Stavamo meglio quando stavamo peggio. Così, forse, si potrebbe definire l’attuale situazione del rinnovo dei passaporti all’Ambasciata di Santo Domingo. Stavamo meglio, per esperienza personale, quando la Repubblica Dominicana gravitava sotto l’Ambasciata di Panama e in 15 giorni abbiamo potuto rinnovare il nostro, comodamente attesi nel Consolato onorario dell’allora Console Dina, con il funzionario itinerante. Ora invece, che finalmente gli italiani della Repubblica Dominicana hanno potuto riavere la loro rappresentanza consolare a Santo Domingo, gli appuntamenti non ci sono, oppure bisogna cercarli e trovarli, se si è fortunati, con il cosiddetto “lanternino”, magari approfittando della disdetta di qualcun altro.”