"Meglio vivere sotto una dittatura che morire". Questa è una frase
attribuita a Domenico De Masi, intellettuale di riferimento del Movimento 5 Stelle
che sta alla base della mozione grillina contraria all’invio di armi per l’Ucraina.
La premier Giorgia Meloni è di avviso contrario e sostiene che così “si fa
strage di secoli di storia in cui libertà e democrazia sono stati costruiti con
il sacrificio di persone come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone”. La premier
ha poi aggiunto: «Io non credo che sia meglio vivere sotto una dittatura che
morire ma lavorare perché le persone possano vivere libere questa è la differenza
tra quello che stiamo proponendo noi e quello che state proponendo voi».
Devo dire che bisognerebbe definire innanzitutto cosa si intenda per “Dittatura”. Una parola non calzante se si fa riferimento alla guerra russo-ucraina alla base della quale ci sono tante altre motivazioni. Non mi sembra il caso che il fatto che la Russia voglia impedire l’aderenza dell’Ucraina alla Nato si possa intendere come “Dittatura” perché questa riguarda esclusivamente il rapporto tra governo e cittadini. Chi sostiene ad esempio che Putin sia un dittatore anche se è stato eletto con regolari elezioni, lo fa per sue considerazioni personali. Semmai bisognerebbe esaminare la figura di Zelensky nel rapporto con il suo popolo. È stato eletto democraticamente? Certo, in campagna elettorale ha convinto la popolazione russofona, circa il 30% del totale, alla quale tra l’altro appartiene, che avrebbe stipulato un accordo con la Russia. Ovviamente non ha adempiuto alle sue promesse e pur sapendo che la potenza bellica della Russia è di gran lunga superiore a quella dell’Ucraina ha mandato 250.000 suoi soldati al macello senza contare i feriti che sono altrettanti, molti invalidi per sempre.
Sono andati a morire perché non vogliono vivere sotto una dittatura o
semplicemente perché Zelensky non vuole accettare la neutralità del suo paese,
tipo quella della Svizzera tanto per intenderci?
A questo omino che
ama indossare le magliette verdi non gliene importa niente della vita dei suoi
concittadini, questo è poco ma sicuro. Il dittatore è lui e nessun altro.
E poi prima di guardare la pagliuzza nell'occhio altrui bisognerebbe guardare la trave nel proprio. In Italia cambiano i governi, i partiti infatuano gli elettori con proposte di loro gradimento e una volta vinte le elezioni proseguono con la linea di sempre, quella dei globalisti. È successo con i Grillini e succede ora con il Centro Destra.
E questa non sarebbe una dittatura?