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martedì 19 dicembre 2023

Intervista a Salvatore Foti il Delegato Nazionale del CTIM dell’Ecuador

 



Salvatore Foti, presidente del Com.It.Es di Quito, è il primo Delegato Nazionale del CTIM dell’Ecuador. Si tratta di un evento importante per l’associazione più rappresentativa degli italiani nel mondo. Lo abbiamo intervistato per complimentarci con lui e per mettere in evidenza il lavoro finora svolto e i suoi progetti futuri da attuare insieme al CTIM.

Salvatore Foti è nato a Catania il 26.02.1973. Ha due figli. È professore universitario, insegna Scienze Politiche.

Domanda:           Tenendo anche conto che gli iscritti AIRE in Ecuador sono quasi 30.000, una cifra di riguardo, può indicare su cosa ha focalizzato la sua attività a favore della comunità italiana in questi anni anche come presidente del Com.It.Es?

Risposta:              Mi sono focalizzato sul rilascio dei passaporti; ho pubblicato e distribuito un libro sull’immigrazione italiana in Ecuador, il secondo volume sarà presentato nel 2024; ho eseguito visite in loco ed effettuato aiuto sociale ad italiani in difficoltà; durante il covid siamo riusciti a far arrivare un aereo che è stato capace di rimpatriare centinaia di connazionali bloccati in Ecuador; obiettivo nuovo: ottenere uno sportello consolare a Guayaquil capace di soddisfare le necessità dei connazionali. Il Consolato Onorario di Guayquil ha svolto in ottimo lavoro ma è arrivato il momento di chiedere ed ottenere uno sportello consolare a tutti gli effetti. Roma è già stata avvisata e sembra sia disposta a soddisfare la richiesta. In ogni caso, il Comites non si fermerà fino a quando non otterrà quanto richiesto.

Domanda:           Un paese con circa 30.000 iscritti AIRE, con una sola cancelleria consolare e un’ambasciata con 15 dipendenti riesce a emettere 3.000 passaporti all’anno. Si può parlare di efficienza. In che modo Lei ritiene di aver contribuito a questo?

Risposta:              Nella città di Guayaquil dove risiedono più italiani i passaporti non si rilasciavano, obbligando migliaia di italiani a dover recarsi alla capitale. Grazie ad una raccolta firme, siamo riusciti ad ottenere che finalmente i passaporti possano essere rilasciati anche a Guayaquil. Anni addietro ho presentato una denuncia documentata sulla crisi degli appuntamenti.

Domanda:           Sappiamo che si serve della Radio Comites e che spesso fa delle interviste a funzionari dell’ambasciata. Ci può raccontare qualcosa sulle sue attività di contatto con la comunità e con la sede diplomatica?

Risposta:              Ho provveduto alla creazione di Radio Comites, un podcast che informa sulle attività delle istituzioni italiane in Ecuador, ma soprattutto sul ruolo degli italiani in Ecuador, intervistando autorità consolari ma anche ristoratori, imprenditori ecc. I nostri rapporti con le autorità consolari e con la comunità sono ottimi.

Domanda:           Come intende impostare per il futuro la nuova ottica dei suoi ruoli come delegato nazionale CTIM, un’associazione storicamente importante per gli italiani residenti all’estero, e di presidente del Com.It.Es di Quito?

 

Risposta:              La presenza sul territorio è fondamentale. Il Comites conosce profondamente le necessità della comunità ed è sicuro che il lavoro con il CTIM potrà essere molto più capillare perché sensibile ai problemi degli italiani sia quando si tratta delle grandi che delle piccole comunità. La comunità ecuadoriana ha bisogno di un sostegno continuo nonostante non rappresenti il numero ed il peso di voti di altri paesi. Sono sicuro che il nostro Comites e il CTIM svolgeranno un lavoro simbiotico che potrebbe diventare un esempio d’efficienza e capacità di fare e ispirare anche altre comunità “ meno importanti “ rispetto a quelle “piu coccolate “ che, ripeto, risiedono  in altri paesi.

Domanda:           Infine, come potrebbe sintetizzare la sua missione nei confronti della comunità italiana residente in Ecuador?

Risposta:              Noi abbiamo due linee fondamentali:

1. lavorare “con” e non lavorare “contro”;

2. non importa dove vivi non cessi mai di essere italiano.

Questi due assiomi ispirano il nostro lavoro.