Se il maiale alla griglia era il re della vigilia di Natale, nel cenone di
Capodanno regna il sancocho, famoso piatto del ricettario dominicano che ha
nella notte del 31, e anche il primo giorno dell’anno, tutto ciò che serve d
per goderselo al massimo: temperatura ambientale gradevole, bevande alcoliche e
tanti familiari e amici con cui condividerlo.
Anche se molte famiglie preferiscono ripetere la cena della vigilia di
Natale con alcune variazioni e altri scelgono di cenare in ristoranti e circoli
sociali, la verità è che in diversi ambiti sociali, il sancocho viene preferito come pietanza principale.
Il dominicano è sempre pronto a degustare un succulento sancocho, il piatto
più rappresentativo della gastronomia dominicana, che concentra in una pentola
profonda o calderone la storia delle sue origini, attraverso la fusione dei
contributi taino, spagnoli e africani che danzano in quel miscuglio.
È un piatto di delizia dei sensi e di festa, ecco perché l'ultimo giorno
dell'anno in molte case, attività commerciali e in ogni angolo dei quartieri ci
si abbandona presto al rito che prevede la preparazione del sostanzioso
minestrone.
Il sancocho
dominicano ha una versione di lusso: il “Sancocho de Siete Carnes”, in cui
sette diversi tipi di carne di maiale, manzo, pollo e capra, vengono mescolati
con erbe, verdure, spezie e platani per produrre un minestrone, ricco, denso e
carnoso. La versione più semplice può avere solo manzo e pollo.
Il Sancocho
viene solitamente servito con riso bianco, qualche fetta di avocado e una
tipica salsa piccante chiamata arancia acida.
Gli
ingredienti variano da casa a casa e da un cuoco all'altro, ma nel sancocho non
dovrebbe mai esserci né pasta né salsa di pomodoro.