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martedì 11 luglio 2017

Dalle Alpi ai Tropici, una storia molto simile di pesci piccoli e di pesci grossi che nuotano nel mare della corruzione. Ma i pesci grossi si mangiano sempre quelli piccoli!






Ci troviamo a molti chilometri di distanza dall’Italia, a circa 9 ore di volo, nei tropici con un clima eternamente estivo in un paese bellissimo, pieno di spiagge dove si parla spagnolo e dove gli abitanti sono in prevalenza mulatti. Un paese insomma diverso dal nostro. Ciononostante e stranamente ci sono tanti aspetti cruciali a livello politico ed economico nei due paesi che hanno delle sconcertanti analogie.
Innanzitutto è in essere qui e là una pressione sulla classe politica esercitata attraverso il tema della corruzione. Un modello che vediamo un po' ovunque in giro per il mondo. Chi esercita la pressione, il pesce grosso, il corrotto per eccellenza che non vuole ricchezze perché le possiede tutte, rende difficile la vita del pesce piccolo, il politico locale eletto in libere elezioni. L'obiettivo è ottenere la ribellione, ma soprattutto lo scontento del popolo, destabilizzarlo e impoverirlo per fargli accettare una spietata dominazione straniera. Può servire da esempio la fine che ha fatto la Grecia oppure la stessa Haiti.
Svelare la corruzione del politico è un po' come scoprire l'acqua calda. La corruzione infatti c'è sempre stata dappertutto. È una tradizione inveterata in chi esercita un qualche potere, quasi naturale a giudicare dalla sua persistenza nel tempo. Lo sostiene anche l'ex presidente Leonel Fernandez che dice di averla quantificata nel 1998 all'atto del suo primo arrivo al potere in 2.000 miliardi di dollari nella Repubblica Dominicana. Quasi vent'anni fa!
La corruzione del pesce piccolo, del governante di turno è presente sia in Italia che nella Repubblica Dominicana. Il pesce grosso, la finanza internazionale, i globalizzatori, che aspirano apertamente a dominare il mondo, sono gli artefici delle burrasche politiche che ne conseguono. Lo fanno attraverso i media, tutti o quasi e ovunque di loro proprietà e l’azione penale, dov’è la magistratura è "indipendente", come in Italia oppure sempre con i media di proprietà e le ONG, elargitrici di fondi illimitati agli attivisti, come nella Repubblica Dominicana, che motivano i cittadini alla protesta. Tant'è che in Italia la gente si lamenta da casa, mentre nella Repubblica Dominicana, folle di decine di migliaia di persone marciano per le strade. Semplicemente una questione di strumenti a disposizione…

Il vero problema qui non sono i governanti e la loro corruzione, ma la strategia stessa della globalizzazione che vuole sottoporre tutto il mondo a un solo governo, antidemocratico per eccellenza e spietato, il cui fine ultimo è la drastica riduzione della popolazione mondiale a 500 milioni di persone. Ce ne sono attualmente quasi otto miliardi. Questa è un'idea "brillante" che ha espresso più volte, come se si trattasse di qualcosa del tutto normale, uno dei Rotchild, la famiglia alla guida del processo di globalizzazione. Certi crudeli dittatori del passato a confronto con questi plurimiliardari borghesi dal colletto bianco fanno una magra figura.

Una manciata di persone detiene il 90% della ricchezza del mondo e controlla tutte le banche, fa inoltre il bello e il cattivo tempo dappertutto. Crea crisi economiche come quest’ultima del 2008 dalla quale non siamo ancora usciti e convince il popolo attraverso la falsa informazione che il problema sono i politici, nella maggior parte dei casi, i loro maggiordomi fidati. Questi burattinai manovrano i governi del mondo, sicuramente quello dell’Italia.
La corruzione è quindi un mezzo attraverso il quale i globalizzatori impongono e diffondono la convinzione nel popolo di essere governati male e che il mal governo è endemico e ci sarà sempre dal momento che i politici sono tutti corrotti.
Troviamo questa situazione anche nella Repubblica Dominicana con la differenza che qui la magistratura inquirente è alle dipendenze del potere esecutivo. Più difficile quindi da queste parti vedere politici in galera, diversamente di quanto accade da noi, dove tanti vanno in galera e non sono certamente i più corrotti.
  
L'attuale burrasca Odebrecht che coinvolge i politici dominicani è dovuta al fatto che il governo non asseconda completamente la volontà dei globalizzatori. Innanzitutto una grave mancanza secondo l’ottica dei signori del mondo è che la Repubblica Dominicana sia una delle poche al mondo ancora con una banca centrale pubblica. In secondo luogo le sue posizioni in temi importanti di politica estera come per esempio il Venezuela sono ambigue. C'è stata corruzione? Naturale sì quella c'è stata, c'è e ci sarà sempre.
Il pesce più grosso in assoluto che si mangia tutti quelli più piccoli è uscito ora allo scoperto. Sapientemente era rimasto sempre dietro le quinte a bisbigliare suggerimenti, ora invece i giochi sono fatti e quindi si può levare la maschera.
Ai tantissimi accecati dall'odio nei confronti dei politici corrotti la faccia del vero nemico non sarà mai visibile. Peccato!