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venerdì 14 luglio 2017

Un'assistenza sanitaria per gli italiani iscritti AIRE poco chiara e con delle diversità di carattere regionali. Ci sono sorprese anche per chi riprende la residenza in Italia…





Chi è iscritto all’AIRE non ha diritto ad avere in Italia un medico di base, questo è il motivo per cui tanti non vi si iscrivono. Del resto si perde anche il diritto all’assistenza ospedaliera tramite mutua e all’acquisto dei medicinali dietro il pagamento del solo ticket. Si mantiene invece il diritto all’assistenza sanitaria a carattere di urgenza tramite il pronto soccorso per un massimo di 90 giorni anche non consecutivi. Tuttavia la normativa che riguarda i cittadini italiani residenti all’estero e il loro accesso al Servizio Sanitario Nazionale è assolutamente confusa.
Per quanto riguarda le prestazioni urgenti ospedaliere è necessario presentare un attestato rilasciato dal Consolato competente che certifichi lo stato di emigrato. In mancanza dell’attestato del Consolato può essere sottoscritta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui si dichiara oltre al proprio stato di emigrato che non si è in possesso di una copertura assicurativa pubblica o privata contro le malattie. Ci sono alcune regioni, ad esempio il Veneto, che garantiscono un’assistenza sanitaria più ampia nei confronti dei cittadini emigrati dalla propria regione.
La natura di emigrato è necessaria per usufruire dell’assistenza urgente e alla fine siccome la legge non è molto chiara c’è qualcuno che dice che chi è nato all’estero non potrà mai avere lo stato di emigrato. Invece se viene richiesto un certificato del Consolato che sostenga che il cittadino è emigrato, vuol dire che anche chi non è nato in Italia se è emigrato può usufruire dell’assistenza sanitaria urgente, altrimenti questa sarebbe preclusa solo guardando il luogo di nascita che risulta sul documento d'identità. Basta che il cittadino sia stato residente in un comune italiano per qualche tempo e che poi si sia iscritto all’AIRE una volta emigrato.
Certamente bisogna stare attenti perché se ci si reca in Italia con i figli nati nel paese estero di residenza, si deve tenere presente che questi non hanno la natura di emigrati e che pertanto non avranno diritto alla gratuità dell’assistenza sanitaria italiana per motivi di urgenza.
Per chi rientra e riprende la residenza e la tessera sanitaria per qualche tempo difficilmente ci sarà la possibilità di usufruire dell'esenzione del ticket. Questa, infatti, richiede l'appartenenza a una determinata fascia di reddito il che è possibile dimostrare soltanto con l'esibizione dell'ultima dichiarazione dei redditi o dimostrando di essere disoccupati. La prima sarà sicuramente mancante e per la disoccupazione bisogna aver lavorato ed essere stato licenziato. L'autocertificazione non viene accettata.
Attenzione che l'assistenza sanitaria è prevista per i cittadini italiani residenti in Italia, chi sta fuori dall'Italia per oltre 6 mesi non viene considerato residente e quindi è passibile qualora usufruisse del Servizio Sanitario Nazionale gratuito di essere denunciato per truffa.