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lunedì 17 luglio 2017

Una marea di gente si è riversata anche oggi sulle strade della capitale. Tante magliette verdi, una calca fitta fitta quasi uno sciame di cavallette. Decine di migliaia hanno marciato contro l’impunità.




Eppure in questo paese l'impunità regna sovrana a tutti i livelli e ne sappiamo qualcosa anche noi italiani qui residenti che abbiamo seguito gli ultimi decessi per cause non naturali di nostri connazionali. Ci sono stati sicuramente almeno due omicidi e gli assassini sono a piede libero. Le indagini si sono insabbiate con delle giustificazioni ridicole. E questa non è impunità?
I rapinatori scorrazzano per le strade a bordo dei loro ciclomotori, seminando morte nei centri urbani e a questa situazione non si riesce o non si vuole porre rimedio. Quella del ladro poi è sicuramente una professione, perché una volta arrestato dopo qualche giorno torna misteriosamente a piede libero e può continuare indisturbato a esercitarla.
Anche questa è impunità, ma per queste cose la gente non esce da casa per fare massivi cortei. Manca anche ogni interesse a promuoverli da parte delle ONG che immancabilmente sono sempre dietro le quinte in queste manifestazioni. L'obiettivo non è infatti porre fine all'impunità, ma destabilizzare il governo dominicano. Con questo non voglio giustificare la corruzione.
Si fa finta di non sapere che la tangente non è solo una questione che riguarda i politici e il governo. In realtà fa parte della mentalità inveterata del latinoamericano e ce la troviamo ogni giorno a tutti i livelli senza che ciò provochi alcuna indignazione. Si tratta di una cosa abbastanza naturale. C'è addirittura nella Repubblica Dominicana una figura, quella del "buscon", che ne è la diretta emanazione.
La corruzione del resto è fortemente legata al sistema democratico ideato dagli enciclopedisti francesi verso la metà del '700 e adottato poco dopo dagli Stati Uniti, paese nel quale la corruzione intesa come tangente ai politici è stata a tutti gli effetti istituzionalizzata. Il Congresso è di fatto un mercato dove i lobbisti sono di casa e dove si possono comprare tante cose, legislazione sempre, ma anche manovre dei servizi segreti orientate a questioni di strategia commerciale internazionale. Il Brasile con Odebrecht e i Tucanos aveva dato non poco fastidio alla concorrenza statunitense. Ecco ora tutto sistemato o in via di sistemazione con un ex presidente brasiliano condannato a 9 anni di galera. Del resto è sempre attuale la dottrina di Monroe: America agli Americani, intesi per tali logicamente gli statunitensi, non per niente americano e statunitense sono sinonimi. Chi vuole appaltare lavori deve avere un occhio di riguardo nei confronti delle ditte "americane".
La persecuzione della corruzione è diventata uno strumento efficacissimo nelle mani degli Americani, attraverso il quale hanno raggiunto importantissimi risultati a livello mondiale. In Ucraina ad esempio è stato rovesciato sempre con le solite manifestazioni un governo da poco eletto democraticamente: una cosa che ha tutta l'aria di poter capitare anche nella Repubblica Dominicana.
Chi partecipa ai cortei non sospetta minimamente di essere strumentalizzato. Il corrotto per antonomasia che c'è dietro le quinte delle marce non farà certo scomparire la corruzione, anzi questa prospererà ancora di più, ma a trarne profitto saranno ovviamente altri più remissivi e ossequiosi governanti nei confronti della grande potenza americana. Non si prospetta un miglioramento futuro, ma una ricaduta: da noi si dice che si finirà cadendo "dalla padella alla brace".