Non direi. Dietro questi cortei girano
soldi e promesse. Gli attivisti prendono fior di quattrini oltre a promesse di
visti d'ingresso e di residenza negli Stati Uniti che valgono spesso più dei
contanti. Soldi e promesse sono il motore delle proteste. Le ONG di Soros sono
diventate famose, si trovano dappertutto nel mondo. Hanno rovesciato almeno
sicuramente un governo democraticamente eletto, quello dell'Ucraina, ma sono
intervenuti con successo in Argentina e in Brasile per citare solo alcuni paesi.
La protesta viene organizzata e finanziata dappertutto. E nella Repubblica
Dominicana non succede diversamente. Se così non fosse ci troveremmo davanti all'eccezione
che conferma la regola.
La gente si riversa per le strade motivata
a parole e slogan da attivisti motivati a loro volta da soldi e promesse.
L'organizzazione è perfetta e collaudata a livello mondiale. Negli Stati Uniti
le proteste sono diverse, niente marce, donne senza reggiseno e defecazioni
pubbliche. Per 50 dollari l'ora questo e altro!
Non per niente a George Soros lo
speculatore nababbo ungherese per nascita gli è stato bandito l'ingresso in
diversi paesi tra cui anche l'Ungheria.
Difficile pensare che in Italia Soros o chi
per lui faccia uscire la gente per la strada a protestare. Sarebbe come darsi
la zappa ai piedi. A che pro? I suoi obiettivi strategici nel nostro Paese hanno
avuto pieno successo e siamo in dirittura d'arrivo verso la rovina totale?
Ecco scoperto l'arcano: non siamo vigliacchi,
semplicemente da noi nessuno promuove questo tipo di protesta per cui la gente non
si riversa sulle strade. Lo dovrebbe fare spontaneamente. È chiaro che non è
possibile. Ci vuole un'organizzazione e qui nella Repubblica Dominicana questa non
manca.
La marcia verde è spontanea, non è
strumentalizzata? Non credo. Dietro ci sono gli interessi degli Stati Uniti che
ultimamente hanno sfoggiato tutto un arsenale di armi non convenzionali tra cui
proprio questa, la protesta stradale, che si è dimostrata efficacissima, più
delle bombe e senza dare la faccia.
Venticinque anni fa con l'inizio di
"Mani pulite" eravamo scandalizzati e speranzosi allo stesso tempo.
Finalmente si sarebbe messo un freno alla corruzione dilagante. Invece dopo 25
anni scopriamo di aver sempre e costantemente avuto corruzione tra i nostri
politici. Nonostante questo ci continuiamo a indignare!
Dei politici capaci sono stati estromessi
per far posto a degli incapaci anche loro per giunta disonesti. Tanti giudici
si sono messi a far politica. I corrotti subentrati ai corrotti sono stati
molto peggiori perché non solo ci hanno continuato a derubare, ma ci hanno
svenduto, distruggendo la nostra struttura imprenditoriale, privatizzando tutto
quanto aveva valore e riempiendoci di immigrati senza documenti che per di più vengono
mantenuti con i soldi dello Stato o con l'aumento del debito pubblico.
E allora forti della esperienza di Mani
Pulite, con il senno di poi, cosa dobbiamo suggerire ai Dominicani?
Sta di fatto che noi non lo sapevamo, ma il
sistema democratico è corrotto per antonomasia. Ce lo fanno capire ora. Prima
si diceva che era un sistema con difetti, ma che garantiva la libertà di espressione.
Volevano allontanarci da ogni tipo di totalitarismo. Oggi invece a livello
mondiale ci stanno convergendo verso una convinzione: i politici sono tutti
corrotti. L'unica speranza si trova in un totalitarismo. Questo poi è dietro
l'angolo e si chiama Globalizzazione. Nel frattempo vengono approvate leggi
liberticide, limitative della libertà di parola.
Ben venga la protesta nella Repubblica
Dominicana, ma senza strumentalizzazioni. La destabilizzazione però non
conviene a nessuno, i soliti burattinai esclusi.