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martedì 25 luglio 2017

Leggi migratorie dominicane: un rigore eccessivo che di fatto viene applicato poco, ma sempre di più



Capita sempre più spesso che dei connazionali vengano fermati per la strada a bordo delle loro autovetture e si contesti loro la guida con patente non valida se sono stati superati i 30 giorni dall'arrivo come turisti o che in caso di sinistro, vista l'irregolarità dello status migratorio, la società di assicurazione rifiuti la copertura del danno. Una situazione che si aggrava in prospettiva se si tiene conto che è imminente l'entrata in vigore del nuovo codice della strada.
La legislazione prevedeva all'origine, nel 2004, 60 giorni di permanenza per i turisti, dal 2011 questa è stata ridotta a 30 giorni senza una reale possibilità di proroga.
Si nota un progressivo peggioramento della posizione degli immigrati non in regola.
Non si tratta di sviste del legislatore. Tanti connazionali giustificano la severità di queste leggi, sostenendo che il loro obiettivo sono gli haitiani. Invece, come si sa, c'è una pressione internazionale che protegge gli haitiani. Quindi la legge con tutte le sue disposizioni persecutorie nei confronti del turista non inquadrato nell'"all inclusive" e del residente irregolare è rivolta proprio a tutti gli stranieri.
L'attuale legislazione è stata approvata a cavallo dei governi dei due maggiori partiti nazionali: il PRD e il PLD. Probabilmente l'iniziativa della legge e la redazione della stessa è avvenuta a tavolino al di fuori delle aule del parlamento e sicuramente un ruolo primario nella formazione della stessa lo ha avuto l'industria turistica. Ma questa legge è contraria al turismo, potrebbe arguire qualcuno.
Esiste un solo tipo di turismo rilevante ai fini del PIL ed è il turismo "all inclusive". Attualmente arrivano nel Paese oltre 7.000.000 di turisti ogni anno e per il 2022 ne sono previsti 10.000.000 secondo dichiarazioni dell'oriundo Frank Ranieri presidente del Punta Cana Group e la destinazione della stragrande maggioranza di loro sono i resort delle famosissime spiagge locali. Soggiornano al massimo due settimana nel Paese. Quello è il turismo che viene promosso. Gli stranieri arrivano, entrano negli hotel dove rimangono per tutto il tempo tranne qualche escursione. Non c'è alcun pericolo per loro e alla fine sono tutti felici e contenti. Una loro permanenza più a lungo nel Paese non sarebbe gradita, lo si capisce dal tenore della legge.
In effetti sono le persone che entrano nel territorio nazionale come turisti e che vi rimangono come irregolari all'origine dei luoghi comuni negativi legati ad esempio e soprattutto agli italiani che vivono nella Repubblica Dominicana.
Se dopo trenta giorni i turisti se ne tornassero in patria e gli italiani residenti fossero tutti in regola con il loro status migratorio, chi potrebbe dire che questo paese caraibico brulica di mafiosi, trafficanti, truffatori, pedofili, falliti, avventurieri e chi più ne ha più ne metta? (Vedi Fanpage e altri giornali, nonché teorie varie sui presunti motivi della chiusura della nostra ambasciata).
C'è da dire infine che la regolarizzazione è per molti a portata di mano. Tanti, infatti, avrebbero diritto a optare per la riunione familiare. Chi è sposato con una dominicana o ha figli riconosciuti nel Paese peraltro non può essere nemmeno deportato. Circostanza questa comunque attualmente poco probabile, ma che non sarebbe l'ipotesi peggiore… L'invalidità della patente di guida e la mancata copertura dell'assicurazione possono in caso di sinistro avere rilevanza penale.