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lunedì 24 luglio 2017

L'ignoranza al potere! La rete diplomatica produce reddito e occupazione per l'Italia. Quando lo capiranno i nostri governanti e burocrati?


Dall’Annuario Statistico 2017 del Ministero degli Esteri risulta che il numero degli italiani iscritti all’anagrafe consolare è crescente ed è salito nel 2016 a 5.380.199 con un incremento del 3,5% rispetto al 2015, incremento che ha generato una “crescita fisiologica” dei servizi amministrativi erogati con un aumento dell’8% delle percezioni consolari. Gli incassi a fronte delle tariffe consolari sono aumentati quindi l’anno scorso più che proporzionalmente rispetto al maggior numero di iscritti AIRE. Un dato che conferma la parziale finanziabilità della rete diplomatica con gli introiti derivanti dai servizi consolari. Ma c'è dell'altro. E sì, perché a sentire gli addetti alla Farnesina, tutti o quasi ex radicali, esperti in droghe leggere, aborti, siringhe sterili o ex democristiani alla ricerca di fondi per le loro presunte opere di beneficienza, esperti nel dirottamento di fondi per i loro progetti privati, nonché in intrallazzi con società off-shore alle quali vengono esternalizzati i servizi consolari…, a sentire loro, dicevo, la rete diplomatica è una fonte di spese da ridurre e basta. Questi grandi ignoranti posti lì dove sono a guadagnare lauti stipendi per sostenere strategie contrarie agli interessi degli italiani non hanno mai capito o meglio non vogliono capire che ogni entrata è legata a un'uscita per cui tagliando le spese si eliminano anche i relativi introiti. 
Si fa menzione, infatti, nell’introduzione del menzionato Annuario alla domanda di servizi da parte delle imprese per internazionalizzarsi. Uno studio indipendente di Prometeia sull’impatto della diplomazia economica ha stimato che le gare e i contratti aggiudicati ad aziende italiane che hanno ricevuto il sostegno della rete diplomatico-consolare hanno prodotto oltre l’1% del PIL e 234.000 posti di lavoro. Il tutto in un contesto di drastica riduzione delle risorse disponibili alla rete consolare. Ricordiamo anche che le rimesse provenienti dagli italiani emigrati ammontano attualmente a circa lo 0.5% del Pil, percentuale in costante crescita. A fronte di tutto questo i nostri esperti in droghe leggere e cacciatori di fondi per i loro progetti privati che pullulano all’interno della Farnesina promuovono il taglio dei fondi per la rete diplomatica. Ma attenzione questi tagli vengono poi destinati a scelte sulla destinazione di aiuti della Farnesina, perché non dimentichiamo che la Farnesina è anche cooperazione internazionale. Ci troviamo allora con una percentuale irrisoria rispetto ai Paesi industrializzati paragonabili al nostro dello 0.10% del PIL, circa 900 milioni di euro, destinati alla rete diplomatica e invece con una percentuale dello 0,2% del PIL pari a circa 200 milioni di euro destinati al continente africano, dal quale è in atto l'attuale invasione di immigrati clandestini. Come si spiega tutto questo? È assurdo che si faccia fatica a destinare risorse alla rete diplomatica che produce PIL e posti di lavoro e che fornisce assistenza nelle pratiche amministrative agli italiani residenti all'estero che promuovono il sistema Italia e che inviano rimesse in patria! Certo è assurdo, ma forse più di qualcuno non sa ancora che il viceministro degli esteri Mario Giro, principale sostenitore dei tagli alla rete diplomatica, è protagonista del gravissimo conflitto di interessi in atto tra la Comunità di Sant'Egidio, detta anche Onu di Trastevere, e il Ministero degli affari esteri. Mario Giro, meglio conosciuto come Mario Africa... Evidentemente il viceministro è esperto in gestioni pro domo sua.