Ci troviamo a molti chilometri di distanza dall’Italia, a circa 9 ore di
volo, nei tropici con un clima eternamente estivo in un paese bellissimo, pieno
di spiagge dove si parla spagnolo e dove gli abitanti sono in prevalenza
mulatti. Un paese insomma diverso dal nostro. Ciononostante e stranamente ci
sono tanti aspetti cruciali a livello politico ed economico nei due paesi che
hanno delle sconcertanti analogie.
Innanzitutto è in essere qui e là una pressione sulla classe politica
esercitata attraverso il tema della corruzione. Un modello che vediamo un po'
ovunque in giro per il mondo. Chi esercita la pressione, il pesce grosso, il
corrotto per eccellenza che non vuole ricchezze perché le possiede tutte, rende
difficile la vita del pesce piccolo, il politico locale eletto in libere
elezioni. L'obiettivo è ottenere la ribellione, ma soprattutto lo scontento del
popolo, destabilizzarlo e impoverirlo per fargli accettare una spietata dominazione
straniera. Può servire da esempio la fine che ha fatto la Grecia oppure la
stessa Haiti.
Svelare la corruzione del politico è un po' come scoprire l'acqua calda. La
corruzione infatti c'è sempre stata dappertutto. È una tradizione inveterata in
chi esercita un qualche potere, quasi naturale a giudicare dalla sua
persistenza nel tempo. Lo sostiene anche l'ex presidente Leonel Fernandez che
dice di averla quantificata nel 1998 all'atto del suo primo arrivo al potere in
2.000 miliardi di dollari nella Repubblica Dominicana. Quasi vent'anni fa!
La corruzione del pesce piccolo, del governante di turno è presente sia in
Italia che nella Repubblica Dominicana. Il pesce grosso, la finanza
internazionale, i globalizzatori, che aspirano apertamente a dominare il mondo,
sono gli artefici delle burrasche politiche che ne conseguono. Lo fanno attraverso
i media, tutti o quasi e ovunque di loro proprietà e l’azione penale, dov’è la
magistratura è "indipendente", come in Italia oppure sempre con i
media di proprietà e le ONG, elargitrici di fondi illimitati agli attivisti,
come nella Repubblica Dominicana, che motivano i cittadini alla protesta.
Tant'è che in Italia la gente si lamenta da casa, mentre nella Repubblica
Dominicana, folle di decine di migliaia di persone marciano per le strade.
Semplicemente una questione di strumenti a disposizione…
Il vero problema qui non sono i governanti e la loro corruzione, ma la
strategia stessa della globalizzazione che vuole sottoporre tutto il mondo a un
solo governo, antidemocratico per eccellenza e spietato, il cui fine ultimo è
la drastica riduzione della popolazione mondiale a 500 milioni di persone. Ce
ne sono attualmente quasi otto miliardi. Questa è un'idea "brillante"
che ha espresso più volte, come se si trattasse di qualcosa del tutto normale,
uno dei Rotchild, la famiglia alla guida del processo di globalizzazione. Certi
crudeli dittatori del passato a confronto con questi plurimiliardari borghesi dal
colletto bianco fanno una magra figura.
Una manciata di persone detiene il 90% della ricchezza del mondo e controlla
tutte le banche, fa inoltre il bello e il cattivo tempo dappertutto. Crea crisi
economiche come quest’ultima del 2008 dalla quale non siamo ancora usciti e
convince il popolo attraverso la falsa informazione che il problema sono i
politici, nella maggior parte dei casi, i loro maggiordomi fidati. Questi
burattinai manovrano i governi del mondo, sicuramente quello dell’Italia.
La corruzione è quindi un mezzo attraverso il quale i globalizzatori
impongono e diffondono la convinzione nel popolo di essere governati male e che
il mal governo è endemico e ci sarà sempre dal momento che i politici sono
tutti corrotti.
Troviamo questa situazione anche nella Repubblica Dominicana con la
differenza che qui la magistratura inquirente è alle dipendenze del potere
esecutivo. Più difficile quindi da queste parti vedere politici in galera,
diversamente di quanto accade da noi, dove tanti vanno in galera e non sono
certamente i più corrotti.
L'attuale burrasca Odebrecht che coinvolge i politici dominicani è dovuta
al fatto che il governo non asseconda completamente la volontà dei
globalizzatori. Innanzitutto una grave mancanza secondo l’ottica dei signori
del mondo è che la Repubblica Dominicana sia una delle poche al mondo ancora
con una banca centrale pubblica. In secondo luogo le sue posizioni in temi
importanti di politica estera come per esempio il Venezuela sono ambigue. C'è
stata corruzione? Naturale sì quella c'è stata, c'è e ci sarà sempre.
Il pesce più grosso in assoluto che si mangia tutti quelli più piccoli è
uscito ora allo scoperto. Sapientemente era rimasto sempre dietro le quinte a
bisbigliare suggerimenti, ora invece i giochi sono fatti e quindi si può levare
la maschera.
Ai tantissimi accecati dall'odio nei confronti dei politici corrotti la
faccia del vero nemico non sarà mai visibile. Peccato!