L'Italia assoggetta a imposta tutti i redditi prodotti
nel suo territorio a prescindere dalla residenza di chi li produce e tutti i
redditi prodotti anche all'estero dai residenti nel suo territorio. Si tratta
di una “tassazione su base mondiale”.
Ne consegue che le imprese italiane che operano
nella Repubblica Dominicana sono assoggettate al fisco italiano e quindi i
redditi qui prodotti devono essere riportati nella dichiarazione fiscale
italiana e regolarmente tassati. Anche i redditi immobiliari: chi possiede un
immobile nella Repubblica Dominicana e continua a essere residente in Italia è
tenuto a dichiararlo nella sua dichiarazione dei redditi e a pagare le imposte
secondo le stime effettuate dalle autorità fiscali italiane. Anche un artista,
ad esempio un cantante, deve riportare nella sua dichiarazione italiana il
compenso ricevuto per la sua prestazione nella Repubblica Dominicana.
Ovviamente in questo contesto i redditi da pensione vengono soggetti a
tassazione in Italia a prescindere dalla residenza del percettore.
La situazione è diversa per la Repubblica
Dominicana. Vengono assoggettati a imposta i redditi prodotti nel suo
territorio e non importa dove risieda chi li produce. E fin qui non cambia
niente rispetto all’Italia. I redditi prodotti all’estero dai residenti invece
con eccezione dei redditi di natura finanziaria, non vengono assoggettati a
tassazione. Si parla in questo caso di “tassazione su base territoriale”. Un
artista quindi che si presenta in Italia non è tenuto a dichiarare nella
Repubblica Dominicana il reddito prodotto. I redditi da pensione vengono poi
espressamente esclusi dalla tassazione.
Per quanto precede sussiste doppia tassazione solo
per le imprese italiane e per le persone fisiche che producono reddito nel
territorio della Repubblica Dominicana e questa non sussiste né per i
pensionati né per le imprese e persone fisiche dominicane che producono reddito
in Italia.
Ne consegue che un’eventuale convenzione contro le
doppie imposizioni non potrebbe mai includere i redditi da pensione, in quanto
esenti nella Repubblica Dominicana. Non c’è quindi una doppia imposizione.
La Repubblica Dominicana avendo un criterio fiscale
su base territoriale e non mondiale non ha interesse a prendere l’iniziativa
per evitare le doppie imposizioni. E questo è il motivo per cui esistono
soltanto due convenzioni in essere che la riguardano (Spagna e Canada). Invece
l’Italia ha una rete molto larga di convenzioni bilaterali.
Questo non significa che non sia possibile la
stipula di un accordo di questo genere tra i due Paesi. L’iniziativa dovrebbe comunque partire
dal Ministero degli Affari Esteri.
Probabilmente in Giamaica, dove di recente è stato
firmato un accordo del genere, il Gruppo Campari ha richiesto la sua stipula.
Infatti, questo gruppo è attivo sull’isola da cinque anni e ha effettuato dei
grandi investimenti tra cui spicca il “Joy Spence Appleton Estate Rum
Experience” alla cui inaugurazione è intervenuto l’ambasciatore italiano negli
USA subito dopo la firma dell’accordo.
È chiaro che l’Italia dal punto di vista fiscale è
avvantaggiata dalla mancata esistenza di un accordo contro la doppia
imposizione con la Repubblica Dominicana e non ha interesse a promuoverne una
stipula.
Le imprese italiane che operano in pianta stabile
nella Repubblica Dominicana dovrebbero farsi avanti per chiederla.
Da questo eventuale accordo verrebbero comunque
escluse le pensioni che continuerebbero a essere tassate in Italia perché
esenti nella Repubblica Dominicana.