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martedì 16 gennaio 2018

Resoconto della vicenda della morte a Santo Domingo del pavese Vincenzo Aguzzi. Il referto dell’autopsia è ancora in elaborazione dopo un mese dal decesso


Vincenzo Aguzzi, 44enne pavese, figlio unico, ha perso i suoi genitori nel 2010 ed ha ereditato un consistente patrimonio immobiliare, otto, tra case e appartamenti, un’azienda agricola e un conto in banca con diverse centinaia di migliaia di euro. La colf dominicana della sua famiglia è diventata da allora la sua figura quasi materna di riferimento. L’Aguzzi non era proprio normale del tutto, dalle fotografie si direbbe che aveva la sindrome di down. Tant’è che i suoi familiari sono riusciti a fargli assegnare un amministratore di sostegno, un avvocato di Milano, e un giudice tutelare.
Recentemente aveva fatto una cura dimagrante e aveva perso 75 kg in due mesi. Da una foto si vede che ad agosto aveva le gambe gonfie e che quindi non stava bene in salute. Nonostante questo ha intrapreso a novembre il viaggio verso Santo Domingo con la famiglia della colf, tutte le spese a suo carico. Prima della partenza è stato in grado di esibire un certificato medico al suo amministratore di sostegno che lo dichiarava idoneo al viaggio in aereo. Aveva da poco cambiato medico, il suo medico ora era quello della colf e si era preso un avvocato per contrastare la tutela.
La sua morte è avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso in una località di Santo Domingo Est nella casa della colf. L’hanno trovato morto sul suo letto. Il medico legale ha dichiarato come causa l’arresto cardiaco per infarto a seguito di stato ipertensivo. Il primo certificato medico portava la data del 22 dicembre e un indirizzo di una casa vicina abbandonata. Il certificato è stato corretto a seguito delle insistenze dei familiari e dell’intervento dell’ambasciata. Il cadavere aveva dei segni sul collo secondo quanto rilevato da chi ha visto le fotografie. Il medico legale ha sostenuto che questi segni erano una conseguenza dell’infarto. Aveva anche una ferita recente con diversi punti sulla testa ed è stato riferito che era caduto in bagno.
La salma è arrivata a Pavia qualche giorno fa imbalsamata per cui non sussiste alcuna possibilità di eseguire l’autopsia in Italia.
Il referto dell’autopsia è in elaborazione da parte dell'Istituto Nazionale Forense di Santo Domingo e i familiari lo stanno ancora attendendo, a distanza di oltre un mese dal suo decesso.
Si parla dell’esistenza di un testamento che sarebbe in mano al suo avvocato, ma che non è stato ancora pubblicato e della scomparsa di centinaia di migliaia di euro dal suo conto corrente.
Sicuramente Vincenzo non è stato oggetto di quelle cure di cui avrebbe avuto bisogno. Il suo viaggio a Santo Domingo è stato una forzatura, nel senso che, tenendo presente il calo di peso recente di 75kg e il gonfiore delle sue gambe, la diligenza normale prevista nel nostro codice civile di “pater familias” o buon padre di famiglia, come viene chiamata, avrebbe suggerito di non farlo viaggiare. Quindi le persone che gli erano vicine e cioè la colf e la di lei famiglia da questo punto di vista non sono state prudenti. C’è poi l’eventualità di una circonvenzione d’incapace e dell’omicidio colposo. Dopo la presunta caduta in bagno, l’Aguzzi è stato sottoposto a tutti gli esami medici del caso? Sono interrogativi che troveranno risposta presso la procura di Pavia dove è stato aperto un fascicolo.

Di omicidio vero e proprio si potrebbe parlare se ci fosse un movente. Se un’intera famiglia si beneficia di una persona benestante e generosa non penso che ci sia un movente per l’omicidio. Se invece esiste un testamento, allora le cose cambiano!