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lunedì 29 gennaio 2018

Vincenzo Aguzzi ovvero la storia di una morte annunciata. Il testamento c’è!


Se per un omicidio ci vuole sempre un movente, in questo caso ce ne sarebbe sicuramente uno.
L’Aguzzi è deceduto nella casa della colf a Santo Domingo in circostanze non ancora chiare, durante il sonno nel corso della notte. E la colf avrebbe ereditato secondo quanto riferiscono i familiari del defunto un appartamento. Il movente quindi ci sarebbe. Potrebbe sembrare poco un appartamento in quanto l’Aguzzi ne aveva otto di proprietà, ma una colf per di più straniera quanto ci metterebbe a racimolare i soldi per comprarsi un appartamento a Pavia?
Una morte del resto avvolta ancora nel mistero. I familiari a distanza di un mese e mezzo non hanno ancora ricevuto il referto autoptico. C’è solo un certificato medico: “arresto cardiaco per infarto a seguito di stato ipertensivo”. Troppo poco. Non basta sicuramente a dare tante risposte ai quesiti che si pongono.
Si pensava che si sarebbe potuto procedere all’autopsia in Italia, ma la salma è giunta dopo un mese ed era imbalsamata, priva quindi degli organi necessari a tal fine. Un caso? Non si sa. Di certo ci sono tante incognite che restano senza risposte. Come ad esempio il domicilio indicato sul primo certificato di morte, diverso da quello della colf e coincidente con una casa abbandonata nei dintorni. Anche questo un errore banale? Può darsi. C’è poi la ferita sulla testa recente con diversi punti di sutura. Una caduta nel bagno… Ci sono i segni sul collo. Conseguenza dell’infarto dice il medico… C’è poi il dimagrimento di 75 kg in due mesi. Cosa c’entra la colf con questo dimagrimento? Beh sicuramente la colf c’entra in tutte le cose che l’Aguzzi ha fatto da quando nel 2010 gli sono venuti a mancare i genitori. Non da ultimo con ogni probabilità il testamento.
Un testamento olografo viene scritto di proprio pugno dall’inizio alla fine. Non occorrono testimoni. Qui siamo però in presenza di una persona la cui capacità di intendere e di volere è stata messa in dubbio, tant’è che sono stati nominati un amministratore di sostegno e un giudice tutelare a protezione dei suoi interessi economici.
E allora quanto vale un testamento olografo redatto in queste condizioni, sicuramente con l’assistenza di altre persone che erano intorno a lui e che erano a conoscenza del contenuto dello stesso? Si parla di circonvenzione di incapace, un reato che in questo caso dovrebbe essere rispolverato tanto per controllare che non ne sussistano gli estremi.
E se putacaso la colf e i suoi familiari fossero stati a conoscenza della possibilità di ereditare un appartamento dall’Aguzzi, avrebbero avuto l’interesse di badare alla sua salute, di non mettere a repentaglio la sua vita con un viaggio inopportuno? Un decesso in un paese dove il delitto perfetto esiste. Un suicidio, una morte per cause naturali è l’opzione più frequente alla quale ricorrono gli investigatori e i forensi per chiudere i casi. E noi della comunità italiana di Santo Domingo ne sappiamo qualcosa.
E infine ci si chiede come ha fatto l’Aguzzi all’età di 44 anni non ancora compiuti a pensare di redigere un testamento. Una decisione alquanto singolare visto che a quell’età viene in mente a pochi.
La morte di Aguzzi mette una croce sopra anche alla drastica riduzione del suo saldo di conto corrente e ai tanti trasferimenti di contanti via Western Union da Pavia verso la Repubblica Dominicana della cui ricostruzione si stanno occupando i suoi familiari attualmente.

Morale della favola: chi fa un testamento olografo lo faccia da solo e non sveli a nessuno il suo contenuto. Un consiglio che può allungare la vita! Se poi chi fa il testamento è incapace di intendere e di volere, allora è evidente che non si può pretendere da lui una grande lungimiranza, nemmeno quando sottoscrive la propria sentenza di morte.