La vicenda non si è conclusa. La famiglia, gli amici
e la Comunità italiana di Santo Domingo, che anche qui ha assunto il ruolo di
protagonista sin dalla pubblicazione della notizia del decesso, vogliono che si
faccia luce su questo omicidio perché tale è stato senza ombra di dubbio. Dall’esito
del referto dell’autopsia emerge che: “il ragazzo ha avuto un «traumatismo
contuso cranio encefalico severo», ma anche fratture alle nocche e rottura del
labbro inferiore non compatibili con la caduta.” Nell’interrogazione si fa
presente anche la superficialità con la quale sono state condotte le indagini: “Il
magistrato di Bavaro (Punta Cana) dopo solo due ore di indagine, avrebbe
archiviato il fatto rubricandolo come suicidio: il ragazzo si sarebbe gettato
dal balcone del residence”. E questo è impossibile come in questo blog è stato
ampiamente dimostrato. Ma leggiamo l’interrogazione parlamentare dell’Onorevole
Quartapelle Procopio:
QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il
27 aprile 2017 moriva a Punta Cana (Repubblica Dominicana), in circostanze ad
oggi ancora non chiarite, Alessandro Grandis, cittadino italiano residente a
Savona che stava intraprendendo un viaggio di 7 mesi in America Latina;
il
ragazzo, 28 anni, era arrivato nella città dominicana il 25 aprile, dopo aver
viaggiato attraverso il Sud America per più di 6 mesi e avendo come
destinazione finale proprio la capitale del Paese, Santo Domingo, dove un suo
amico italiano lo avrebbe interessato alla possibilità di aprire una farmacia;
Grandis
aveva trovato posto, tramite Couchsurfing, una piattaforma di scambio gratuito
di ospitalità, a Punta Cana nel residence «La Joya Cocotal» in località Bavaro,
presso due persone di nazionalità polacca: una ragazza di 25 anni (Patrycja
Borzecka) e un uomo di 43 anni (Roman Wojciechowski), entrambi in un primo momento
fermati dalla polizia locale ma di cui si sarebbero perse le tracce;
il
giorno 27 aprile, alle ore 7,10, il corpo del giovane veniva trovato
dall'impiegato della manutenzione del residence a bordo della piscina, mentre
era ancora agonizzante. A nulla sarebbe servito l'intervento del medico;
il
magistrato di Bavaro (Punta Cana) dopo solo due ore di indagine, avrebbe
archiviato il fatto rubricandolo come suicidio: il ragazzo si sarebbe gettato
dal balcone del residence;
Grandis,
secondo le testimonianze degli amici, dei parenti e della fidanzata, era
persona solare e non aveva mai dato il minimo segno di depressione o
inclinazione al suicidio e, anzi, aveva numerosi progetti professionali che
voleva sviluppare come dimostra la tappa nella Repubblica Dominicana;
la
madre di Alessandro, dottoressa Rosa Cacace, medico legale, ha fatto pervenire
gli estratti relativi agli esiti dell'autopsia effettuata dai quali emergerebbe
che il ragazzo ha avuto un «traumatismo contuso cranio encefalico severo» ma
anche fratture alle nocche e rottura del labbro inferiore non compatibili con
la caduta;
l'esame
tossicologico risulta negativo;
la
famiglia Grandis è assistita in Italia dallo studio legale Gobbi, e nella
Repubblica dominicana dall'avvocato Pascual Peguero Frias, legale di fiducia
della comunità italiana ivi residente;
il
caso parrebbe archiviato come irrisolto (modalità giuridica del decesso
indeterminata), anche se non sono pervenuti allo studio legale Gobbi i verbali
di chiusura delle indagini;
in
data 19 ottobre 2017 l'avvocato domenicano Peguero Frias con un esposto alla
procura della Repubblica Dominicana, al direttore della polizia nazionale e
all'ambasciata italiana di Santo Domingo denunciava l'inconsistenza delle
indagini e le molteplici lacune che hanno portato all'archiviazione del caso
come irrisolto con l'obiettivo di far riaprire la pratica;
anche
la comunità italiana in loco non è rimasta silente e il 13 dicembre 2017 con
ulteriore esposto alla polizia e all'ambasciata italiana a Santo Domingo
denunciava il carattere approssimativo e superficiale delle indagini, nonché le
contraddizioni inerenti alle poche testimonianze rese e pertanto chiedeva «una
nuova investigazione sul caso» –:
se
e quali informazioni ulteriori il Governo abbia potuto ottenere sul caso in
questione, stante anche la recente riapertura dell'ambasciata italiana a Santo
Domingo, e come intenda agire presso le competenti autorità per arrivare a una
ragionevole verità processuale.