I medici sono preoccupati per l'alta incidenza in
persone giovani di malattie cardiache e cerebrali associate all'uso del
narghilè.
Durante l'anno scorso, presso l'Istituto Nazionale
di Patologia Forense, sono state eseguite 26 autopsie su giovani adulti di
entrambi i sessi deceduti per problemi cardiaci, respiratori, cerebrali e
virali, come l'HIV e l'epatite, la cui storia clinica ha in comune l'uso
abituale della pipa d’acqua o narghilè (hookah).
Sebbene l'INPF non disponga di dati che consentano
di dimostrare scientificamente che la causa della morte sia stata l'uso di
sostanze inalate attraverso il narghilè, si può affermare che queste possono
provocare la morte, perché producono disturbi al funzionamento degli organi, rendendoli
vulnerabili. La quantità di sostanze utilizzate contribuisce a provocare arresti cardiaci, problemi respiratori o polmonari e ictus.
I decessi sono avvenuti, nella maggior parte dei
casi, improvvisamente a casa, al lavoro e negli ospedali. Gli uomini sono i più
colpiti
Ci sono anche casi di malattie virali croniche contratte
dalle persone che usano questo dispositivo, come è il caso dell’herpes orale, dell’epatite
virale B e C, e il virus dell'AIDS che potrebbero essere associate all’uso del
narghilè.
Il problema di questo dispositivo è che le sostanze ,
una volta mescolate nel narghilè, creano un cocktail che colpisce organi
vulnerabili come il cervello, il sistema respiratorio e il sistema
cardiovascolare.
Nella Repubblica Dominicana è stato approvato un
progetto di legge che vieta l’uso della hooka. Questa legge però non è stata ancora
emanata e il suo uso è molto diffuso non solo nei locali notturni, ma anche sui
marciapiedi delle strade per cui esiste il rischio non tanto infrequente di
ritrovarsi insieme a tutta la famiglia, bambini compresi, fumatori “passivi” di
hooka o narghilè o pipa d’acqua o come la si voglia chiamare.