Il presidente Abinader ha dichiarato: “La crisi di
Haiti rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale. E il modo in cui si
evolve questa crisi lo conferma. Le bande armate, nella loro sanguinosa lotta
per il controllo dei territori, hanno seminato caos e violenza, costringendo i
cittadini a fuggire in altre regioni o, preferibilmente, nella Rep. Dominicana.
Si prospetta un futuro molto incerto per il paese
che ci ospita. Oltre ai problemi dell’inflazione cavalcante e del minore potere
di acquisto dei cittadini a fronte di stipendi che restano invariati, si
prospetta a breve termine anche la carenza di alimenti e di beni di prima
necessità a seguito di una serie di fattori, tra cui la guerra in Ucraina, ma
non solo. A tutto questo dobbiamo aggiungere la criminalità dilagante che non
si riesce ad arginare, la violenza generalizzata a tutti i livelli, anche all’interno
delle famiglie, a seguito della tensione sociale imperante e, come se tutto
questo non bastasse, al massiccio attraversamento della frontiera verso la Rep.
Dominicana di haitiani in fuga dalle bande armate.
Queste stesse bande, secondo le testimonianze di
haitiani che conoscono la situazione, hanno già delle enclavi nella Repubblica
Dominicana, uno dei punti di trasferimento e rifornimento di armi e droga.
Gli haitiani
fuggono anche dalla povertà e dalla mancanza di cibo.
Secondo il Programma alimentare mondiale delle
Nazioni Unite, 4,5 milioni di haitiani soffrono per l'insicurezza alimentare,
che si aggiunge all'inflazione e alla
mancanza di un governo legittimo.
Migliaia di persone affamate, spaventate e senza
speranza vengono spinte verso l'emigrazione.
La Repubblica Dominicana si trova in un difficile
dilemma. Ha la responsabilità di chiudere le porte dei suoi confini per
contenere una valanga quasi inevitabile, o di aprirle ai profughi.