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lunedì 27 giugno 2022

Uccidono una monaca italiana ad Haiti

 



È successo sabato scorso a Port au Prince. Suor Luisa Dell’Orto avrebbe compiuto oggi 65 anni di età. Originaria di Lomagna, nella Brianza lecchese, è stata assassinata nel quartiere che da vent’anni era diventato la sua casa. Una baraccopoli dove la chiamavano l’angelo dei bambini. «Sembra non sia stata una rapina e nemmeno un tentativo di rapimento, ma uno dei tanti casi di violenza assurda, che la proliferazione delle armi permette. Luisa non aveva nemici», spiega padre Elder Maurice Hyppolite, sacerdote salesiano, docente nell’isola caraibica. «Era cosciente che qualcosa sarebbe potuto capitare, ma ci teneva a restare, a dare testimonianza», racconta la sorella Maria Adele.

Suor Dell’Orto aveva due lauree e aveva dedicato la sua vita ad aiutare i meno abbienti. Era stata in Camerun e nel Madagascar. Aveva vissuto anche per tre anni in una capanna di fango nella foresta dei pigmei.

Il giorno del suo compleanno, oggi, 27 giugno avrebbe compiuto 65 anni e avrebbe festeggiato circondata dai suoi bambini, i piccoli delle famiglie più disagiate della provincia inviati in città nell’illusione di un possibile riscatto. Trasformati invece in baby schiavi. «Restavèk», come vengono chiamati in creolo ad Haiti, a cui suor Luisa ha dedicato la sua vita. È morta a pochi passi da loro, dal centro dedicato a Charles de Foucauld nel cuore di Port-au-Prince, dove si era appena recata per incontrare i piccoli e rassettare i locali. Tamponata da un’auto con a bordo tre banditi armati, uccisa con quattro colpi di pistola e abbandonata in fin di vita all’interno della vettura. Senza che nulla le fosse stato rubato.