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domenica 3 novembre 2024

In 14 stati USA non serve un documento per votare e negli altri 36 per 15 non è obbligatorio che nel documento ci sia una foto

 



Secondo un rapporto della National Conference of States Legislatures, 36 stati hanno leggi che richiedono o impongono agli elettori di mostrare un documento d'identità alle urne, i restanti 14 stati e Washington DC utilizzano altri metodi per verificare l'identità degli elettori. In particolare il report sottolinea che in stati come New York, Oregon, New Mexico, California e Nevada, uno degli stati chiave, non è necessario alcun documento per votare. Non solo, degli stati che chiedono un documento, non tutti ne esigono uno con foto di identità, 21 stati richiedono un documento d'identità con foto e 15 stati accettano anche documenti senza foto.

 Il problema dell'identità e della cittadinanza è particolarmente sentito dal partito Repubblicano che non a caso lo scorso luglio ha approvato alla camera il Save Act, un disegno di legge che richiede alle persone di fornire una prova documentata di cittadinanza statunitense per potersi registrare alle elezioni federali. La norma è fortemente osteggiata dai DEM che controllano attualmente il senato. Inoltre, lo stesso Joe biden ha annunciato che qualora dovesse essere approvata definitivamente dal Congresso, la bloccherebbe con il suo potere di veto.

Ma lo scontro non si ferma qui pochi giorni fa la corte suprema degli Stati Uniti ha consentito di cancellare dai propri registi elettorali 1800 iscritti sospettati di non essere in possesso della cittadinanza. Lo scorso agosto, il Texas ha cancellato dalle sue liste circa un milione di nominativi comprendenti elettori defunti e soggetti privi di cittadinanza.

Un altro punto controverso riguarda poi il voto postale. Quattro anni fa fu proprio questa pratica a finire al centro di varie polemiche e ricorsi legali. Nel 2020, complice anche la pandemia, il 43% dei voti espressi fu per corrispondenza. Un incremento notevole rispetto al 2016 quando la quota si aggirava intorno al 25 per cento. Venerdì scorso, la corte suprema della Pensilvania ha dato ragione ai Repubblicani stabilendo che le schede inviate con data mancante o errata non debbano essere conteggiate.