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mercoledì 6 novembre 2024

La vittoria di Trump è un duro colpo per i sostenitori della teoria del cambiamento climatico

 



La vittoria di Donald Trump riporta alla Casa Bianca un negazionista del cambiamento climatico, disposto a smantellare le politiche ambientali del suo predecessore e a fermare le misure contro il riscaldamento globale.

Il repubblicano ha ripreso il suo slogan "drill, drink, drill" (perfora, bevi, perfora) durante la sua campagna. A modo suo ha addirittura negato l'esistenza di cambiamenti climatici causati dall'uomo: "Fa molto freddo qui oggi".

Gli esperti avvertono che la seconda presidenza di Trump interromperà bruscamente la transizione verso l’energia verde. Si teme che Washington abbandoni la diplomazia climatica.

Se Trump dimenticasse gli obiettivi climatici per gli Stati Uniti, il secondo maggiore produttore di gas serra, ciò potrebbe portare altri grandi inquinatori, come Cina e India, ad abbandonare i loro piani ambientali.

Durante il suo primo mandato, Trump ritirò gli Stati Uniti dallo storico accordo di Parigi. E promise di farlo ancora, dopo che il suo successore, il democratico Joe Biden, aveva ricollegato il Paese agli obiettivi della comunità internazionale.

La procedura formale di uscita dura un anno, quindi formalmente gli Stati Uniti rimarranno nell’ambito dell’accordo fino al 2026 (Trump entrerà in carica nel gennaio 2025). Ma questo è solo sulla carta; in pratica l’amministrazione repubblicana potrà adottare misure che si discostano dagli obiettivi prefissati.

Washington si era impegnata a dimezzare le proprie emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Entro il 2023, le emissioni sarebbero diminuite del 18%.