Il massacro di Hamas,
il gruppo terroristico palestinese, del 7 ottobre 2023 diede inizio all'attuale
conflitto bellico che coinvolge Israele e altri paesi del Medio Oriente. Un
casus belli abbastanza paradossale se si pensa che Israele ha tra i migliori se
non addirittura il migliore servizio segreto in assoluto a livello mondiale. Comunque a seguito di questo massacro, che
provocò oltre un migliaio di vittime civili, Israele occupò la Striscia di Gaza
abitata da due milioni di palestinesi, bombardandola costantemente per
eliminare una volta per tutte Hamas. Il
conflitto poi si è esteso a sud del Libano contro i Hezbollah e ha coinvolto
anche l'Iran e gli Houthi dello Yemen.
Probabilmente
Netanyahu, primo ministro dello stato ebraico, faceva affidamento sulla sua
superiorità militare, forte anche dell'illimitato sostegno a livello di armi,
mezzi finanziari e assistenza di ogni tipo da parte degli USA. Ma i tempi sono
cambiati e quelli che anni fa erano facili avversari scarsamente addestrati e malamente
armati oggi sono diventati formidabili combattenti con a disposizione un vasto
e moderno arsenale.
L’IDF, ovvero l’esercito
israeliano, è preparato per le guerre lampo che si definiscono in tempi brevi.
Non esita a rivolgere il fuoco della sua artiglieria sulle popolazioni civili,
anzi questa è la sua specialità, e per tale motivo viene accusato di genocidio. In un
anno di guerra nella Striscia di Gaza sono morte circa 44.000 persone inclusi 17.000 bambini, sono rimaste ferite 102.000 e 10.000 sono scomparse e
probabilmente si trovano sepolte sotto le macerie. Quando si tratta però di
affrontare sul campo un nemico molto più motivato ideologicamente e disposto a combattere fino alla morte, l'esercito israeliano
vacilla. I caduti dopo un anno di guerra sono oltre 900 e i feriti circa 7.000.
Le diserzioni aumentano di giorno in giorno con una percentuale attuale che va
dal 12 al 20%.
La popolazione israeliana
ha capito che le cose potranno andare solo di male in peggio e avvalendosi
della disponibilità della doppia cittadinanza, che sono in tanti ad avere, già
oltre un milione hanno abbandonato il loro paese. Le prospettive per lo stato
ebraico non sono rosee. Viene attaccato da tutti i punti cardinali e non vanta
più la sicurezza della “cupola di ferro” che lo proteggeva da missili e droni. È
stata persino raggiunta con un drone la casa del primo ministro Netanyahu.
Sono cose che
succedono quando si sbagliano i calcoli…