La controversia tra
i due Paesi è dovuta alla costruzione in Haiti di un canale per deviare una
parte delle acque del fiume Masacre a scopo di irrigazione di terreni agricoli
in territorio haitiano. La Repubblica Dominicana non subirebbe per questo un
grave danno. Peraltro, lo stesso presidente Luis Abinader ha autorizzato nel
2021, anno in cui sono stati iniziati i lavori, la costruzione di questo
canale.
Ora però il
presidente ha reagito come se questo canale, che fuoriesce da un piccolo e insignificante
fiume di frontiera, per quel 20% di acque che devierebbe verso territorio
haitiano, rappresentasse una grave minaccia per l’agricoltura della Repubblica
Dominicana e prende misure drastiche come la chiusura della frontiera tra i due
Paesi.
Haiti sarà anche
uno dei paesi più poveri al mondo, ma per la Repubblica Dominicana rappresenta
la terza destinazione delle sue esportazioni totali. Al primo posto si trovano
gli Stati Uniti che accolgono il 50,18% delle esportazioni, al secondo la
Svizzera con il 9,16% e al terzo posto Haiti con il 9,07%.
Il presidente ha preso
la decisione di chiudere la frontiera tra entrambi i paesi, quindi, senza
pensare alle conseguenze economiche che avrebbe comportato per la Repubblica
Dominicana.
Sicuramente l’obiettivo
di questa misura così esagerata, tenendo conto che la costruzione del canale è
stata da lui stesso autorizzata nel 2021, non è un nazionalismo spinto, che a
dire il vero non si addice al suo curriculum di politico, ma la promozione
della sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali. La rielezione di
Abinader, diversamente da quel che accade di solito, non sembra del tutto
scontata. Le altre forze politiche hanno trovato un accordo per l’eventuale
ballottaggio…
E quindi la
chiusura della frontiera può sembrare una misura drastica, ma alla gente comune
piace e come si suol dire: a mali estremi (possibile sconfitta elettorale),
estremi rimedi (chiusura della frontiera).