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sabato 23 settembre 2023

Zelensky e la diligenza del “Pater familias”




Il diritto romano prevede una misura efficace per valutare l’operato di chi amministra la cosa pubblica: la diligenza del “Pater familias” ovvero del buon padre di famiglia. Le chiacchiere le possono fare tutti e molti possono fingere di accoglierle per vere e di sostenerle pubblicamente, ma il canone latino di giudizio della gestione di un amministratore sulla base della diligenza del buon padre di famiglia è infallibile.
Volodimir Zelenski, il presidente dell’Ucraina non possedeva le armi necessarie per contrastare le truppe russe. Si trattava, quindi, sin dall’inizio di una guerra impossibile da vincere. Zelenski avrebbe dovuto avviare delle trattative di pace subito, invece, si è impantanato in un confronto bellico che non avrebbe potuto in ogni caso concludere vittoriosamente, nonostante la fornitura costante di armi e di fondi da parte della NATO.
L’ultima controffensiva lanciata tre mesi fa circa si è già arenata senza raggiungere alcun obiettivo importante. Tante piccole vittorie di Pirro, che hanno solo provocato perdite umane. Si parla di 71.000 soldati ucraini caduti in quel breve periodo, che si aggiungono agli oltre 300.000 sin dall’inizio della guerra. E poi bisogna tener conto dei feriti che sono altrettanti. Nei 19 mesi di conflitto bellico l’economia ucraina è rimasta paralizzata. 14 milioni di ucraini sono emigrati in giro per l’Europa.
Un giudizio sulla gestione del presidente ucraino non potrebbe mai superare il criterio della diligenza del Pater familias. Zelenski avrebbe potuto salvare centinaia di migliaia di vite dei suoi cittadini e risparmiare la paralisi dell’economia ucraina e l’indebitamento di oltre 1000 miliardi raggiunto nei confronti delle banche estere.
Chi dice che i soldati sono morti per la libertà dovrebbe definire cosa intende per tale perché con un indebitamento del genere difficilmente si potrà essere liberi in futuro.