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venerdì 15 settembre 2023

Da Roma parte un siluro nei confronti del partito argentino MAIE

 



Di solito si parla di partito italo-argentino perché i suoi elettori hanno in larghissima maggioranza nella ripartizione Sudamerica questa doppia cittadinanza. A tutti gli effetti, invece, lo si dovrebbe considerare un partito 100% argentino solo formalmente italiano in quanto il centro dei suoi interessi si trova nel paese di origine. Ad esempio ora sta facendo campagna a favore di forze politiche locali che dovranno confrontarsi nelle elezioni primarie del 22 ottobre prossimo. L’apporto di oltre 200.000 voti a sostegno di uno dei partiti locali in lizza è alla portata del MAIE e si tratta di una cifra di tutto riguardo che potrebbe fare la differenza in sede di scrutinio finale. Questo, infatti, è successo nel 2015 quando Mauricio Macri ha vinto le elezioni presidenziali per una manciata di voti. È ovvio che in politica non si fa niente per niente e che quindi questi “sostegni” del MAIE debbano essere in qualche modo retribuiti. Tuttavia le recenti irregolarità che si sono verificate in Argentina hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e il consigliere CGIE in quota Lega Alessandro Boccaletti le ha elencate tutte in un dossier che ha denominato “Dossier Argentina” e che ha inviato al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, alla Direzione Generale degli Italiani all’estero della Farnesina, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, alla Commissione Affari Esteri e ai parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Ecco in sintesi le violazioni contestate:

a) inammissibilità di alcuni invitati all’Assemblea Elettiva CGIE Argentina;

b) registri consolari sulle Associazioni italiane riconosciute all’estero che non risultano attualizzati con verifica dati ed operatività da almeno cinque anni;

c) erroneo invito da parte dell’Ambasciata d’Italia di Buenos Aires all’Assemblea Elettiva C.G.I.E. Argentina di Associazioni inattive e cancellate dal registro nazionale delle società;

d) requisito negativo del diritto di voto da parte di quei partecipanti all’Assemblea Paese per le elezioni CGIE non appartenenti ad associazioni operative e/o sospese/cancellate dal Registro Nazionale delle Società argentino;

e) elezione nel CGIE del consigliere Antonio Morello invitato in rappresentanza della “Asociacion Civil Universitas Fuscalidi Cultural e Informativa di Buenos Aires, associazione depennata dal registro delle società argentino;

f) nomina di Consigliere, e poi di membro del Comitato di Presidenza del CGIE, di Ricardo Merlo in rappresentanza del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) come associazione dell’emigrazione. Il MAIE, invece, risulta iscritto in Italia con codice fiscale 97481970587 come movimento politico ed è presente in parlamento con due parlamentari (on. Borghese al Senato e on. Tirelli alla Camera) eletti nella circoscrizione estero. Il MAIE ha beneficiato nel 2022 come partito politico della destinazione volontaria del 2 per mille dell’IRPEF;

g) dubbi di legittimità comportamentale del MAIE in attività di lobby e di sostegno di candidati locali in stato estero (vedi Argentina) in violazione del dettato legislativo previsto sia per il CGIE che per gli stessi COM.IT.ES. (organi a cui è formalmente vietata la possibilità di esercitare attività di politica estera o di ingerenza sulle politiche straniere).

È notizia del 14 agosto 2023, che il candidato Jorge Macrì della lista “Juntos por el Cambio” con il sostegno determinante del MAIE ha vinto le primarie “PASO” per il governatorato della Città Autonoma di Buenos Aires. L’articolo del giornale “ItaliaChiamaItalia” riporta che “Macrì durante la campagna elettorale è stato sostenuto apertamente dal MAIE, con in prima fila il presidente Ricardo Merlo e Dario Signorini, presidente del Comites di Buenos Aires. È dunque evidente il fatto che il MAIE, con il proprio lavoro sul territorio e a livello di comunicazione, sia stato più che determinante (decisivo?) per la vittoria di Macrì.”

A fronte di quanto sopra, si suggerisce di accertare con interrogazione parlamentare il ruolo ostentato dal MAIE in politica estera all’interno del CGIE e nella rete COMITES e di intervenire al fine di delimitarne i confini operativi, qualora dovessero persistere simili comportamenti irrispettosi delle regole dell’Ordinamento italiano.