Di solito si parla di partito italo-argentino perché i
suoi elettori hanno in larghissima maggioranza nella ripartizione Sudamerica
questa doppia cittadinanza. A tutti gli effetti, invece, lo si dovrebbe
considerare un partito 100% argentino solo formalmente italiano in quanto il
centro dei suoi interessi si trova nel paese di origine. Ad esempio ora sta
facendo campagna a favore di forze politiche locali che dovranno confrontarsi
nelle elezioni primarie del 22 ottobre prossimo. L’apporto di oltre 200.000
voti a sostegno di uno dei partiti locali in lizza è alla portata del MAIE e si
tratta di una cifra di tutto riguardo che potrebbe fare la differenza in sede
di scrutinio finale. Questo, infatti, è successo nel 2015 quando Mauricio Macri
ha vinto le elezioni presidenziali per una manciata di voti. È ovvio che in
politica non si fa niente per niente e che quindi questi “sostegni” del MAIE
debbano essere in qualche modo retribuiti. Tuttavia le recenti irregolarità che si sono
verificate in Argentina hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare
il vaso e il consigliere CGIE in quota Lega Alessandro Boccaletti le ha elencate
tutte in un dossier che ha denominato “Dossier Argentina” e che ha inviato al
Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, alla Direzione Generale degli
Italiani all’estero della Farnesina, alla Procura della Repubblica, alla Corte
dei Conti, alla Commissione Affari Esteri e ai parlamentari eletti nella
Circoscrizione Estero. Ecco in sintesi le violazioni contestate:
a) inammissibilità di alcuni invitati all’Assemblea
Elettiva CGIE Argentina;
b) registri consolari sulle Associazioni italiane
riconosciute all’estero che non risultano attualizzati con verifica dati ed operatività
da almeno cinque anni;
c) erroneo invito da parte dell’Ambasciata d’Italia di
Buenos Aires all’Assemblea Elettiva C.G.I.E. Argentina di Associazioni inattive
e cancellate dal registro nazionale delle società;
d) requisito negativo del diritto di voto da parte di
quei partecipanti all’Assemblea Paese per le elezioni CGIE non appartenenti ad
associazioni operative e/o sospese/cancellate dal Registro Nazionale delle
Società argentino;
e) elezione nel CGIE del consigliere Antonio Morello
invitato in rappresentanza della “Asociacion Civil Universitas Fuscalidi
Cultural e Informativa di Buenos Aires, associazione depennata dal registro
delle società argentino;
f) nomina di Consigliere, e poi di membro del Comitato di
Presidenza del CGIE, di Ricardo Merlo in rappresentanza del Movimento
Associativo Italiani all’Estero (MAIE) come associazione dell’emigrazione. Il
MAIE, invece, risulta iscritto in Italia con codice fiscale 97481970587 come
movimento politico ed è presente in parlamento con due parlamentari (on.
Borghese al Senato e on. Tirelli alla Camera) eletti nella circoscrizione
estero. Il MAIE ha beneficiato nel 2022 come partito politico della
destinazione volontaria del 2 per mille dell’IRPEF;
g) dubbi di legittimità comportamentale del MAIE in
attività di lobby e di sostegno di candidati locali in stato estero (vedi
Argentina) in violazione del dettato legislativo previsto sia per il CGIE che
per gli stessi COM.IT.ES. (organi a cui è formalmente vietata la possibilità di
esercitare attività di politica estera o di ingerenza sulle politiche straniere).
È notizia del 14 agosto 2023, che il candidato Jorge
Macrì della lista “Juntos por el Cambio” con il sostegno determinante del MAIE
ha vinto le primarie “PASO” per il governatorato della Città Autonoma di Buenos
Aires. L’articolo del giornale “ItaliaChiamaItalia” riporta che “Macrì durante
la campagna elettorale è stato sostenuto apertamente dal MAIE, con in prima
fila il presidente Ricardo Merlo e Dario Signorini, presidente del Comites di
Buenos Aires. È dunque evidente il fatto che il MAIE, con il proprio lavoro sul
territorio e a livello di comunicazione, sia stato più che determinante
(decisivo?) per la vittoria di Macrì.”
A fronte di quanto sopra, si suggerisce di accertare con
interrogazione parlamentare il ruolo ostentato dal MAIE in politica estera all’interno
del CGIE e nella rete COMITES e di intervenire al fine di delimitarne i confini
operativi, qualora dovessero persistere simili comportamenti irrispettosi delle
regole dell’Ordinamento italiano.