Democrazia e libertà sono due parole che vanno a braccetto. Pochi conoscono il loro significato, ma si sa che senza democrazia non ci può essere libertà. Si dice inoltre che vale la pena morire per la libertà e, magari, se conviene, si aggiunge anche il concetto di “patria” ma solo in casi eccezionali perché non si deve dimenticare che è in corso un processo di globalizzazione mondiale che non è compatibile con i nazionalismi.
La democrazia non si può definire con poche parole. Diciamo che un sistema democratico è composto da tre poteri fondamentali con diverse funzioni anche di controllo reciproco: il potere esecutivo che governa, il potere legislativo che legifera e il potere giudiziario che fa rispettare le leggi. I tre poteri, i cui membri solo per i primi due sono eletti dal popolo, si mantengono equidistanti, il che consente che nessuno dei tre prevalga sugli altri due. Succede invece che dall’epoca di “Mani pulite” in Italia il potere giudiziario controlla i membri del potere esecutivo con imputazioni penali e legifera di fatto, interpretando ad nutum le leggi.
Possiamo dire che in Italia è vigente la democrazia? Sotto questo aspetto sicuramente no.
Ma c’è dell’altro. Democrazia vuole anche dire esercizio del diritto di voto. Nelle elezioni del 2018 un partito minore ha superato il 30% dei voti assumendo impegni che l’elettorato ha gradito moltissimo. Una volta al potere ha disatteso tutte le promesse fatte in campagna e si è persino alleato, portandolo al governo, il PD, partito che gli elettori avevano voluto punire.
Qualcosa di simile è accaduto anche nel 2022. Le promesse elettorali non sono state mantenute.
In entrambi i casi alla gente è stato carpito il voto con l’inganno. Questa è democrazia? Sicuramente no! Si può benissimo dire allora che in Italia non esiste nemmeno la libertà.