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martedì 5 settembre 2023

La leva militare e la guerra (quella vera)

 



in Ucraina è in corso attualmente una guerra vera, non le solite operazioni di potenze militari che con truppe di professionisti o con mercenari intervengono in paesi armati malamente che vengono controllati in brevissimo tempo.

La guerra provoca la morte, il ferimento e l'inabilità permanente di tantissimi soldati. Se pensiamo alla prima guerra mondiale possiamo renderci un'idea di quel che s’intende per carneficina o meat grinder o tritacarne. Non si può pretendere di impegnare i militari professionisti in operazioni kamikaze e una guerra vera richiede risorse umane da sacrificare. È sempre stato così, soprattutto durante la prima e la seconda guerra mondiale, e lo è adesso nella guerra russo-ucraina.

Il servizio militare obbligatorio è stato sospeso in Italia il 1° gennaio 2005. Questo non significa che non possa essere ripristinato da un momento all'altro. Infatti, la nostra Costituzione prevede quanto segue nel suo articolo 52: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge.”

Questo articolo non è stato abrogato. A tal fine ci sarebbe voluta una modifica della Costituzione. Non essendosi questa verificata, in qualunque momento il servizio militare e il reclutamento obbligatorio potrebbero essere ripristinati. È successo in Ucraina dove le nuove reclute, uomini dai 18 ai 60 anni, vengono rastrellate sulle strade e dopo qualche giorno di addestramento vengono inviate direttamente al fronte ovvero al tritacarne. È successo in Polonia che ha ripristinato l'obbligo, inviando cartoline anche all'estero e invitando chi ha una doppia cittadinanza a rinunciare a quella polacca in caso di inadempimento dell'obbligo.

Succederà anche in Italia? Beh, siamo già sulla buona strada, in fondo partecipiamo attivamente con forniture di armi e munizioni al conflitto bellico russo-ucraino e facciamo parte della NATO, per cui in qualunque momento ci potrebbe essere richiesto un apporto di risorse umane, di quelle che si sacrificano sui campi di battaglia, tanto per intenderci, che poi si tratterebbe dei nostri figli, nipoti o pronipoti, di giovani che magari sono anche espatriati per trovare un lavoro. E anche quelli sarebbero chiamati a servire la Patria, non si capisce bene però quale Patria…