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domenica 10 settembre 2023

Una legge ancora vigente nella Repubblica Dominicana vieta la lode all’ex dittatore Rafael Leónidas Trujillo

 



C’è un legge nella Repubblica Dominicana che stabilisce che “chiunque lodi o esalti i Trujillo o il loro regime tirannico, ad alta voce, o attraverso grida, discorsi, scritti pubblici o epistolari, disegni, stampe, incisioni, dipinti o emblemi sarà considerato e giudicato come autore del crimine contro la pace e la sicurezza pubblica e sarà punito con la reclusione da dieci giorni a un anno o con la multa da dieci a cinquecento pesos oro o con entrambe le pene contemporaneamente.”

Evidentemente più di qualcuno continua a invocarlo. Un suo nipote, il 53enne Luis José Ramfis Rafael Domínguez Trujillo, nato a New York nel 1970, aspira da tempo alla presidenza della Repubblica. La Junta Central Electoral (JCE) gli ha negato il diritto di partecipare alle elezioni presidenziali perché essendo nato negli Stati Uniti non ha documentato la sua rinuncia alla cittadinanza statunitense almeno da dieci anni e non ha dimostrato che risiede nella Repubblica Dominicana da 10 anni.

Per quel che riguarda la cittadinanza statunitense è poco probabile che gli ultimi presidenti non l’abbiano avuta e che vi abbiano rinunciato, ma non essendo nati in quel Paese potevano anche non rivelare il possesso di quella cittadinanza.

Probabilmente questo nipote del dittatore Rafael Leonidas Trujillo non riuscirà mai a presentarsi alle elezioni presidenziali. Difficilmente comunque riuscirebbe a ottenere una grande quantità di voti. La democrazia, infatti, ormai si è imposta in questo Paese, nel senso che ci sono tanti che in un modo o nell’altro ne traggono beneficio e la corruzione è dilagante.