“Un Titano di decine di battaglie che morì il 19
maggio 1965 durante l’assalto al Palacio Nacional, dopo aver trascorso tutta la
sua vita flirtando con la morte in altre guerre. Un veterano della Seconda
Guerra Mondiale, venuto a morire nella Repubblica Dominicana. Protagonista
della battaglia del Puente Duarte come unico veterano di guerra. Insegnò soprattutto
al presidente costituzionalista Francisco Caamaño Deño strategie e tattiche
combattive in mezzo alla battaglia. Tra sparo e sparo istruiva i militari
costituzionalisti a combattere. Capocci insegnò in breve tempo a tutto un
popolo a battersi per la sua libertà, a sconfiggere in maniera schiacciante gli
sbirri traditori, mettendo in evidenza il coraggio del dominicano contro i
nemici interni ed esterni. Ilio Capocci è stato uno dei combattenti di maggiore
importanza in questo evento storico, epico ed eroico del nostro paese senza sminuire
con questo il valore e il coraggio degli altri indomabili Guerrieri della
Libertà.” Henry Osvaldo Tejeda Báez.
La battaglia del Puente
Duarte
La battaglia ebbe luogo nella testa occidentale del
Ponte Duarte e si svolse nel pomeriggio del 27 aprile nella zona tra le vie
Duarte e José Martí. Durante tutto il 26 aprile e nella mattinata del giorno
seguente i golpisti della base di San Isidro fecero incursioni aeree,
mitragliando le postazioni di difesa. La resistenza dei circa 55 soldati costituzionalisti
venne così annullata, centinaia di civili e di soldati giacevano morti nelle vicinanze
del ponte. A seguito della dispersione delle forze costituzionaliste, la strada
era aperta per far entrare nella città le truppe golpiste precedute da 16 carri
armati con due soldati ciascuno. Ben presto i carri armati si introdussero
nelle vie strette dell’area, spostandosi con difficoltà e diventando facile
bersaglio della pioggia di pallottole provenienti dai terrazzi e dai vicoli. Al
contempo si era scatenato l’attacco diretto di soldati addestrati, per lo più
uomini rana, ai carri armati con bombe molotov abilmente allestite nelle adiacenze.
Gli squadroni golpisti furono divisi, creando sconcerto tra le file dei
soldati. Diversi bazooka sono stati sparati distruggendo i carri armati rimasti.
Tra le 4 e le 5 del pomeriggio lo scenario della guerra era commovente. 14
carri armati catturati, la maggioranza incendiati, centinaia di morti e feriti,
una vera e propria fuga disordinata verso il fiume che tanti golpisti presi
dalla disperazione cercarono di attraversare a nuoto.
E se il comandante Montes Arache avesse seguito il
consiglio del colonnello Ilio Capocci, la base di San Isidro sarebbe stata
presa. Un errore manifesto che gli venne rinfacciato successivamente. Comunque
a seguito di questa clamorosa sconfitta dei golpisti, il giorno dopo sbarcarono
nella Repubblica Dominicana non meno di 20.000 marines. Senza questa battaglia probabilmente
l’intervento americana non avrebbe avuto luogo.