I tempi sono cambiati. I connazionali residenti all’estero
non vogliono essere rappresentati da parlamentari fighetti che non si
sbottonano mai,
che adottano un profilo basso perché non avrebbero
dovuto esserci lì (in parlamento) perché il voto all’estero per tanti è un’aberrazione;
che al massimo si fanno un selfie sorridenti con il
premier e poi null’altro;
che si ritengono fortunati e tacciono, assecondando
sempre il loro partito di turno, perché questo sì, alcuni si spostano come
banderuole da un partito all’altro;
che a un anno dalla fine della legislatura scrivono
rispettose lettere aperte a funzionari e governanti i quali per la loro disinvoltura
nella gestione della cosa pubblica, farebbero impallidire la Banda Bassotti;
che presentano interrogazioni parlamentari attenti a
non alzare troppo i toni, temendo forse di essere poi snobbati.
Gli eletti nella Circoscrizione Estero dovranno
essere convinti di avere un ruolo diverso, di dover vigilare su un ministero,
il MAECI che viene gestito in modo non trasparente, che non ha soldi per la rete diplomatica, ma che ne
ha in abbondanza da regalare ai paesi in via di sviluppo anche ai più corrotti
del mondo.
Ecco le cifre che otto paesi tra i dieci più
corrotti del mondo hanno preso nel 2016
Paese
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Impegni 2016 in euro
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Erogazioni 2016 in euro
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Afghanistan
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19.777.831
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23.880.889
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Iraq
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6.593.195
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13.874.583
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Siria
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12.350.000
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12.578.346
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Somalia
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10.760.000
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11,328.239
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Sud Sudan
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4.440.525
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5.062.001
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Libia
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3.090.000
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4.190.000
|
Sudan
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3.310.635
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4.178.989
|
Yemen
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1.500.000
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1.500.000
|
E ora dietro le quinte si sta preparando la
finanziaria per il 2018, un colpo di coda degli anti italiani al governo dal
2011 prima della presumibile disfatta alle prossime elezioni?
E alla Farnesina si sta decidendo quanto andrà ai
paesi del terzo mondo a titolo di cooperazione internazionale e quanto alla
rete diplomatica. Dei tre miliardi ricevuti l’anno scorso dalle casse dello
stato, solo 900 milioni sono andati alla rete diplomatica, il resto, tutto alla
Cooperazione Internazionale.
Addirittura c’è stato un supplemento di 200 milioni destinato
all’Africa per arginare, peraltro senza esito positivo, l’esodo dei “rifugiati”
verso l’Europa.
Una presa in giro dietro l’altra… Milioni per lo
sviluppo del terzo mondo… e intanto le nostre rappresentanze diplomatiche
languono, non possono erogare i servizi ai connazionali residenti all’estero per
mancanza di personale e di fondi. Da quel lato siamo dei barboni, questa è
anche la figura che abbiamo fatto qui ad esempio nella Repubblica Dominicana
nei confronti degli oriundi e degli stessi dominicani con la chiusura a suo
tempo della nostra ambasciata. Da un lato, sì, proprio dei barboni, che tendono
la mano chiedendo l’elemosina alle altre rappresentanze diplomatiche dell’Unione
Europea e che pretendono comprensione perché devono risparmiare, che si
lamentano…, ma dall’altro, dei nababbi disposti a elargire milioni a fondo
perduto…
E sì perché la novità è proprio questa. L’Italia ha
un progetto ambizioso di aiuti alla Repubblica Dominicana. Lo ha svelato a un
gruppo di parlamentari dominicani lo stesso ambasciatore Andrea Canepari e il
tutto è trapelato attraverso i media. Peccato che i dominicani vedano il
progetto con scetticismo…
La gestione della Farnesina non è stata per niente
trasparente negli ultimi anni. Anzi direi che se alla guida della Farnesina ci
fosse stata la Banda Bassotti, in fatto di trasparenza non ci sarebbero
sostanziali differenze:
chiusura di sedi secolari e vendite a prezzi
stracciati di beni demaniali, esternalizzazioni a società off-shore, scandali
visti finiti in un nulla di fatto, giri di soldi per la fissazione degli
appuntamenti online, la cui disponibilità si apre e si chiude in orari
improbabili…
La Farnesina è forse un feudo della Banda Bassotti,
dove l’impunità è garantita per mancanza di controlli giudiziari e di polizia?
Ci attendiamo allora dai parlamentari eletti nella
nostra circoscrizione un atteggiamento diverso, di contestazione, di critica,
di comunicazione alla stampa, di segnalazione alla magistratura se del caso. Ci
aspettiamo un vero e proprio lavoro soprattutto dai parlamentari, ma non solo.
Anche dai membri del Comites e del CGIE ci aspettiamo di più. Vogliamo soprattutto
meno lecchinaggio e più protagonismo da coloro che ci rappresenteranno a tutti
i livelli.